La Gazzetta dello Sport

LE PAROLE DI TEBAS, SKY E NOI

- IL COMMENTO di ANDREA MONTI

Il commento che Sky ha dedicato ieri a Javier Tebas e alla sua intervista su queste colonne merita qualche puntualizz­azione. La polemica è il sale del giornalism­o, la malizia gratuita va respinta al mittente. I fatti. La Gazzetta ha pubblicato una conversazi­one con il presidente della Liga, non un suo “editoriale” contro Sky. Domande e risposte in cui Tebas non ha diffamato la pay tv, l’ha criticata che è cosa ben diversa. E’ una sua opinione e non necessaria­mente corrispond­e alla nostra: pare superfluo ricordare che la Rosea non fa da ufficio stampa a nessuno né ha mai scritto sotto dettatura. La questione dei diritti televisivi è assai intricata e coinvolge interessi economici potenti. Sky ha il sacrosanto diritto di replicare, anche duramente, alle parole di Tebas, ma l’accostamen­to iniziale a Urbano Cairo, «editore (anche della Gazzetta, n.d.r.) e presidente», più che malizioso risulta francament­e offensivo. La verità è che Cairo non ha «candidato» il manager spagnolo alla Lega di A per iniziativa personale. La selezione è frutto del lavoro di una commission­e a cui hanno partecipat­o pure Napoli, Inter, Milan e Samp, e il prescelto risultava assai stimato dagli stessi vertici di Sky Italia. Se lo ha sostenuto pubblicame­nte non è certo in quanto “nemico” della media company di Murdoch ma come uomo di grandi risultati e riconosciu­ta capacità. Il contenuto di quella intervista può piacere o non piacere, ma l’analisi impietosa e appassiona­ta del nostro calcio conferma che Tebas era l’uomo giusto per riformarlo dalle fondamenta, cosa di cui tutti i tifosi - tra cui molti abbonati di Sky - sentono urgente bisogno. E che la sua rinuncia è stata un’occasione perduta. Non è vero che i valori della Serie A e della Liga, anche nel campo dei diritti domestici, siano “vicini”: la demografia e la penetrazio­ne della pay tv ci dicono che la Spagna è davanti a noi anni luce. E che la valorizzaz­ione del calcio italiano ha margini assai ampi di migliorame­nto. Al netto delle opinioni e dei legittimi interessi, da questo dato tutti dobbiamo ripartire.

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