L’a.d. dell’Inter «Noi furiosi, viste cose inaccettabili»
●Antonello: «Orsato? Due pesi e due misure È stata un’euro-figuraccia per il calcio italiano»
Parole taglienti, posizione durissima. È l’amministratore delegato Alessandro Antonello a esternare l’Inter-pensiero 48 ore dopo la sfida con la Juventus e un arbitraggio ritenuto inadeguato. «Non abbiamo smaltito niente — ha detto ieri Antonello a InterTv — Sabato sera sono successe cose inaccettabili e siamo arrabbiatissimi. Il club merita rispetto e vanno rispettati anche i nostri tifosi». E ancora: «Quello che è successo è sotto gli occhi di tutti, è stato visto da 80mila persone allo stadio, da 170 Paesi collegati e 700 milioni di telespettatori. Sicuramente non è stato uno spot positivo per il calcio italiano. Anzi, forse è stata proprio una euro-figuraccia».
RABBIA In corso Vittorio Emanuele sono avvelenati con Orsato, arbitro ormai ritenuto «nemico» in casa Inter, anche per un paio di precedenti riferiti alla scorsa stagione. Nel mirino, rispetto alla gara di sabato, c’è soprattutto la mancata seconda ammonizione di Pjanic in seguito a un’entrataccia su Rafinha: errore obiettivamente grossolano, minuto 13’ del secondo tempo, risultato sull’1-1. «Abbiamo deciso di parlare solo oggi per evitare di fare commenti a caldo, influenzati dalle emozioni del momento — continua Antonello — Abbiamo rivisto tutti gli episodi e non riusciamo a spiegarci come mai nel corso della stessa partita siano stati usati due pesi e due misure. Nel mondo del calcio molte cose stanno cambiando ma sembra che alcune di queste rimangano invariate. Noi comunque siamo orgogliosi della nostra storia».
BARRA DRITTA Nel frattempo l’Inter è scivolata a -4 dalla zona Champions, e mancano solo tre partite alla fine del campionato. «Di sicuro non ci saranno cali di tensione — garantisce l’a.d. nerazzurro — i ragazzi hanno dimostrato sul campo ciò che sanno fare. Sono dei grandi professionisti, ci aspettiamo una pronta reazione. Siamo orgogliosi della loro prestazione, hanno messo passione e anima in campo, sep- pur in inferiorità numerica. Il nostro pubblico, poi, è stato eccezionale, ci ha sostenuto dall’inizio alla fine. Insomma, avanti compatti, l’obiettivo rimane immutato e lo dimostreremo domenica prossima contro l’Udinese. Vorrei precisare, intanto, che sia io sia tutto il management siamo sempre stati vicini alla squadra, durante l’intera stagione. Forse qualcuno vuol far passare un messaggio diverso ma posso garantire che siamo tutti uniti e concentrati affinché si possa raggiungere la Champions League. Abbiamo perso una battaglia, probabilmente non solo per colpa nostra. Ma vogliamo vincere la nostra guerra sportiva, per noi e per i nostri tifosi».
CORSA COMPROMESSA? L’importante è non convincersi che l’eventuale mancato accesso alla Champions possa essere figlio della pessima serata di Orsato. Perché non è così. Se l’Inter non ha più in mano il proprio destino europeo è colpa infatti di un girone di ritorno mediocre (6 vittorie, 7 pareggi e 3 sconfitte) e di una strategia miope sul mercato di gennaio. Emerge ora infatti chiaro il problema di un squadra che non ha alternative adeguate ai titolari e che rischia di restare fuori dall’Europa che conta appunto perché condizionata anche da una rosa cortissima, soprattutto dalla metà campo in avanti. Sabato la Juventus ha pescato dalla panchina Dybala e Bernardeschi, l’Inter Santon e Borja Valero. Un «allarme tecnico» lanciato a più riprese a gennaio dall’allora d.t. Suning Sabatini, che alzò la voce anche con gli Zhang senza ottenere però «solidarietà» dalla dirigenza italiana (a parte il d.s. Ausilio) e dallo stesso Spalletti.