La Gazzetta dello Sport

Gosens «La mia Atalanta: ho corso tanto per diventare come Spinazzola»

●Il tedesco brucia le tappe: infaticabi­le sulla sinistra, segna e non fa rimpianger­e l’esterno che andrà alla Juve. Il futuro è suo

- Guglielmo Longhi INVIATO A ZINGONIA (BERGAMO)

Appena arrivato, l’ordine di servizio era stato: guarda Spinazzola e impara da lui. Robin Gosens ha guardato, imparato e capito in fretta quali erano le idee di Gasperini. E così le distanze da chi tra poche settimane andrà alla Juve si sono decisament­e ridotte.

Atalanta-Roma, prima di campionato. Giudizio della Gazzetta su Gosens: “Vale la metà di Spinazzola”. Voto: 5.

«Ma avete visto la vittoria col Torino? Mi sembra che ci sia una bella differenza con quella partita di agosto».

Ha avuto difficoltà ad ambientars­i?

«Abbastanza, per la lingua e soprattutt­o per il modulo e un calcio che non conoscevo. In Olanda non avevo mai giocato con la difesa a 4, si privilegia la tecnica ma non la parte fisica. E non c’è l’attenzione per la tattica che hanno gli allenatori in Italia».

Che cosa ha imparato da Spinazzola?

«Molto: dalla corsa alla capacità di andare all’uno contro uno, che era una grande novità per me».

Chi corre di più?

«Lui, sicurament­e».

Senza Spinazzola, l’anno prossimo potrebbe essere titolare. Sta facendo le prove: è successo 8 volte nelle ultime dieci giornate. E il rendimento è stato più che positivo.

«Spero di avere ancora più spazio, ho studiato e dimostrato di sapere cosa vuole Gasperini da me».

In Olanda ha giocato in ruoli diversi, a destra e a sinistra: terzino, regista, mezz’ala, esterno alto.

«Vero, ma all’Atalanta mi viene chiesta una cosa ben precisa: correre e fare tutta la fascia sinistra».

È nato in Germania, dal punto di vista calcistico è cresciuto in Olanda, in squadre non di alto livello.

«E infatti ho il doppio passaporto: sono nato a Emmerich, sul Reno, a un chilometro dal confine».

Intanto, compliment­i per l’italiano.

«Compliment­i alla professore­ssa che dà lezioni a me e ad Haas».

Le prime parole che ha imparato?

«“Andare avanti”. E non poteva essere diversamen­te...».

L’ha emozionata di più il gol segnato in casa dell’Everton o al Torino?

«Più difficile quello in Europa League, più importante quello in campionato, il primo, perché è stato decisivo» .

Cosa è rimasto dell’avventura europea?

«Moltissimo, perché la maggioranz­a di noi non aveva esperienza internazio­nale. È stata una cosa travolgent­e. E non posso dimenticar­e la mia prima partita in Germania, contro il Borussia Dortmund. Un vero spettacolo: il muro giallo contro il muro nerazzurro. Ora siamo pronti a riprovarci».

MAI GIOCATO CON LA DIFESA A 3: ALL’INIZIO NON È STATO FACILE...

Lei è anche il primo tedesco nella storia dell’Atalanta. Ma perché pochi suoi connaziona­li scelgono di venire in Italia?

«Non saprei. Forse perché, a torto, si pensa che il campionato italiano sia diventato troppo modesto».

Differenze tra un tedesco e un bergamasco?

ROBIN GOSENS

«Qui c’è un attaccamen­to alla squadra che è impensabil­e in Germania, qui la gente ti riconosce e ti ferma per una foto. Ricordo quando sono venuti ad aspettarci all’aeroporto dopo la vittoria di Napoli in Coppa Italia, cose che non si vedono quasi mai da noi. L’altro giorno un tifoso mi ha spiegato che l’Atalanta è una grande famiglia. E poi ci sono le solite cose che da sempre si dicono dei due popoli: noi siamo più puntuali, più precisi, più organizzat­i. Appena arrivato in Italia, sono rimasto sconvolto perché l’idraulico che avevo chiamato è arrivato con un’ora di ritardo…».

Qual è il giocatore più forte che ha incontrato finora in Italia?

«Douglas Costa: quando parte, è incontenib­ile. E ha una tecnica impression­ante, direi devastante».

È lui il modello seguito da Gosens?

«No, è Alaba, perché può fare tutto. A centrocamp­o, in attacco, ha sempre un rendimento alto. Peccato che non abbia giocato nella semifinale di Champions contro il Real, il Bayern non meritava di perdere».

 ??  ?? ROBIN GOSENS, 23 anni, è nato a Emmerich, in Germania, vicino al confine con l’Olanda. Dove comincia a giocare: prima nel Dordrecht, in B e poi in A (47 presenze e 3 gol) poi nell’Heracles Almelo in Eredevisie (60 presenze, 4 gol). Al primo campionato...
ROBIN GOSENS, 23 anni, è nato a Emmerich, in Germania, vicino al confine con l’Olanda. Dove comincia a giocare: prima nel Dordrecht, in B e poi in A (47 presenze e 3 gol) poi nell’Heracles Almelo in Eredevisie (60 presenze, 4 gol). Al primo campionato...
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