La Gazzetta dello Sport

«Dà più gusto battere l’Inter Non dimentico Calciopoli...»

●«La moralità non va mai in prescrizio­ne, in quegli anni solo la Juve ha pagato»

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Non è l’Arena, ma quasi. San Siro è il teatro del duello più atteso. Corsi e ricorsi, ma non è mai la stessa storia, è molto di più. Magie del calcio e di questo campionato indecifrab­ile. Riuscirann­o i nostri eroi a mantenere calma e concretezz­a dopo sei scudetti consecutiv­i? Il conduttore di «La7» Massimo Giletti, juventino nell’anima, parla chiaro, non conosce il grigio.

Che cosa chiede alla Juve?

«Una prova di maturità, una risposta prima da uomini veri e poi da campioni. Hanno vinto tanto e mi aspetto la concentraz­ione giusta per portare a casa l’obiettivo. Le chiacchier­e e le polemiche sono asfittiche, è arrivato il momento di vincere: fatti, non parole».

L’Inter ha perso una sola partita in casa: la preoccupa?

«Non mi interessan­o le statistich­e, chi si crea alibi non è un vincente. Ogni domenica mi batto nell’Arena, non accetto un atteggiame­nto passivo o indolente come è successo a Dybala. Il talento va coltivato, per essere campioni non basta indossare la maglia della Juve, bisogna lavorare sodo anche in allenament­o».

Un pronostico?

«La Juve deve vincere con la cattiveria agonistica delle partite vere. Punto».

Si sbilanci…

«Non è una partita da 1X2, devono scendere in campo pensando solo al 2, tutto il resto è stucchevol­e. Segnasse pure Buffon su rigore mi andrebbe benissimo».

CHI TOGLIEREI ALLA FORMAZIONE DI SPALLETTI? ICARDI, SICURO!

SUL CAPITANO DELL’INTER LO SPAURACCHI­O

Chi toglierebb­e ai nerazzurri?

«Non ho dubbi: Icardi».

Oltre la sfida scudetto, c’è un gusto particolar­e a battere l’Inter?

«Beh sì, c’è sempre stato. La moralità non va in prescrizio­ne, negli anni di Calciopoli solo la Juve ha pagato, io non dimentico».

Ha dormito dopo Madrid?

«Sì. Mi sono arrabbiato di più col Crotone, è stato un pari senza scuse. Col Napoli ci poteva stare la sconfitta, a Crotone no: era la partita della vita».

Chi può fare la differenza?

«Higuain, ma se non lo aiuta nessuno resta impantanat­o. Confido in Douglas e Pjanic».

Allegri?

«Non mi iscrivo al partito di chi lo critica, c’è anche molta invidia. Guardo al passato e ai successi che ci ha regalato, è una follia metterlo in discussion­e».

Se andrà via chi le piacerebbe avere in panchina?

«Deciderà lui quando lasciare. In futuro spero che la società punti su Guardiola».

Buffon?

«Buffon ha l’entusiasmo, entusiasmo deriva dal greco, significa la forza di Dio dentro di sé, Buffon è passione e impeto contro l’ipocrisia. Mai banale. Se tutti avessero il carattere di Gigi ci sarebbero meno guai».

Un desiderio?

«Il primo è lo scudetto, ma penso al futuro. La Juve non ha sostituito Bonucci e Dani Alves, non avere un difensore che costruisce è faticoso… spero che la società sostenga le idee di Paratici, Marotta e Nedved per investimen­ti importanti in difesa e a centrocamp­o».

Dove vedrà la partita?

«A casa, in solitudine. Ho le pareti azzurre… non vorrei che si aggiungess­e il nero».

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LAPRESSE Massimo Giletti, 56, con Del Piero dopo lo scudetto 2012
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