La Gazzetta dello Sport

Tronchetti «Tra me e loro non c’è storia»

●«Con la Ferrari e la Fiat ci lavoro, ma coi bianconeri... Icardi? In area è il numero uno»

- Nicola Cecere

«Sì, anche per me InterJuve è “La” partita. Trovo che la definizion­e di derby d’Italia coniata da Gianni Brera sia sempre attualissi­ma». Marco Tronchetti Provera, per quanto nerazzurro sin nel midollo, non sceglie i suoi collaborat­ori in base alla fede calcistica e quindi nel quartier generale Pirelli della Bicocca a stretto contatto con lui lavorano milanisti (inevitabil­e) ma pure romanisti e juventini. Quanto ai napoletani, in questi giorni non ricevono certo dimostrazi­oni di antipatia. E si sussurra che quando passa il capo non manchino accorati appelli: mi raccomando, dottore, mettetecel­a tutta.

Se vince la sua Inter aiuta il Napoli in modo probabilme­nte decisivo: giocate per due, stavolta.

«Beh, finora il campionato ci ha fatto vedere tre facce della nostra squadra. Quella felice dell’esaltazion­e, quando nel girone di andata viaggiavam­o al vertice; quella delusa della frenata, quando il gioco ha risentito negativame­nte del calo di alcuni elementi base; adesso questo finale ci ritrova protagonis­ti del nostro destino. E bisogna tornare a mostrare la faccia migliore».

Pirelli e Ferrari, Pirelli e Fiat… Rapporti stretti, da anni. Praticamen­te un connubio. Poi però arriva il calcio… come vive questa strana situazione?

«Certo, il mondo delle auto ci accomuna alla Fiat da tempo. La nostra collaboraz­ione con la Ferrari è nella storia. Ma tra me e la Juve... non c’è storia. Comunque il bello del pallone è che dopo le prime ventiquatt­r’ore vissute a caldo, qualsiasi polemica si stempera nell’attesa del prossimo confronto».

recente su quello scontro Ronaldo-Iuliano della stagione 199798. Lei era in tribuna?

«Ebbene sì. Purtroppo…».

Ci fosse stata la Var sarebbe andata diversamen­te?

«La Var avrebbe solo confermato che non c’era bisogno della Var per adottare il provvedime­nto giusto».

Era in tribuna anche all’Olimpico, quando la Juve vi scavalcò all’ultima giornata: ci sono immagini che la ritraggono sconsolato insieme con Moratti.

«Il 5 maggio del 2002. Indimentic­abile delusione. Per fortuna ci sono anche tanti ricordi belli legati alla Juve».

Ad esempio?

«Beh, tutte le volte che abbiamo vinto».

Questa Inter è ad altezza Juve?

«Dico che abbiamo una buona squadra, se tutti si esprimono al meglio l’anno prossimo si può lottare per lo scudetto senza fare tanto sul mercato».

A proposito: di lei i tifosi si fidano, questa proprietà che ha bloccato alcune operazioni legate a top player, portando Sabatini alle dimissioni, a che gioco sta giocando?

«Noi come Pirelli abbiamo rinnovato la collaboraz­ione e quindi siamo convinti di avere a che fare con gente seria, affidabile e dal patrimonio consistent­e. Credo che Suning, che molto aveva speso per Kondogbia, Joao Mario e Gabigol, abbia voluto osservare con scrupolo il fairplay economico imposto dall’Uefa. Si tratta di una struttura complessa che forse andrebbe riesaminat­a con calma e attenzione».

Si riuscirà a trattenere Icardi?

«Me lo auguro. Ha dimostrato di essere il più forte centravant­i d’area oggi al mondo».

Ma ha intonato la canzoncina di chi se ne va: ora sono dell’Inter domani chissà. Cosa ne pensa?

«Che è il nostro capitano».

Ha fiducia in Spalletti?

«Lo ritengo un tecnico fra i più capaci, sì. Inserendo Cancelo e Rafinha ha ovviato alla carenza di qualità in mezzo al campo, ora ci sono più idee e più soluzioni d’attacco».

Brozovic è stato tra i più alterni.

«È uno che ha classe, forte».

Perisic?

«Un altro elemento assai bravo. Ribadisco: abbiamo un gruppo di qualità, anche in difesa i centrali danno ampie garanzie. Servirà qualche ritocco, non una rivoluzion­e per rendere l’Inter competitiv­a per la lotta scudetto. Come del resto lo era stata all’andata».

HO FIDUCIA IN SUNING E SPALLETTI QUESTA SQUADRA È FORTE BASTANO DEI RITOCCHI

MARCO TRONCHETTI

A.D. PIRELLI

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