SE VENTITRÈ ANNI VI SEMBRAN POCHI...
Il saluto ai lettori
Se ventitrè anni vi sembran pochi...Palazzo di Vetro nasce nel giugno 1995 da un’idea di Candido Cannavò e Franco Arturi. Pescante è presidente del Coni e Matarrese della Federcalcio ed è prevalentemente su questi due binari, Coni e calcio, che si svilupperà la storia di un appuntamento settimanale destinato a durare quasi un quarto di secolo. Dentro al quale ci sarà spazio per raccontare tante cose andando oltre la cronaca del quotidiano: retroscena, anticipazioni, analisi e critica, tanta critica. La finalità, accompagnare lo sviluppo e la crescita dello sport italiano, difendendone nei limiti del possibile la propria autonomia e denunciandone vizi e storture. Quanto questa rubrica sia riuscita a farlo, è giudizio che lasciamo volentieri al lettore.
Chi scrive, guarda piuttosto a come eravamo e a cosa siamo diventati: il bilancio è in chiaroscuro. Dinamismo, tanto. Spettacolarizzazione, pure. Risultati, in linea con la tradizione con l’eccezione non trascurabile del calcio. Politica molto più invadente e invasiva che non nel passato tanto che la parola «autonomia» non la pronuncia e non la difende più nessuno. La sensazione che sotto il vestito, sicuramente ben confezionato e al passo con la moda, ci sia meno di quanto non si voglia dare ad intendere. Un peccato, perché la passione non manca e i mezzi non scarseggiano. La sintesi in un esempio: sono ventitrè anni che sentiamo parlare di sport e scuola, è qualcosa di presente in tutti i programmi della politica e del Coni, e più o meno ci ritroviamo, pur con tutta la buona volontà di protagonisti passati e presenti, sempre al punto di partenza.
Detto questo, ora che per raggiunti limiti di età, non del Palazzo ma di chi scrive, è arrivato come è giusto che sia il momento di passare la mano, largo ai ringraziamenti. Ci sono quelli rivolti a un grande giornale quale è la Gazzetta dello Sport, i cui direttori che si sono succeduti nel tempo non hanno mai fatto mancare al Palazzo il sostegno e la libertà d’azione necessari. E ci sono soprattutto quelli rivolti ai protagonisti, senza i quali questa rubrica non avrebbe avuto ragione di esistere, per il loro contributo volontario o involontario. Li salutiamo tutti, senza eccezioni, con riconoscenza e simpatia, «abbinandoli» per affinità o per il suo contrario, quindici coppie in ordine sparso e ci perdonino gli assenti: grazie a Carraro e Pescante, a Petrucci e Pagnozzi, a Abete e Tavecchio, a Uva e Valentini, a Lotito e Beretta, a Gravina e Sibilia, a Campana e Tommasi, a Collina e Nicchi, a Giraudo e Galliani, a Chimenti e Miglietta, a Binaghi e Barelli, a Abodi e Soro, a Giomi e Parrinello, a Casasco e Di Rocco, per finire ovviamente con Giovanni Malagò e Lotti (o Letta, o la Raggi a suo piacimento) il più assiduo compagno di viaggio degli ultimi cinque anni. Un grazie anche, perdonate l’eccezione, a Danilo Di Tommaso e Roberto Coramusi, due di quelli che stanno sempre dietro le quinte ma che aiutano a far marciare e coesistere la macchina Coni, quella Figc e quella dell’informazione. Due professionisti.
Palazzo di Vetro chiude ma sconsigliamo quanti volessero brindare a champagne (o gazzosa) per un presunto scampato pericolo. La Gazzetta dello Sport va avanti più forte e agguerrita che mai, con le sue inchieste e con il suo occhio sempre vigile sulle vicende dello sport italiano. Fior di giovani colleghi incalzano: suggeriamo a Coni e Federcalcio, che poi in questo momento sono la stessa cosa, di rigare diritto. E soprattutto di andare avanti. Meno bollicine, più sostanza. Auguri.
***
Ruggiero Palombo ha dato a questo giornale trent’anni di impegno e competenza diventandone vicedirettore e apprezzato opinionista. A lui l’abbraccio fraterno e gli auguri più sinceri della famiglia Gazzetta.