La Gazzetta dello Sport

Blitz Semplici Spallata alla B Verona k.o. e disperato

●Hellas in vantaggio poi il crollo È la 24a sconfitta in campionato, record: e sabato con il Milan può arrivare la retrocessi­one

- Guglielmo Longhi INVIATO A VERONA

In uno dei giorni più tristi della storia recente della Verona calcistica, l’Hellas si scopre in B insieme col Chievo, e la coincidenz­a, come ovvio, non ha niente di consolator­io. I fischi che accompagna­no la sconfitta con la Spal, la quarta di fila, la numero 24 (record negativo in A), confermano che questa è una retrocessi­one dolorosa, che i tifosi la consideran­o un insopporta­bile torto verso di loro. Due anni fa è stato diverso, perché oggi, come dice il presidente Setti, «noi siamo questi. Ora si riparte». Ammissione di un complesso di inferiorit­à che si è trascinato per mesi e che a un certo punto ha fatto esplodere errori e contraddiz­ioni. Ma Pecchia non accetta processi, non adesso, perché i processi «li ho subiti sin dall’inizio: primo, secondo e terzo grado». Ecco chi resta sulle macerie gialloblù: un presidente e un allenatore che da queste parti nessuno sopporta più.

CHE COSTA La Spal fatica comunque a portare a casa una vittoria pesantissi­ma dopo sei pareggi e una sconfitta. Parte male, perché prende un gol su disattenzi­one della difesa e perde Lazzari, uomo chiave del gioco di Semplici. Che fa entrare Costa, spostandol­o sulla fascia opposta. La mossa funziona, è sulla sinistra che nasceranno gran parte dei pericoli per l’Hellas, visto che Costa entra, in percentual­i diverse, in tutti i gol. L’approccio molle complica le cose insieme alle scelte di Pecchia, un 4-3-3 con tendenza 4-5-1 con Cerci e Fares che si abbassano sulla linea dei centrocamp­isti. Per chi ha nel gioco sulle fasce il marchio di fabbrica, è un ostacolo non da poco, perché al centro c’è un regista inedito (Everton Luiz) abituato a contenere più che a costruire. La sciagurata autorete di Fares fa svoltare la partita, la Spal conquista il campo, accentua il possesso palla e controlla un avversario sempre più depresso. Poi va avanti con il primo gol del campionato su angolo, uno schema al quale partecipan­o due terzi della difesa: dal solito Costa, spizzata di Vicari, acrobazia di Felipe. Un segno del destino nel giorno della modesta giornata degli attaccanti.

ALLO SBANDO Il Verona non segnava su azione dal 10 marzo (Caracciolo nel derby col Chievo): questa è l’unica nota positiva del pomeriggio. Insieme a un primo tempo dignitoso: il crollo avviene a inizio ripresa ed è velocissim­o, perché la squadra si porta negli spogliatoi­o il pensiero di un pari regalato. Pecchia prova la mossa della disperazio­ne: fuori Calvano, dentro Kean che va accanto a Petkovic, sugli esterni Cerci e Matos che però si stanno spegnendo poco per volta. Dietro, la coppia Romulo-Fossati a sostenere l’impatto di un 4-2-4 iper offensivo quanto inutile. Servirebbe ben altro per sollevare una squadra che cerca se stessa. E che i tifosi sono stanchi di aspettare.

>●ialloblù fischiati, ambiente a pezzi Euforia emiliana, Chievo sorpassato e salvezza virtuale

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LAPRESSE La delusione dei giocatori del Verona a fine partita

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