La Gazzetta dello Sport

«Polipo è cresciuto Obiettivo la Top 100»

●Da ragazzino buttava di là tutto, come se avesse otto mani, a 22 anni è in un quarto Atp: «Ora continuità»

- Riccardo Crivelli

«MAZZARRI MI SEMBRA L’UOMO GIUSTO: E’ UN CUORE TORO»

Da Gasquet a Gasquet. Lo avevamo lasciato in Australia sconfitto al secondo turno dal francese dopo una mezza impresa contro Haase e la prima rivelazion­e del suo talento, lo ritroviamo nei quarti a Budapest (oggi contro Bedene), dove si è preso la più gustosa delle rivincite sul n. 29 del mondo. Nel nuovo corso italiano, Lorenzo Sonego passo dopo passo si sta ritagliand­o uno spazio intrigante.

Lorenzo, cos’è successo in questi tre mesi?

«Che ho giocato i Challenger, cioè i tornei che mi consente la mia classifica, e qualche qualificaz­ione (come a Budapest, ndr). Ho vinto buone partite e ne ho perse altre contro avversari alla mia portata, come succede nel tennis. E ho continuato ad applicarmi per migliorare, soprattutt­o dal punto di vista fisico».

Lo dice anche coach Gipo Arbino: fisicament­e lei è più giovane dei suoi 23 anni. E si aspetta la sua piena maturazion­e fra un paio di stagioni.

«Ha ragione, anche se spero di accorciare un po’ i tempi. Non è un problema di muscoli o di semplice massa, ma di forza e di resistenza. Però negli ultimi mesi ho lavorato sodo, anche quando non potevo giocare per l’infortunio a un polso, e credo che i risultati lo stiano confermand­o».

Tecnicamen­te, invece, cosa bisogna mettere a posto?

«Il rovescio, anche se ho fatto buoni progressi. Però deve diventare un colpo con cui ottenere punti e non solo difensivo».

Intanto ha dimostrato carattere e capacità di gestire i momenti delicati: in Australia batté Haase dopo aver fallito sette match point, a Budapest ha superato Hurkacz dopo averne annullati due.

«Non c’è un segreto, penso: io provo a rimanere concentrat­o su ogni punto in qualsiasi momento del match. Ma mi creda, in questo periodo ho perso anche partite abbastanza incredibil­i».

Lei ha un gioco molto vario, con un grande servizio dall’alto del suo metro e 90, un gran dritto ma anche una bella propension­e a attaccare. Si sente una sorta di mosca bianca in un tennis ormai standardiz­zato?

«Io penso che un ventaglio più ampio di soluzioni ti permetta di cogliere più opportunit­à per vincere le partite. Ma quando ho cominciato giocavo solo in difesa, facevo grandi pallonetti e mi chiamavano Polipo perché buttavo di là tutto, come se avessi otto mani Poi la statura e il mio allenatore, che mi ha mostrato l’altra faccia del tennis,

E’ TIFOSO GRANATA

mi hanno fatto cambiare strada».

Comunque vada, dopo Budapest sarà attorno al numero 140 del mondo, sua miglior classifica. Obiettivi per la stagione?

«Avvicinarm­i ai 100 per giocare direttamen­te un buon numero di tornei. Per arrivarci non bastano i colpi, che credo di avere: bisogna essere costanti nei risultati».

LORENZO SONEGO

Un tennista italiano giovane come lei sente la pressione di dover regalare prima o poi un grande campione al movimento?

«E’ un pensiero che non mi preoccupa. Per fortuna la pressione non mi appartiene, nemmeno prima di un match dei quarti di un torneo come Budapest. Io voglio migliorare per me stesso».

Si è tolto qualche sfizio con i 60.000 euro dell’Australia?

«Cerco di portare più spesso con me il mio allenatore. Per gli sfizi, dovrò guadagnare molto di più».

Fino a 13 anni ha giocato anche a calcio nel Toro. Mazzarri è l’uomo giusto?

«Sì, mi sembra uno da cuore Toro. Con due o tre acquisti giusti, possiamo sognare l’Europa».

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