SIRIGU ANNATA SUPER L’AZZURRO NEL MIRINO
●Stagione fantastica per l’ex portiere del Psg E adesso tifosi e critica lo rivogliono in Nazionale
Il para-rigori cala il jolly per riprendersi il posto in Nazionale. Salvatore Sirigu l’altra sera contro la Lazio ha ipnotizzato Luis Alberto e, con un gran balzo sulla sinistra, ha bloccato il suo tiro: è il terzo rigore parato dal portiere granata nel 2018, dopo i tentativi vani di perforarlo del bolognese Pulgar a gennaio (nella gara d’esordio di Mazzarri) e del viola Veretout a marzo. Numeri da record europeo, quelli del numero 39 granata, se si considera che nel ritorno solo Thereau è riuscito a batterlo dal dischetto. Parlare di Sirigu come di un prodigioso para-rigori suonerebbe però quasi come un dispetto per un portiere che l’altra sera ha messo in mostra il meglio del proprio repertorio, dall’uscita alta a quella bassa, dalla parata in tuffo al volo acrobatico fino alla deviazione di piede; tanto che alla fine è stato costretto a capitolare solo sull’imparabile, il colpo di testa a botta sicura di Milinkovic-Savic.
NAZIONALE Le sue grandi parate hanno lasciato il segno scatenando fin dall’altra notte la fantasia del popolo granata; e sui social, i tifosi hanno rilanciato in maniera convinta la candidatura dell’ex numero uno del Paris Saint-Germain per la Nazionale. A 31 anni, infatti, Sirigu è nel pieno della maturità: ha saputo gestire con giudizio i momenti top della carriera, come i primi anni al Psg, ma anche i periodi difficili identificabili nella scorsa stagione in Spagna, soprattutto i 6 mesi al Siviglia «che mi sono pesati parecchio, perché fu un’avventura nata male in cui ci misi anche del mio per farla andare storta» come spiegò con grande onestà nei primi giorni granata. «Adesso ho grandi motivazioni e tanta voglia di allenarmi». I risultati si sono visti.
PIENO DI AFFETTO Il tam tam della gente ha permesso a Sirigu di fare il pieno di affetto nel giorno di riposo ma non gli impedirà, fin da oggi, di tornare ad allenarsi con la consueta cura del particolare. Sì, perché lui è attentissimo ai dettagli in ogni allenamento: si spiega anche così l’eccellente rendimento di quest’anno, non soltanto sotto l’aspetto della qualità ma anche della quantità. Perché Sirigu ha messo in mostra quella continuità che fa la differenza fra un buon e un grande portiere, dimostrando con i fatti di meritare l’eredità del Giaguaro Castellini, uno dei più grandi in assoluto della storia granata. «Sirigu meriterebbe di tornare nel giro azzurro per la carriera che ha fatto e per l’esperienza internazionale che ha accumulato, un’esperienza che gli potrebbe tornare utile», ha ripetuto negli ultimi tempi il Giaguaro che lo conosce bene per averlo allenato ai tempi dell’Under 20 e Under 21. In stagione, infatti, il suo rendimento è stato globalmente eccellente, come dimostrano le 35 presenze in altrettante partite di campionato, tanto da lasciare al talentuoso vice Vanja Milinkovic-Savic soltanto le briciole della Coppa Italia. In attesa di riallacciare i fili con quel passato autorevole che gli ha regalato 17 maglie azzurre, Sirigu si gode i complimenti del suo presidente: «È in grande forma», sorride soddisfatto Urbano Cairo. «Se gli faremo un nuovo contratto? Intanto ha ancora un anno, poi però lo faremo». Non c’è fretta, ma è facile immaginare che nei prossimi mesi il matrimonio granata del portiere venga allungato fino al 30 giugno 2020. Diventando così un tassello prezioso nella progettazione del Toro del futuro.
L’ANALISI Ieri con la Lazio terzo tiro dal dischetto parato soltanto nel 2018
Cairo: «È in gran forma. Il contratto? Ha ancora un anno, poi lo faremo»