La Gazzetta dello Sport

Così si invertono i ruoli Hakan va in aiuto di Rino e prende la 10 del futuro

●●attuso lo ha allenato e motivato, ieri il turco si è sdebitato L’allenatore lo promuove: «Può fare il fantasista a mani basse»

- Marco Pasotto INVIATO A BOLOGNA TOCCHI PER ZONA

Bonucci-Kessie-Cutrone-Calhanoglu, con destro vincente del Calha da fuori area: attenzione a questa descrizion­e. Rino Gattuso a Bologna non ha trovato nella sua squadra tutto il conforto che sperava, ma qualche obiettivo l’ha raggiunto. La genesi del primo gol corrispond­e infatti a due precise richieste dell’allenatore: ai giocatori aveva chiesto un lavoro di gruppo senza iniziative strane da parte dei singoli, e a Calhanoglu aveva chiesto di tirare. Anzi, per essere precisi, di «buttare giù la porta». Se poi qualcuno di quei singoli ha i piedi e la tecnica di Hakan, ovviamente si semplifica tutto. Il Calha risolve la settimana più complicata del suo allenatore proprio come Rino aveva chiesto a Milanello qualche giorno fa: usando la qualità. Il gol, l’assist per Bonaventur­a, un numero da marziano che ha messo Suso davanti al portiere, più il consueto logorio muscolare in copertura: la partita di Hakan è chiusa qui dentro e che sia stato lui l’uomo capace di aiutare Gattuso a raddrizzar­e il timone ha assolutame­nte un senso. Perché dietro il Calhanoglu della seconda parte di stagione c’è tanto Rino. Ci sono indicazion­i tattiche specifiche - e ci mancherebb­e altro -, ma ci sono soprattutt­o colloqui personaliz­zati. Gattuso col Calha ha fatto da allenatore e da motivatore. Da guida e da psicologo. «Mi ha sempre detto di liberare la mente e di giocare il mio calcio», raccontava qualche giorno fa. Ieri ha aggiunto: «Lavora alla grande con noi, vuole sempre il 100% da tutti. È fondamenta­le per questa squadra, vogliamo l’Europa League».

PROGETTO GIOVANI Calhanoglu ha sviluppato in pochi mesi un grande senso di appartenen­za al Milan dopo il primo periodo di timidezza, in campo e fuori. Adesso quando segna (siamo al sesto gol stagionale) bacia persino lo stemma. Cioè, tecnicamen­te si tratterebb­e di un morso, in realtà somiglia più a un bacio. Significa stare bene nel posto in cui si lavora e Gattuso avrebbe tanto voluto vederlo in campo col Benevento, ma si è messo di traverso un ginocchio che ballava un po’ troppo. E il Milan senza Hakan si è ritrovato spento. «Ha caratteris­tiche uniche in questa rosa», diceva in vigilia Gattuso. Ieri invece si è arrabbiato con chi ha definito il Milan Calha-dipendente, però poi non ha potuto trattenere i compliment­i: «E’ stato fondamenta­le nel secondo tempo, ha chiuso le linee di passaggio e le 4-5 volte in cui siamo ripartiti è stato grazie a lui. Se può fare il numero 10? Beh, premesso che è il numero che ha sulle spalle, certo che sì. Tutta la vita, e a mani basse. Guardate il gol: se gioca in zona centrale e riceve bene, può andare al tiro con pericolosi­tà. Partendo da esterno c’è uno step in più». Per la cronaca, Gattuso ha già detto che lo vedrebbe anche davanti alla difesa: quando ci sono i piedi buoni, le opzioni si moltiplica­no. E poi, come ha sottolinea­to ieri con orgoglio Rino, il Calha è uno di quelli che hanno il 9 come terza cifra dell’anno di nascita. Gattuso parlava di progetto e di «ciclo importante»: ai suoi occhi Hakan ne sarà una delle colonne. 212 5 9 3

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IL NUMERO i gol stagionali di Calhanoglu, così divisi: 4 in campionato e 2 in Europa League

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