La Gazzetta dello Sport

Tripletta del Cholito: il Napoli cade a Firenze Ma non si placano le polemiche su Orsato

●Il rosso all’eroe dello Stadium Koulibaly dopo 6’ appesantis­ce gli azzurri già stanchi: la Fiorentina domina, il Cholito si scatena

- Fabio Bianchi INVIATO A FIRENZE @fabiowhite­s

JUVE SCUDETTO & VELENI

Questa maledetta domenica. Pepe Reina non avrebbe mai immaginato di viverla così: seduto a terra, triste, solitario y final, con le gambe incrociate e la testa tra le mani per nascondere le lacrime di un omone che eppure ne ha viste tante. Ma non questa. Che destino cinico e baro. Dall’euforia e i gavettoni nello spogliatoi­o di casa Juve dopo l’impresa e il sogno scudetto che si alzava come un arcobaleno all’orizzonte, alla partita-incubo di Firenze. Ed è scesa la notte. Tutto buio, all’improvviso. Con dei colpi di teatro degni di Shakespear­e. L’eroe che dal punto più luminoso del palco finisce nella polvere, quel Koulibaly che a Torino riaccende all’ultimo respiro più di una speranza e che qui al primo intervento lascia i compagni in dieci. Mazzoleni aveva dato rigore e ammonizion­e, la Var l’ha tramutato in rosso e punizione. Non è periodo per gli arbitri (c’era anche un rigore per la Viola per mani di Albiol). E poi l’eroe che non ti aspetti: quel Simeone da alti e bassi, da centravant­i che non vede molto la porta, che si trasforma in superman. Mai visto così veloce,

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LO STOP le partite senza k.o. del Napoli fuori casa: terza striscia più lunga di sempre interrotta ieri

dicono qui, mai così terminator. Tripletta e scudetto in pratica consegnato alla Juventus. Eh sì, perché ci tocca dire che nel calcio può succedere di tutto, ma il tutto sembra già successo in questo weekend. Non è finita fin quando non è finita, ma... Ma ora all’allegra banda Allegri basta vincere le due partite in casa con Bologna e Verona ed è fatta: settimo titolo consecutiv­o. La cosa buffa, se vogliamo maligna (e qualche tifoso in tribuna lo sottolinea­va amareggiat­o), è che proprio la Fiorentina dà la spinta decisiva per lo scudetto alla sua nemica togliendo al Napoli quattro punti (pareggio al San Paolo), giusto quelli che separano le duellanti. La Fiorentina che al Comunale non fa vincere gli azzurri dal 2009, che ha giocato una partita quasi perfetta, ordinata ed efficace (con l’ausilio dell’uomo in più, ovvio) come non le capita spesso. Tutto, involontar­iamente, a dispetto dei sogni del Napoli. Lassù qualcuno non li ama. Nel senso del cielo eh, non di poteri più terreni. Ma quaggiù sì: commoventi gli oltre cinquemila tifosi che alla fine hanno applaudito la loro squadra e consolato gli eroi che fino all’ultimo hanno provato a scalfire il cannibalis­mo della Juventus. Più vicini di così non ci erano mai andati. Tanto di cappello a quello che hanno mostrato Sarri e il suo Napoli, il meglio gioco che c’è, spettacola­re e vincente, con l’unico difetto degli stessi interpreti. La rosa corta alla fine ha pesato. Come si è visto qui a Firenze. Ora il Napoli ha comunque il dovere di crederci fino in fondo, di non mollare, soprattutt­o per i sui tifosi. Ma il timore della città non è più l’adesso, è il domani. E’ il timore che la squadra si sfaldi, tra giocatori che se ne andranno e tecnico che non ha ancora firmato. Vedremo.

LA PARTITA Con l’espulsione di Koulibaly, il Napoli si è trovato nella stessa situazione dell’Inter contro la Juve ma ha reagito nel modo opposto. Scatenati i nerazzurri, rabbiosi dopo il pugno in faccia. Abbattuti gli azzurri: il pugno in faccia ha avuto subito tutta l’aria di un k.o. Come se l’uomo in meno avesse mandato in corto circuito il delicatiss­imo e quasi perfetto meccanismo del flipper sarriano. E in aggiunta, tutta la stanchezza di una stagione di corsa forsennata si è fatta sentire di colpo. Passaggi sbagliati, errori in uscita, distrazion­i mai viste, come quello che ha portato al gol Simeone, che dopo il taglio sul lancio di Biraghi si è trovato tutto solo davanti a Reina. Un Tonelli imbambolat­o si è fatto scavalcare senza nemmeno provare a chiudere. Ecco, Tonelli. Altra similitudi­ne con la sfida dell’Inter. Spalletti ha ammesso il cambio sbagliato di Santon nel finale, chissà se Sarri lo ammetterà. Ha voluto mantenere la difesa a quattro, comprensib­ile, ma togliendo Jorginho ha lasciato il centrocamp­o già sulle gambe senza filtro. Se anche Allan, il mastino Allan eh, a volte non rincorreva più il rivale che lo saltava, immaginate­vi la situazione. Noi, modestamen­te, avremmo giocato col 3-3-3. Risultato del primo round: undici tiri della Viola (cinque nello specchio) a zero. Con Reina che ha salvato il disastro su Biraghi (punizione) e Chiesa (in uscita). Nel secondo round, stessa solfa, se non peggio. Sarri ha fatto i soliti cambi, ma il Napoli non ne aveva più e la Fiorentina viaggiava tranquilla verso la vittoria. Super Simeone ha colpito altre due volte, Reina ha fatto qualche parata, Sportiello una sola, facile, su Mertens. Il sipario era già calato molto tempo prima. Ora pare proprio calato anche il sipario del campionato. Napoli, è stato bello. Poteva esserlo molto, molto di più.

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MOMENTO SÌ le vittorie della Fiorentina nelle ultime 10 partite (anche 2 pareggi e una sconfitta)

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