Ricciardo vola nelle libere e tenta il bis Dietro c’è Kimi
●Il pilota Red Bull, re in Cina, comanda le libere di Baku su Raikkonen Verstappen sbatte ma è 3°, Hamilton dietro Bottas, Vettel rincorre
«Daniel, ma se vai così forte, per quale motivo devi lasciare la Red Bull?». Ricciardo si mette a ridere. «Ripetetemi questa domanda dopo la gara, se il risultato sarà lo stesso, forse avrete ragione voi». Dopo la vittoria in Cina, l’australiano continua a essere protagonista. Secondo nella prima sessione, disputata all’ora di pranzo, preceduto di soli 35 millesimi da Bottas, che però montava una gomma più morbida (ultrasoft contro le sue supersoft), primo nel tardo pomeriggio quando si è scesi in pista nello stesso orario di qualifiche (17, la gara scatterà alle 16.10) e tutti i big hanno indossato le Pirelli violette. «Sono ottimista per il GP — ha commentato l’australiano che qui ha vinto un anno fa, ben sapendo che oggi Ferrari e Mercedes probabilmente prenderanno il largo grazie al party mode —: il passo gara è buono». Nulla di strano: il cittadino di Baku, contraddistinto dall’infinito rettilineo iniziale (2,2 km), sembra disegnato apposta per esaltare le qualità della RB14. Per andar forte bisogna girare con poca ala, coniugando però tenuta di strada e stabilità in frenata. La specialità di casa Newey è proprio realizzare vetture che abbiano nel dna queste caratteristiche.
INCUBO Ed è anche per questa ragione che Verstappen è riuscito a limitare i danni dopo un inizio da incubo, quando in FP1 all’11° giro è finito in testa coda andando a sbattere, rendendo meno dolce il compleanno di Helmut Marko (75 anni) e facendo arrabbiare papà Jos: «Mi ha tradito l’asfalto sporco», ha riconosciuto Max, dopo aver rimediato un terzo tempo finale a poco più di un decimo dal compagno, ed essere stato costretto a rientrare ai box lentamente per un allarme causato da un sensore.
ROSSE In mezzo alle due Red Bull si è infilato Kimi Raikkonen (a 69 millesimi) a riprova che questa SF71H va davvero bene dappertutto. Eppure non è stato il solito tranquillo venerdì per Maranello come dimostrano posizione e distacco di Sebastian Vettel: 11° a 1”3. Divario che il tedesco ha spiegato così: «Ho commesso un errore quando ero nel giro lanciato, ci sta su una pista così sporca. Ma la macchina è a posto, come ha dimostrato Kimi e il passo gara è incoraggiante». Al mattino, però, il 4 volte iridato si era lamentato per il comportamento delle gomme posteriori e per la carenza di aderenza. Un male comune all’altra Ferrari, tanto che i tecnici avevano deciso di bloccare Kimi ai box per un cambio di assetto e modificare i rapporti del cambio. Mossa azzeccata.
AFFANNO Delle tre big quella che è apparsa più in difficoltà è stata ancora una volta la Mercedes: «Non siamo stati abbastanza veloci, in questo momento Red Bull e Ferrari sono davanti», l’amara considerazione di Lewis Hamilton, 5° a 8 decimi. «La macchina andava meglio in FP1 che in FP2», ha aggiunto Bottas, di nuovo davanti all’inglese. Il guaio? Sempre la difficoltà a trovare la giusta finestra di esercizio della gomma sul giro secco. Infine, sfruttando la scia di Hülkenberg, Alonso ha scalato la classifica sino al 6°posto. Un brodino perché anche se nei costruttori la McLaren è ai piedi del podio, la MCL33 è ben lontana (ieri 9 decimi) dalla Red Bull. Fernando a quasi 37 anni (29 luglio) non si rassegna a chiudere da comprimario ed è forse anche per questo che Flavio Briatore è volato sin qui (è stato lui ad aiutare Bernie Ecclestone a portare qui la F.1) e ha dialogato prima con Horner e Marko, quindi con Wolff e Arrivabene, i responsabili delle scuderie dove ci sono piloti (Hamilton, Bottas, Raikkonen e Ricciardo) in scadenza di contratto. «Sono qui per agitare un po’ le acque», ha detto sornione il manager piemontese. Le consultazioni sono appena cominciate. Frutteranno qualcosa?
LA CHIAVE Lewis 5°: «Ferrari e Red Bull davanti a Mercedes». Seb 11°: «Un mio errore»
Alonso 6°, ma c’è Briatore per trattare con i top team il suo futuro