La Gazzetta dello Sport

CAVALLINO DA TITOLO MA COSÌ NON VA, SEB!

- L'ANALISI di PINO ALLIEVI

Ma la Ferrari ha davvero voglia di vincere questo Mondiale? Non è possibile buttare via due vittorie di fila con una macchina tanto superiore alla concorrenz­a. Tanto è vero che Lewis Hamilton, dopo essere sceso dal podio, ha detto di essere stato fortunato «perché la Mercedes non aveva il ritmo per battere la Ferrari».

A Shanghai era stato un mix di errori strategici e sfortuna a trasformar­e la prima e seconda posizione in griglia in un deprimente terzo e ottavo posto alla fine della gara. A Baku sono stati i piloti e la squadra a mutare il possibile trionfo in una evitabile disfatta. Cominciamo dai piloti. Raikkonen, sabato, con un errore ha buttato via la pole position. Vettel ci ha messo una pezza, tuttavia se Kimi fosse scattato in prima fila avrebbe evitato la collisione con Ocon. Seb, poi, ha sbagliato clamorosam­ente il sorpasso a Bottas dopo l’uscita della Safety Car e ha così spianato la strada a Hamilton, che ha ringraziat­o. Un pilota deve sempre provarci. Ma farlo alla prima curva, con gomme fredde, è parso un azzardo eccessivo quanto inutile, visto che c’era tutto il tempo per tentare la manovra con più margini di sicurezza.

Però il team è stato complice, non costringen­do Seb a forzare l’andatura (pur avendo gomme meno affaticate) quando Bottas era passato al comando. Andava fatto, consideran­do che incidenti e relativa Safety Car sono praticamen­te una costante a Baku. Con un ritmo meno blando – Maranello si sentiva forse già la vittoria in tasca? – Vettel sarebbe uscito in testa dopo il secondo pit stop, facendo sua la corsa. Insomma, la Ferrari avrebbe dovuto trarre il massimo dal momento-no della Mercedes. Invece, in un solo colpo, ha perso la gara e la leadership del Mondiale piloti, dando alla nuova classifica lo strano volto di una realtà camuffata.

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