La Gazzetta dello Sport

Da San Siro a San Siro Qui il piccolo Gigi si è fatto gigante

●La prima volta a centrocamp­o nel 1989... Poi gioie e dolori: Buffon saluta il «suo» stadio

- Di FILIPPO CONTICELLO

La meraviglia, ecco il segreto custodito a Milano. Stasera Gigi Buffon ha ancora 11 anni, è un bimbo che entra nell’astronave luminosa. Lo stomaco si chiuderà per la meraviglia, si sentirà in un immenso parco-giochi. Nonostante 29 stagioni sulle montagne russe, nonostante il brillìo delle vittore e sconfitte nere come la notte, l’ultima volta sarà come la prima. Oggi Buffon completa il rapporto sentimenta­le con San Siro, «suo» stadio più di tanti altri, e il pensiero correrà a quando era ancora un bambino pieno di sogni, senza guanti. Ci entrò il 5 marzo 1989, quando il terzo anello era ancora in costruzion­e: prima che l’Inter dei record si avvicinass­e allo scudetto col Verona, in campo andò una selezione di ragazzini di Massa Carrara contro altri del Veneto. Gigi lo notavi subito: era più alto di tutti, centrocamp­ista alla Matuidi nella Perticata (Carrara). Per una volta si ritrovò vicino il rivale di Massa, la baby-stella della Virtus Poggiolett­o. Si chiamava Cristiano Zanetti: i due si sarebbero rivisti qualche volta, in azzurro e in bianconero. Buffon ha ammesso di non aver giocato bene, ma ha raccontato di una traversa su punizione. «Zanettino», lo chiamava così, ha meno memoria e non conferma. Poi tutti andarono in tribuna felici a vedere Berti segnare per il Trap. Quel profumo di scudetto, Gigi, l’ha risentito spesso nelle 46 volte in cui ha rimesso piede nel tempio. In fondo, dentro San Siro ha lasciato tutto: spalle, fegati, sorrisi, lacrime.

PURE TOLDO Presto Buffon ha scelto la rotta: ha stretto i guanti attorno ai polsi e tanti saluti agli inseriment­i dalla mediana che tanto gli piacevano. Così, arrivò anche l’esordio da portiere a San Siro, il 22 dicembre 1996 contro il Milan: era passato un anno dalla prima volta assoluta in A, sempre contro i rossoneri ma al Tardini. Già allora un successo: 0-1, gol di Stanic, gara vivace con rosso a Costacurta. Niente, però, rispetto a quello che Gigi avrebbe visto nel tempo. Una tempesta di emozioni contrappos­te, soprattutt­o da quando ha iniziato a vestirsi di bianconero. Al Meazza con la Juve si è giocato spesso la pelle: in un mischione epic o, il 19 ottob re 2002, Gigi è annegato. Dopo un corner disperato

di Emre al 95’, in un groviglio di gambe e braccia, ha visto da terra la palla ballonzola­re dentro. E il collega-portiere, il più inatteso degli eroi, alzare le braccia. Tra mille e più polemiche, Collina convalidò l’1-1, dopo il rigore del vantaggio-Juve di Del Piero. Niente fallo sul portiere nel gol-nongol di Toldo (Bobo Vieri ci tiene, in quel caos l’ultimo a toccare fu lui). Allora Buffon scattò verso l’arbitro come neanche a Madrid, ma a fine partita fece sbollire meglio la rabbia.

DA SEEDORF A TREZEGUET A San Siro ha visto asteroidi infilarsi all’incrocio: ha dovuto applaudire il Seedorf interista che, sempre nel recupero, come da tradizione interista, pareggiò da casa sua. Un’altra volta si prese qualche rimbrotto, piuttosto immeritato, perché Sheva da destra partorì una strana creatura, metà cross metà tiro. Il portiere si trovava un passo oltre il consentito. «Se mi date tutta la vita, non ce la faccio a ripetermi...», disse però l’ucraino quel 9 dicembre 2001. Ma Buffon è riuscito a parare spesso pure le beffe: anche se per gli annali quella partita non si è mai svolta causa Calciopoli, si è cucito uno scudetto (poi revocato) nella casa del Milan l’8 maggio 2005. Era la Juve speculativ­a, bruttina e maestra in cinismo di Capello contro i rossoneri di Ancelotti, superiori per bellezza. La vinse la Signora con un cross in rovesciata di Del Piero e una testata rapace di Trezeguet, ma non sarebbe bastato senza le mani di Gigi su Cafu e Inzaghi.

VERSO BERLINO San Siro è un teatro buono per ogni occasione, per le serate di gala con paillettes, e per quelle più sobrie, tra amici, in cui nessuno dovrebbe mai farsi male. Non sempre succede, anche perché location e avversario stimolano sempre l’agonismo. Nel trofeo Berlusconi 2005 una uscita coraggiosa sui piedi di Kaka gli costò la spalla destra e parte della stagione: la lussazione, figlia dell’impatto con il pallone e con il terreno, fu ridotta chirurgica­mente. I sensi di colpa e i buoni rapporti tra i due club portarono i rossoneri a impachetta­re Christian Abbiati a Torino come prestito (e compensazi­one). Buffon tornò in trincea solo a gennaio e ci mise un po’ per lucidare la forma. Riuscì a calibrare bene la ripartenza e la stagione non finì poi così male: in fondo, per Gigi, anche la Coppa del Mondo nasce a Milano.

FATTORE ME La M di Meazza, la M di Muntari. È storia di ieri, materia ancora incandesce­nte: la prima Juve contiana che non fa scappare via il Milan anche perché al 25’ dello scontro diretto la terna arbitrale non assegna il più regolare dei gol. Il pallone colpito dal ghanese è abbondante­mente oltre la linea, quando Buffon lo spazza con rabbia. Via, come si fa con un cattivo pensiero: in quel 2011-12 veniva da due settimi posti, portava le cicatrici della B. «Non avevo capito che era entrata. Se me ne fossi accorto, non avrei aiutato l’arbitro», ammise a fine partita. Apriti cielo, ma in fondo è anche questo il personaggi­o: Buffon non sarà mai un santino, un eroe senza macchia e senza paura. Era, è, sarà sempre imperfetto, spigoloso come un uomo.

ULTIME LACRIME E gli uomini falliscono. Cadono nel fango, provano a rialzarsi, chiedono scusa se non ce la fanno: «Abbiamo fallito e io ho finito, il tempo è tiranno», ha detto prima di piangere a dirotto alla fine di Italia-Svezia di novembre. Era l’ultima gara prima di stasera giocata nell’astronave: proprio a San Siro Buffon ha perso il record del sesto Mondiale. «Volevamo cercare di non deludere i bimbi che sognano la Nazionale», ha aggiunto quella sera. Già, i bimbi e i loro sogni: lui stasera, a 11 anni appena compiuti, li ha già realizzati tutti.

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Prima che l’Inter battesse il Verona, a San Siro andò in campo una selezione di ragazzini di Massa Carrara contro degli altri del Veneto. Gigi Buffon (nel tondo) fa il centrocamp­ista
5 MARZO 1989 Prima che l’Inter battesse il Verona, a San Siro andò in campo una selezione di ragazzini di Massa Carrara contro degli altri del Veneto. Gigi Buffon (nel tondo) fa il centrocamp­ista
 ??  ?? 25 FEBBRAIO 2012 Il gol di Muntari è regolare: Buffon respinge quando la palla è dentro abbondante­mente, ma l’arbitro (tra le polemiche) non fischia ANSA
25 FEBBRAIO 2012 Il gol di Muntari è regolare: Buffon respinge quando la palla è dentro abbondante­mente, ma l’arbitro (tra le polemiche) non fischia ANSA
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È il trofeo Berlusconi: una uscita su Kakà costa un grave infortunio alla spalla a Buffon, che tornerà solo a gennaio ANSA
14 AGOSTO 2005 È il trofeo Berlusconi: una uscita su Kakà costa un grave infortunio alla spalla a Buffon, che tornerà solo a gennaio ANSA
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In un mischione al 95’ l’Inter trova un incredibil­e pareggio: Buffon reclama un fallo, non fischiato
LAPRESSE 19 OTTOBRE 2002 In un mischione al 95’ l’Inter trova un incredibil­e pareggio: Buffon reclama un fallo, non fischiato
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La notte più dura per il calcio italiano è anche quella più dolorosa per Gigi Buffon: lo 0-0 nel ritorno dello spareggio con la Svezia toglie agli azzurri il Mondiale russo GETTY
13 NOVEMBRE 2017 La notte più dura per il calcio italiano è anche quella più dolorosa per Gigi Buffon: lo 0-0 nel ritorno dello spareggio con la Svezia toglie agli azzurri il Mondiale russo GETTY

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