Euro-spettacolo Atalanta Genoa al mare per un’ora
●Barrow-Cristante-Ilicic blindano la vittoria e tengono a -1 il Milan I rossoblù, già salvi, in partita solo con l’ingresso di Pepito Rossi
Ci sono due modi per analizzare questa partita. Il primo: l’Atalanta, motivata dalla concreta possibilità di qualificarsi nuovamente per l’Europa League, batte con facilità il Genoa, completamente scarico dopo aver raggiunto la salvezza. Il secondo: il gusto del gioco spinge i nerazzurri ad andare oltre le difficoltà psicofisiche e a chiudere in anticipo una gara che nel finale il Genoa, proprio ritrovando lo stesso gusto del gioco, ha cercato di riaprire. Sono due chiavi di lettura ugualmente valide e assolutamente non in contraddizione. Il sogno europeo avrebbe potuto innervosire l’Atalanta, togliergli l’abituale baldanza e zavorrare le gambe già appesantite da quasi cinquanta partite. E invece i nerazzurri hanno giocato un primo tempo splendido, fatto di combinazioni, triangoli veloci, attacco degli spazi, smarcamenti. Dall’altra parte il Genoa avrebbe dovuto affrontare la gara con la serenità di chi può semplicemente divertirsi a giocare. E invece ha corricchiato fino a quando non è entrato Giuseppe Rossi, ossia uno che ha perso troppo tempo e pallone e che quindi ha una voglia matta di correre, calciare, dribblare, segnare, divertirsi appunto.
STRATEGIA Quando Pepito ha ridestato i compagni e rianimato la partita, l’Atalanta aveva ormai già aggiunto tre punti alla sua sontuosa classifica. Gasp fa sul serio e arriva lanciato allo sprint per la seconda Europa consecutiva. I nerazzurri non vincevano tre gare di fila dal febbraio 2017 e ieri ci sono riusciti grazie alla velocità delle loro frecce (Castagne e Barrow), alla qualità di Cristante (un gioiello il 2-0 costruito con Gomez), alla pressione alta che non faceva ragionare un Genoa comunque arrivato in gita e quindi poco propenso alla lotta. Il gol dell’intraprendente Barrow (lancio di Toloi prolungato di testa da Cristante, Rossettini seminato in progressione, Perin sorpreso) ha indirizzato la sfida e il raddoppio l’ha virtualmente chiusa al 22’. Strategia impeccabile di Gasperini: le energie sono ormai poche e vanno gestite, risolvere una gara in meno di mezz’ora e poi rallentare è segno di maturità anche se poi il pallone andrebbe comunque gestito meglio per evitare le sorprese che, soprattutto nelle ultime giornate, sono sempre possibili. Ed è questo che l’Atalanta dovrà imparare a fare nelle prossime decisive sfide contro Lazio e Milan: ci saranno fasi di gara in
cui non riuscirà a comandare il gioco e allora dovrà essere brava a controllare senza concedere troppo e senza lasciare completamente l’iniziativa agli avversari. La crescita passa anche attraverso la capacità di gestire la palla a ritmi bassi.
CAMBI Probabilmente ieri l’Atalanta non si aspettava una reazione del Genoa, ma Ballardini non ama le brutte figure e allora ha fatto due cambi all’intervallo (passando dal 3-5-2 a un modulo cangiante: un po’ 43-1-2 ma prevalentemente 42-3-1 grazie ai movimenti di Bertolacci e Pandev) e poi ha inserito anche Giuseppe Rossi, la cui tecnica è stata preziosa per aprire spazi e creare occasioni. Ilicic, forse fiutando il pericolo, ha spedito il pallone all’incrocio e l’Atalanta a quota 58 in classifica, ma nell’ultimo quarto d’ora il Genoa ha segnato (splendida punizione di Veloso), sfiorato due gol (Lapadula e Rossi) e conquistato un rigore poi giustamente cancellato dopo controllo alla Var. Nessun segreto tranne uno: il gusto del gioco. Dopo un’ora passata a vagare per il campo senza una logica e soprattutto senza voglia, il Genoa ha iniziato a correre e a divertirsi. Era tardi, certo, ma almeno ci ha provato. Chi ci prova sempre, e da sempre, è l’Atalanta di Gasp: è giusto che sia di nuovo così vicina all’Europa.
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LA SERIE POSITIVA le gare consecutive vinte dall’Atalanta (contro Benevento, Torino e Genoa): una serie che mancava da febbraio ‘17