Gattuso: «Abbiamo fatto di tutto per rovinare il film»
●>ino soddisfatto a metà: «Manca un bomber da 20 gol, vincere la Coppa Italia con prestazioni così è difficile»
I209.878 fan della pagina Facebook di Gargamella, il mago che odia i Puffi, possono mandare una lettera di protesta a Rino Gattuso. Commento a Bologna-Milan: «La priorità era uscire da questa settimana, dopo una bruttissima sconfitta. A Milanello non abbiamo trascorso momenti belli. Quando perdi diventi brutto come Gargamella, io conosco le dinamiche di questo mondo, non ho fatto il pescatore». Se i 209.878 non si offendono, si può dire: la metafora è di stile. Gattuso riassume così una partita un po’ folle, come logico dopo una settimana tutto tranne che normale, tra giorni di riposo cancellati e conferenza di vigilia aggressiva. «Abbiamo fatto di tutto per rovinare il film, ma oggi non era facile. Il fatto che ci manchi un bomber da 15-20 gol è un dato di fatto. Io, però, invece che di questo, parlerei dell’età di questa squadra: se togliamo Bonucci, Rodriguez e Zapata, sono tutti giovani». Al netto di una piccola dimenticanza – Bonaventura è un ‘89 - Gattuso ha ragione. Il Milan non è stato certo perfetto però, a modo suo, ha risposto alle provocazioni. Ieri è stato pericoloso, ha sofferto poco, a tratti ha dominato. Il Milan spento visto contro il Benevento si è trasformato in una squadra meno piatta. Non per caso, la serata si è chiusa con un trattato di pace: i giocatori avranno i famosi due giorni liberi. Ponte del primo maggio come (quasi) tutti gli italiani. LA CAPOCCIATA Gattuso ieri non si è nemmeno tolto la giacca. Ha allenato dal confine dell’area allenatori e nei primi minuti si è agitato vedendo una squadra lenta, prevedibile: «Potevamo stare una giornata a palleggiare e al Bologna avremmo fatto il solletico. La partita è cambiata quando abbiamo provato a verticalizzare di più con gli inserimenti di Suso, Kessie e Cutrone». A proposito di Cutrone, quando Suso gli ha apparecchiato la tavola e Patrick si è divorato un gol grande come le due torri, l’ira funesta di Gattuso è tornata ai livelli di venerdì. Anche alla fine ha lasciato un paio di frasi pungenti: «Non mi interessa che cosa possono pensare i giocatori, magari a qualcuno di loro starò sulle scatole, qualcuno vorrebbe darmi una capocciata in bocca, ma io voglio essere coerente, portare a termine un lavoro. Dobbiamo riflettere sul perché non riusciamo a chiudere le partita, è un problema che ci portiamo dietro da tanto». E ancora, più sereno: «Possiamo solo crescere in tutto e anche io devo migliorare tanto. Non ho l’esperienza del sessantenne. Il duello con l’Atalanta e la finale di Coppa con la Juve? Pensiamo alla partita di sabato col Verona. Anche perché vincere la Coppa Italia con prestazioni così è difficile».