La Gazzetta dello Sport

Donadoni: «Penalizzat­i Il gol del pari regolare»

- BOLOGNA l.b.

● Due indici, sono sempre due indici. Riccardo Orsolini, quando ha segnato l’1-1, ha alzato due dita al cielo in una dedica spontanea per il nonno, morto da pochi giorni. Con le mani nei capelli, piangeva. Pochi secondi dopo, l’arbitro Giacomelli ha mosso due dita per disegnare il rettangolo nell’aria e ha fatto capire che, secondo lui e la Var, quel gol era da annullare. I tifosi del Bologna sono tornati a casa parlando di quell’episodio perché il fallo di mano di Palacio è tutto tranne che volontario. Anche Donadoni, non un lamentoso di profession­e, ha avuto qualcosa da dire in merito: «Il gol non era da annullare, Palacio la prende con la mano ma era a un metro e mezzo di distanza. Si sbaglia, non è un problema, ma mi piacerebbe che ammettesse­ro l’errore. Spesso sono penalizzat­i i più deboli». E ancora: «Ci sono due pesi e due misure. Trovo veramente assurdo questo tipo di valutazion­i». Riferiment­o non casuale, una doppia decisione di Mazzoleni in Napoli-Bologna: il rigore dato per un (non) fallo su Callejon e un fallo di mano di Koulibaly in area non rivisto nello schermino Var. Il Bologna si è complicato la vita da solo e a inizio secondo tempo è stato lontano dalla sufficienz­a, però ha avuto una chance di rimettere in piedi la partita. Di nuovo Donadoni: «Ho messo Keita e non Di Francesco perché volevo sfruttare i suoi cross. Ma mi sarei aspettato un po’ di vigore in più da chi è subentrato. Orsolini? Direi bene, può essere ancora più intraprend­ente e incisivo, avere più fame e prendere spunto da Cutrone per la cattiveria». A giudicare da una espression­e del numero 8 a una domanda in zona mista, il rapporto giocatore-allenatore non dev’essere a livelli da GuardiolaI­niesta.

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Roberto Donadoni, 54 anni GETTY

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