MANCIO AVANTI TUTTA
Blitz a Roma per incontrare Costacurta e Oriali Nazionale a un passo «Io c.t.? Sarebbe un onore»
Italia-Roberto Mancini, avanti tutta: il matrimonio (annunciato) a questo punto è a un passo. Le basi del progetto con vista Europeo 2020, che porterà l’attuale tecnico dello Zenit San Pietroburgo a guidare la Nazionale probabilmente già dall’amichevole del 28 maggio con l’Arabia, sono state gettate ieri a Roma. Tavolo della trattativa apparecchiato in un incontro di oltre due ore nell’abitazione del tecnico: presenti il vicecommissario della Figc, Alessandro Costacurta, e Lele Oriali, team manager della Nazionale e dirigente (il più legato al Mancio) ai tempi della prima parentesi nerazzurra del tecnico, dal 2004 al 2008. Non è ancora certo che il connubio si ricreerà in azzurro, ma questo è il desiderio dell’allenatore e anche della Figc, che al dirigente ha chiesto – già da tempo – di mantenere il ruolo a prescindere dal nome del nuovo tecnico.
LA BUGIA Che a questo punto, salvo sorprese, sarà appunto Mancini. Perché le due volontà, quella federale e quella del tecnico, combaciano perfettamente, a differenza di quanto successo alla fine con Ancelotti. Dopo il suo no, Mancini è diventato l’obiettivo numero uno della Figc e il tecnico da tempo considera la Nazionale una prospettiva di grande prestigio. Lo ha spiegato anche ai microfoni di Radio Rai, concedendosi una bugia strategica: «Non ci sono stati contatti con la Federazione, mai mai. Però per un tecnico allenare l’Italia, una delle squadre più importanti al mondo, è un incarico prestigioso, di cui essere orgoglioso. Incertezza sui vertici federali? Con una federazione commissariata abbiamo vinto il Mondiale nel 2006: magari è di buon auspicio...».
SCENARI L’aspetto economico difficilmente sarà un problema, anche perché le carte in tavola sono chiare da tempo. La Figc, fra budget proprio e contributo di sponsor tecnici, potrà garantire a Mancini circa 4 milioni: cifra interessante, tanto più per un tecnico che conside- ra conclusa la sua esperienza nel campionato russo. Proprio il contratto in essere con lo Zenit potrebbe essere l’ultimo ostacolo: il presidente del club pare non averla presa bene quando l’allenatore gli ha comunicato, già tempo fa, l’intenzione di interrompere il rapporto. Volontà ribadita ieri a Costacurta e Oriali: il tecnico è fiducioso di poter arrivare ad una soluzione consensuale con i russi.
IL VOLO Di questo e molto altro si è parlato nell’incontro di ieri. Il volo FV6675 Aeroflot che ha portato Mancini a Roma è atterrato da San Pietroburgo alle 12.11, con sei minuti di ritardo. L’allenatore è stato uno dei primi ad uscire dal terminal 3 dell’aeroporto di Fiumicino. Giacca e cravatta scure, camicia chiara, trolley in mano, è subito salito nella macchina che lo stava aspettando. «Sono qui solo perché ho casa a Roma. Torno quasi una volta a settimana», le poche parole rilasciate al Leonardo da Vinci. Da dove l’auto, rigorosamente con vetri oscurati, si è diretta a casa Mancini: cuore di Roma, a pochi passi dalla stazione metro Flaminio. Parecchi curiosi ma, una volta tanto, non sono lì per lui: c’è Francesca Michielin che sta cantando all’interno della stazione.
L’INCONTRO Da quel momento e fino a metà pomeriggio calma piatta. Passano le ore, ma Mancini resta in casa. Alle 16.05 arriva una macchina scura: a bordo Lele Oriali, team manager della Nazionale e Alessandro Costacurta, vicecommissario straordinario della federazione. Citofonano, aspettano pochi secondi e il portone bianco della casa di Mancini si apre. Facce concentrate, l’incontro è importante. Costacurta non resta molto, se ne va già dopo una ventina di minuti: il tempo di esprimere a Mancini la volontà della Figc di puntare su di lui e di avere dal tecnico una conferma del suo interesse a guidare la Nazionale. Prima di salire nell’auto che lo attendeva sotto casa del tecnico, un tifoso lo ferma e gli chiede un selfie. A casa Mancini, intanto, il discorso prosegue con Oriali, che nell’appartamento dell’allenatore resta a lungo. Un’ora, due, due e mezza. Esce alle 18.38, ha il viso molto più rilassato rispetto a quando è entrato, accenna perfino un sorriso. «Si è trattato solo di una visita di cortesia, nulla di più», assicura prima di salire in auto e andarsene. Un’altra bugia «necessaria»: non sta a lui, ma ai vertici federali, aggiungere altro.
UN ALTRO INCONTRO A questo punto lo faranno probabilmente fra domenica e lunedì prossimi. Mancini nelle prossime ore tornerà a San Pietroburgo, perché lo Zenit deve ancora giocare le ultime due gare di campionato: sabato a Mosca contro la Lokomotiv, per poi chiudere in casa contro lo Ska-Khabarovsk. Ma fra i due impegni il Mancio avrà modo di ritagliarsi il tempo per un altro (o forse più) incontro in Italia, così da poter definire ulteriori dettagli, gli ultimi, rispetto a quanto già discusso ieri. Probabilmente in quella occasione sarà presente anche il commissario Fabbricini per la firma dell’intesa. E a quel punto la Figc potrà annunciare il suo nuovo c.t.: entro il 20 maggio, come promesso.
Mancio è tornato ieri dalla Russia: oltre due ore di incontro nella sua abitazione
Ora il tecnico dovrà chiudere il torneo e poi il rapporto con lo Zenit S.Pietroburgo