La Gazzetta dello Sport

SOLO VINCERE

Icardi-Higuain la prova dei 9 per zona Champions e tricolore Un pari può non servire a nessuno

- Sebastiano Vernazza

Inter-Juve porta con sé Icardi contro Higuain, duello chiave per la partita di San Siro e per tante altre cose o temi. Non ne facciamo soltanto una questione di gol segnati, per quanto i numeri siano importanti e diano forza alle opinioni. Icardi versus Higuain ci parla più che altro dei differenti modi di intendere il ruolo di centravant­i. L’anagrafe ha il suo peso. Icardi è del febbraio 1993, Higuain del dicembre 1987, tra i due scorrono cinque anni e due mesi: sembrano pochi, ma sono tanti, perché a cavallo del millennio il calcio è mutato. Higuain bambino ha respirato l’aria dell’ultimo romanticis­mo pallonaro, oggi dispensa giocate calde e si prende delle pause emotive ed emozionali. Icardi è cresciuto con la playstatio­n, oggi ricerca la glacialità e il gol è la sua unica meta: se non segna, di rado incide con altri mezzi. I duellanti di stasera sono diversamen­te argentini, nella Selecciòn sono concorrent­i, se non alternativ­i, e diversamen­te attaccanti.

PARTECIPAZ­IONE Una differenza di fondo li separa, i due hanno estrazioni tecnico-tattiche diseguali. Higuain, nel River Plate della sua gioventù, è nato trequartis­ta e l’evoluzione in centravant­i non gli ha tolto il gusto per l’imbeccata e per il cambio di gioco. Quando arretra per ricevere palla, rimette il costume da numero dieci e apre l’azione, le dà respiro. Icardi è nato centravant­i predatore e fuori area sembra un pesce senza acqua, perde i sensi. Negli ultimi mesi qualcosa è cambiato. Luciano Spalletti lavora alla trasformaz­ione di Icardi in attaccante capace di muoversi per la squadra e non soltanto in funzione del gol. Di recente si è visto un Maurito più partecipat­ivo, meglio disposto allo smistament­o e al dialogo, meno estraneo all’azione nel suo complesso.

NUMERI Le cifre confermano però l’impression­e generale: nel campionato in corso Icardi ha segnato di più del rivale, Higuain ha servito di più i compagni. La conta delle reti è tutta per Maurito, 26 a 15. Il Pipita si rifà alla voce assist, 3 a 1, ma c’è chi gliene attribuisc­e altri, dipende dai criteri, e quanto a sponde, 76 a 61. Dimostrazi­one numerica sulla differente interpreta­zione della parte di centravant­i. I dati però dicono un’altra cosa importante, sottolinea­no come l’Inter sia dipendente da Icardi e come la Juve in fatto di gol sia più legata a Dybala. Maurito ha realizzato quasi il 50 per cento dei gol interisti, 26 su 56; Higuain soltanto 15 sui 78 globali della Juve, in campionato il cannoniere bianconero è Dybala con 21 gol. L’Inter senza Icardi ha pareggiato in casa col Crotone e perso a Marassi col Genoa. La Juve rischia lo scudetto perché Higuain digiuna da metà marzo e Dybala viene da tre partite all’asciutto.

SETTE A QUATTRO C’è un altro numero impossibil­e da ignorare, quello relativo ai gol di Icardi contro la Juve e alle reti di Higuain contro l’Inter. Qui vince Icardi, sette volte a segno in dieci partite di Serie A contro i bianconeri. Higuain ha bucato l’Inter per quattro volte, in otto incontri di A. La Juve è stata il biglietto da visita di Icardi. Il 6 gennaio 2013, non ancora ventenne, doppietta di Maurito alla Juve, come centravant­i della Samp. Due gol allo Stadium, quasi in fotocopia, tiri di destro da posizione di centro-destra in area. Lì si è presentato ed è decollato. Higuain da giocatore della Juve non ha ancora segnato all’Inter, le sue quattro reti ai nerazzurri le ha realizzate nel Napoli. La legge dei grandi numeri incombe su San Siro, ma non c’è dubbio che la Juventus fin qui abbia sofferto da matti la rapacità di Icardi.

IL NUMERO

Il capitano dei nerazzurri in Serie A ha fatto 7 gol alla Juve. Il bianconero 4 all’Inter, ma con la maglia del Napoli

●Gonzalo è certo del Mondiale, l’interista si gioca una nuova chance: è il duello chiave tra zona Champions e scudetto in ballo

INTERNAZIO­NALISMO Icardi gioca nell’Internazio­nale, il suo tasso di internazio­nalismo però è basso. A 25 anni, quando si è giovani, non più giovanissi­mi, può appoggiare sul piatto soltanto 15 presenze e sei gol in Europa League. Non ha mai messo piede in Champions, il vero palcosceni­co globale, né al Mondiale o alla Coppa America. Nell’Argentina vanta appena quattro presenze nelle qualificaz­ioni a Russia 2018. Sotto questo aspetto Higuain è avanti anni luce: ha disputato una finale di Champions, una di Coppa del Mondo e due di Coppa America. Il problema qual è? Che le ha perse tutte e quattro. Oggi a San Siro è atteso Jorge Sampaoli, il c.t. dell’Argentina. Higuain dovrebbe avere un posto tra i 23 della Selecciòn al Mondiale, usiamo il condiziona­le perché non si sa mai, ma l’accredito del Pipita pare blindato. Icardi, nella fresca intervista al quotidiano argentino Olé, ha scelto la linea del fatalismo: «La Coppa del Mondo è un obiettivo, ma non mi lascio assalire dalla pressione. Al Mondiale andrà chi è più in forma». Icardi e Higuain sono così diversi che potrebbero giocare assieme, è questo il paradosso.

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