La Gazzetta dello Sport

Bocche cucite e testa al titolo Nessun fastidio verso l’Inter

- Filippo Conticello @filippocon­t

È

l’esperienza che l’ha resa più forte: col tempo la Juve ha imparato a tapparsi le orecchie, a chiudersi a riccio nella tormenta. Non farsi trascinare nelle sabbie mobili delle polemiche, evitare che le accuse restino appiccicat­e addosso: in questo la Signora è gran maestra. Da sempre, figurarsi adesso che c’è una gioia lì dietro l’angolo. Mentre sulla partita di sabato sera si pronuncian­o in ordine sparso sindaci, parlamenta­ri, amministra­tori delegati, dirigenti di oggi, ieri, domani, oltre ai tifosi che usano i Social come grancassa, lei ha scelto un silenzio tattico. Altrettant­o rumoroso. Rimane un retrogusto amarognoli, il fastidio lasciato trapelare già domenica, ma non è il sentimento prevalente. La Juve pensa di stare lassù con pieno merito, ma adesso è arrivato il momento di tacere e archiviare definitiva­mente il colpo-scudetto di San Siro. E fare esaurire, per quanto possibile, la coda avvelenata del match: inutile arrovellar­si ancora su caviglie e punti di sutura, su cartellini e labiali.

SILENZIO TATTICO Inutile pure rispondere alle bordate cadute sul fortino bianconero da sud e da nord. Gli attacchi del sindaco napoletano Luigi De Magistris sono scivolati via senza lasciare cicatrici, derubricat­i a campagna elettorale o poco più. È stata prestata più attenzione, invece, alla fiondata dell’Inter cinese, alleata in Lega e molto in sintonia con la dirigenza bianconera: è nota l’affinità elettiva Zhang jr.-Andrea Agnelli, fotografat­i in un abbraccio simbolico nel pre-partita di San Siro. Nonostante i riferiment­i non troppo velati di Alessandro Antonello alla Juventus e ai fantasmi del passato, il club bianconero considera quello dell’a.d. nerazzurro come un attacco più all’arbitro che a se stesso. E, soprattutt­o, un messaggio al popolo interista che crede nella Champions. Insomma, nessuno si è sentito pesantemen­te tirato per la giacca. Certo, impossibil­e nascondere il clima di accerchiam­ento cresciuto nelle ultime 48 ore attorno ai bianconeri: a Vinovo si avverte ben più delle passate stagioni finite sempre con lo scudetto sulla maglia, ma in linea generale non è qualcosa di nuovo. E non è neanche controprod­ucente: alla Juve sono abituati a maneggiare le polemiche esterne a proprio piacimento, a farle diventare benzina che brucia nel motore. L’obiettivo già da oggi è proprio questo: tornare a essere una testuggine, superare anche grazie agli avversari un momento di evidente calo fisico. E per riuscire in questo equilibris­mo nel rush finale non servono più parole, ma fatti. Anzi punti: Allegri pensa a quelli che mancano per arrivare alla vertigine del settimo titolo consecutiv­o. Tradotto: per la Juventus conta molto più il Bologna che De Magistris.

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