Ansia Roma: a Strootman ora serve un miracolo
●>ecupero difficile. Di Francesco: «Ma io ci credo». Botteghino record
Il corridoio dell’Olimpico è lungo come una vita piena di ricordi. Con tutto il rispetto per il Chievo, le frasi motivazionali che sabato vi si potevano leggere avevano un altro destinatario. «Il fatto che sia difficile non vuole dire che è impossibile», «Improbabile significa solo che può succedere», «Non dico che sarà facile, ma sono certo che ne varrà la pena», «Sembra impossibile finché non viene realizzato». Se a Liverpool avranno sentito le orecchie fischiare, non è successo a caso. Certo, mercoledì – per educazione nei confronti dell’avversario – nelle parti comuni quei cartelli non ci saranno, ma l’aria che si respira a Trigoria sa di ottimismo.
ANSIA STROOTMAN Eppure le cattive notizie non mancano. Come si temeva, Perotti e Defrel non ce la faranno, mentre di ora in ora le possibilità che Strootman – che ha un problema al costato – possa giocare titolare stanno perdendo quota. Insomma, al fixing odierno a centrocampo è in vantaggio Pellegrini, ma per il resto la squadra sembra fatta, col ritorno a un 4-3-3 che prevede Alisson in porta; davanti a lui Florenzi, Manolas, Fazio e Kolarov; in mediana Pellegrini, De Rossi e Nainggolan e in attacco Schick, Dzeko ed El Shaarawy. Quanto basta perché la Roma possa giocarsela con eccellenti speranze contro un Liverpool che in difesa non sembra insuperabile. Più o meno tutto il contrario del biglietto da visita con cui si presentano i giallorossi, visto che la retroguardia della squadra di Di Francesco non ha subito un gol nei match europei giocati in casa.
CINQUE MILIONI Motivo in più per sperare che un impatto degno delle grandi occasioni, la Grande Magia possa ripetersi. L’Olimpico infatti, grazie ai 62.000 biglietti venduti (5.000 ai tifosi del Liverpool), sarà tutto esaurito, consentendo alla Roma di stabilire il record d’incasso della propria storia: circa 5 milioni di euro. Come dire che ci sono tutte le premesse per una notte che possa essere indimenticabile.
DIFRA CI CREDE Ne è convinto anche Di Francesco che, ospite ieri a «Che tempo che fa» su Rai Uno, ha ribadito il suo mantra. «Io ci credo. Siamo arrivati in semifinale, però non ci accontentiamo. Vogliamo credere in questa rimonta. nel nostro mondo c’è pessimismo, ma io per carattere sono ottimista. La cosa che mi piace del mio lavoro è trasmettere gioia, anche se poi mi piace lasciare spazio agli altri». Sull’ambiente dice: «Conosco tanti allenatori che danno consigli... Ma non mi infastidisce, fa parte del calcio. La Juve? Adesso è favorita, però deve venire a giocare all’Olimpico». Sugli incidenti di Liverpool, poi, è chiaro: «Il primo danno lo fanno alla squadra. È una minoranza che non ha niente a che vedere col tifo. Io sono contrario a ogni forma di violenza». Su Ancelotti dice: «Magari Costacurta potrebbe convincerlo». Poi Di Francesco racconta: «Ho cominciato col ciclismo, poi ha prevalso il calcio. L’esperienza, però, servirà per la salita». Che sarà dura.