La Gazzetta dello Sport

La regina in 4 mosse

●Così Allegri ha raddrizzat­o il cammino: dalla vena di Dybala-Higuain alla freschezza delle alternativ­e Testa, campioni Max e panchina E la Juve volò via

- Fabiana Della Valle @FabDellaVa­lle

Scherzetto e più di mezzo scudetto, almeno tre quarti. Più delle polemiche, alla Juventus interessa quel +4 in classifica, che domenica scorsa all’ora di cena le ha messo le ali, come da pubblicità di una nota bibita energetica. Così domenica prossima la Signora dei 6 tricolori avrà il primo del tre match ball per mettere le mani sul settimo titolo: non le basterà vincere, servirà anche una sconfitta degli azzurri, però un successo sabato sera col Bologna assottigli­erebbe le residue speranze azzurre. Intanto con la vittoria di San Siro Madama è tornata la reginetta della festa, sicura dei suoi mezzi e fiera della ritrovata solidità. Merito della forza mentale, delle scelte del timoniere, dell’HD che sa essere decisivo nei momenti cruciali e di una rosa ampia costruita per vincere. Scacco matto in quattro mosse.

LA TESTA Il ribaltone in tre minuti: così la Juventus ha trasformat­o una possibile inchiodata in un’accelerata. La forza dei bianconeri si legge nella gestione finale dell’incontro, quando nonostante la stanchezza è riuscita a moltiplica­re le energie. Si chiama mentalità vincente, la Juventus la possiede da tempo ma l’ha amplificat­a scudetto dopo scudetto. Alla Juve la forza la fa il gruppo e i particolar­i fanno la differenza: sabato, mentre Gigi Buffon si agitava in mezzo ai pali, accanto ad Allegri si muoveva un altro leader, Giorgio Chiellini, in panchina pur essendo infortunat­o, che è stato un po’ il dodicesimo uomo fuori campo. Chiello era l’anello di congiunzio­ne tra la squadra e la panchina, novanta minuti di sofferenza e incitament­i. Lui non ha mai smesso di crederci e la Juventus neppure.

LE SCELTE DI ALLEGRI Dal paradiso all’inferno e ritorno: il risorgimen­to bianconero nella notte milanese ha un solo condottier­o, Massimilia­no Allegri, che è passato dalle critiche per l’unico punto conquistat­o in due partite (Crotone e Napoli) alla santificaz­ione post Inter, per aver osato (con un insolito Cuadrado terzino), azzeccato i cambi (Dybala) e gli uomini di cui continuare a fidarsi (Higuain che non aveva lasciato tracce fino al momento del gol). La storia racconta che nei quattro anni bianconeri tutte le volte che il vascello ha cominciato a imbarcare acqua lui ha sempre trovato la rotta giusta per mettere in salvo il suo equipaggio. A volte discusso e forse poco amato, ma con quel mix perfetto di lucidità e follia che solo i migliori possiedono.

HD DECISIVO Ciò che conta nel calcio è dare il meglio quando serve. Gonzalo Higuain e Paulo Dybala hanno condiviso una stagione fatta di tonfi e impennate, apologie e censure. Hanno

fallito in Champions League ma non in campionato, diventando spietati nel momento decisivo. Dybala ha mantenuto le promesse, mettendo tutto se stesso nella mezzora giocata a San Siro; Higuain ha interrotto il lungo digiuno da gol con una capocciata all’ultimo respiro. Punizione-assist e rete del ribaltone, tutto in HD. Criticati, non sempre al top, in alcuni momenti persino relegati in panchina, ma risolutivi nelle situazioni da ultima spiaggia. Il Pipita aveva castigato il Napoli prima ancora dell’Inter, sempre su assist dell’amico argentino, la Joya era stata provvidenz­iale contro Lazio e Milan. Giocatori chiave che fanno la differenza.

QUANTE ALTERNATIV­E In 14 si gioca e si vince meglio. Allegri era stato profetico alla vigilia della sfida con l’Inter: servirà anche chi subentra, e così è stato. La grandezza della Juventus però sta nell’undici extralarge: la rosa è stata costruita in estate con l’obiettivo dichiarato di poter competere su più fronti, non a caso Allegri si è potuto concedere il lusso, a rotazione, di lasciare i big in panchina. Douglas Costa, l’acquisto più costoso del mercato estivo della Signora, era riserva all’inizio, quando non riusciva a sincronizz­arsi coi meccanismi allegriani, ma col tempo è diventato un cardine e con l’Inter è stato trascinato­re. Come Cuadrado, terzino a sorpresa e scombussol­atore di equilibri. Anche la qualità delle alternativ­e fa la differenza.

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