La Gazzetta dello Sport

È il Cholito ma sembra il Pipita «Per papà»

tecnico Pioli si coccola l’argentino: «Gli avevo detto che avrebbe superato il suo record in A...»

- Giovanni Sardelli FIRENZE

Se la doppietta con la maglia del Genoa lo scorso anno aveva colpito la Juve, la tripletta con la 9 viola sulle spalle ha affondato il Napoli. La battaglia del Cholito è culminata con il pomeriggio perfetto. Una partita mostruosa nella quale ha condensato tutto ciò che ha. Tre gol, espulsione provocata, recuperi difensivi degni del miglior stopper e scatti continui nel cuore della difesa del Napoli. Che ha sanguinato fin dal principio. Farlo davanti a uno squalo come Giò ha certificat­o la fine.

GRAZIE PER LA FIDUCIA Il peso dei 16 milioni sborsati al Genoa per averlo ha rischiato di schiacciar­e il centravant­i: ed è giusto ricordare come la stagione non sia stata tutta rose e fiori. Dimenticar­e l’età dell’argentino però, è peccato mortale. Nessun calciatore nato dal 1995 (come lui) in poi lo precede in classifica marcatori. Qualcosa dovrà pur significar­e. Come i gol segnati alle grandi in stagione. Tre al Napoli, due alla Roma, uno a Inter e Milan tanto per fare un esempio. Perché nelle difficoltà si esalta. Agonista del pallone a dispetto della serenità fuori dal campo data anche dalla fede buddista. «Il mister ha sempre creduto in me – ha detto dopo la prestazion­e monstre – e io sono molto felice di essere alla Fiorentina. Sono giovane e credo nel lavoro: questi gol ripagano tutti i miei sforzi». Poi sulla gara. «È logico che nel Napoli l’uomo in meno abbia pesato e hanno avuto grandi difficoltà a creare gioco. Noi invece siamo stati bravissimi e proveremo ad andare in Europa. A chi dedico i gol? A mio padre e mio nonno», ha confidato.

VOGLIA MATTA Pioli per il Cholito è un punto fermo. «È il prototipo di attaccante perfetto per noi», disse il tecnico ad acquisto ultimato. Lo ha difeso dalle critiche, spronato sul più bello, schierato praticamen­te sempre. Una fiducia non a tempo: data invece dalla convinzion­e che uno così, nella sua squadra, serva eccome. «Il merito però – ha detto Pioli – è tutto suo. Giovanni è cresciuto grazie al proprio lavoro perché è un ragazzo determinat­o. Vuole migliorare e crescere, sempre». Calendario alla mano, anche la prossima sarà una domenica dalle forti emozioni. Con Simeone che tornerà per la prima volta a Genova da avversario contro il club che lo ha scoperto, coccolato e valorizzat­o. Lo spazio per i sentimenti durerà il giusto. Perché la classifica può ancora riservare sorprese. PATTO DELL’ASADO Simeone che esce con il pallone sotto al braccio davanti alla curva Fiesole che canta «Argentina Argentina» è l’immagine del match. La continuità di prestazion­e all’interno della partita ha entusiasma­to tutti. Logico che l’infallibil­ità davanti a Reina abbia fatto il resto. Mai il Cholito aveva segnato più di un gol nella stessa partita in maglia viola fino a ora. Con quelli di ieri è arrivato a quota 13, superando i 12 messi a segno lo scorso campionato con il Genoa. Tutti, peraltro, arrivati all’interno dell’ara di rigore, tanto per definirne le caratteris­tiche di bomber spietato. Glielo aveva detto Pioli a inizio anno. «Supererai il tuo record». Per questo Giò presto pagherà. Asado per tutti, staff e compagni, felice di farlo. Cucinerà carne, ma il sapore sarà dolcissimo.

LA DEDICA L’attaccante alla prima tripletta a Firenze: «I tre gol merito del sacrificio. Sono per mio padre e mio nonno»

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Giovanni Simeone, 22 anni, è a 13 gol in questo campionato LIVERANI

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