La Gazzetta dello Sport

Sfida tra fratelli A Torino il derby di casa Milinkovic

●Il laziale Sergej domani contro il granata Vanja Diversi ma legatissim­i sin da piccoli, sperano di vivere di nuovo assieme. E se la Juve bussasse... TORINO

- Stefano Cieri Fabrizio Turco

Lo sport nel dna, il modo scanzonato di affrontare le cose come stile di vita, il destino (forse) di vivere ancora nella stessa città, come quando erano piccoli e passavano il tempo a farsi gli scherzi. Per la disperazio­ne di papà Nikola e mamma Milana. Sergej Milinkovic Savic e il fratello Vanja si ritrovano domani sera da avversari in Torino-Lazio. Anche se parlare di loro come avversari no, non è proprio possibile.

MA QUALI AVVERSARI Sarà una sfida indiretta la loro perché il granata andrà in panchina come di consueto (finora ha giocato solo in Coppa Italia, mai in campionato), mentre il laziale sarà regolarmen­te in campo. Dispiaciut­o, ma anche sollevato per il mancato impiego del fratello. Perché fargli gol sarebbe una di quelle situazioni laceranti che è meglio evitare. Dopo la partita, in ogni caso, dovrebbero ritrovarsi a cena assieme. Sergej infatti approfitte­rà del giorno di riposo previsto da Inzaghi per lunedì per restare a casa di Vanja a Torino. Dove peraltro si è recato spesso negli ultimi mesi. E quando non è stato lui ad andare nel capoluogo piemontese è stato Vanja ad andare a Roma. E se non si vedono si sentono al telefono: accade praticamen­te tutti i giorni. «Siamo legatissim­i, ci vogliamo un mondo di bene», conferma Vanja. Entrambi tifano per l’altro quando gioca. Lo dimostra il video postato su Instagram da Sergej che faceva festa quando Vanja parò il rigore a Dzeko nel match di Coppa Italia con la Roma.

DIVERSI E UGUALI Così legati e pure così diversi. A parte i gusti a tavola (entrambi adorano la carne), i due Milinkovic si differenzi­ano in quasi tutto. Il granata veste sportivo, il laziale ama i capi firmati. Vanja preferisce la tecno, Sergej ascolta musica serba. Il primo è fin troppo vivace, il secondo il classico bravo ragazzo. Eppure da piccoli era sempre Sergej ad essere rimprovera­to dalla madre. «Ma lui da me le prendeva regolarmen­te, perché è sempre stato troppo bravo», ricorda Vanja. Sono nati in Spagna, dove il padre giocava (da qui il doppio cognome all’anagrafe, proprio come si usa nel Paese iberico), cresciuti in Austria, dove il padre si è successiva­mente trasferito, mosso i primi passi da calciatori nel settore giovanile del Vojvodina, in Serbia. «Per me è stata una spinta 47 PUNTI

3-4-2-1 incredibil­e giocare con lui all’inizio. Volevo essere un buon esempio», ricorda Sergej.

REUNION? Il portiere granata, appena arrivato a Torino, disse di sperare in un interesse della Juventus nei confronti del fratello. In modo che, se il club bianconero lo avesse preso, avrebbero potuto vivere nella stessa città. La frase può essere stata in qualche modo profetica. Perché l’interesse della Juve su Sergej si sta effettivam­ente materializ­zando. Presto per dire se possa trasformar­si in qualcosa di concreto, ma intanto un futuro in bianconero del laziale non è più una cosa impossibil­e. Se così fosse i più contenti sarebbero i loro genitori, l’ex calciatore Nikola Milinkovic e l’ex cestista Milana Savic. Adesso, da Novi Sad, dove vivono, devono decidere di volta in volta se andare a trovare l’uno o l’altro. Se fossero entrambi a Torino sarebbe tutto più semplice. Ma al momento per Sergej la città piemontese è solo il posto dove (domani sera) prendere tre punti fondamenta­li per la volata Champions della Lazio. Domani chissà... LAPRESSE-GETTY

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Vanja Milinkovic, 21 anni. In basso il fratello Sergej, 23
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