Calha l’asso MAGIA 3 IN 1 E’ LA «TRAP» DI CALHANOGLU
«Giovane, giovane fuoriclasse», canticchia Hakan Calhanoglu alla guida, nelle sue Instagram stories. Sono le parole di una canzone di Capo Plaza, fenomeno emergente della «trap» italiana, genere musicale che, in sintesi, unisce hip hop ed elettronica. Nelle «barre» – le strofe del rap – del brano vengono citati Cristiano Ronaldo, Leo Messi e... Yonghong Li. Calhanoglu non è a livello di Leo e CR7 almeno quanto Capo Plaza non è ai livelli di Freddie Mercury, però ci sta lavorando. E così come la trap piace ai ragazzi, Hakan piace sempre più ai milanisti. Anche per colpi come quelli esibiti contro il Bologna: il turco aveva saltato le ultime due partite – Torino e Benevento, un punto e un k.o. tristemente storico – e l’assenza si è sentita. Tornato lui, riecco la vittoria. Fortemente marcata HC10.
FORZA E DELICATEZZA Sulle sue capacità balistiche, ci sono sempre stati pochi dubbi, fin da quel giorno del febbraio 2014 quando, in maglia Amburgo, sparò su punizione da 41 metri all’incrocio della porta del Borussia Dortmund. Che il suo destro funzioni da catapulta, lo aveva già dimostrato per esempio a Londra contro l’Arsenal e lo ha ribadito, in modo diverso, al Dall’Ara: caviglia bloccata, gamba che prosegue la corsa in un movimento omogeneo, pallone che fila via dritto, qualche millimetro sopra l’erba, in diagonale verso l’angolo. Gol secco. Ma la giocata migliore di Calhanoglu, quella che gli permette di vincere la perla di giornata, è un’altra. Nel secondo tempo, Hakan allunga nella metà campo avversario – una di tante volte che lo ha fatto – e Kessie lo serve sulla corsa con un lancio. Il turco non si arresta, ammorbidisce il destro e con l’esterno inventa un dribbling al volo con cambio di direzione che stende letteralmente il difensore rossoblù Gonzalez. Hakan si spalanca il campo e serve Suso, che incredibilmente spreca, ma quello stop a seguire (alla Iniesta?) vale il 10 che porta. Non è Messi ma come Leo con Boateng (e recentemente Salah con Britos) ha mandato il difensore gambe all’aria.
IL PODIO Chi non smette di crescere è Sergej Milinkovic, uno che sempre più spesso a un certo punto della partita va in modalità Berserk – una specie di furia incontrollabile della mitologia scandinava – e decide che vuole vincere la partita. Aiutato, anche, dagli eccellenti movimenti offensivi della Lazio. Con il Torino ha deciso lui, ma anche qui la giocata migliore non è il gol. È quando combina con Lucas Leiva: passaggio di petto di Sergej, assist verticale di Lucas, destro al volo di Sergej. Palla a lato: sarebbe stato troppo bello per essere vero. Non male, e più efficace, la combinazione dell’Atalanta che va al terzo posto: assist con scavetto del Papu Gomez, sinistro di controbalzo a incrociare di Cristante. E domenica c’è Lazio-Atalanta: da vedere.
STOP, DRIBBLING E CAMBIO DI DIREZIONE IN UN COLPO SOLO: IL 10 DEL MILAN
SI INVENTA LA PERLA