I TANTI MOTIVI DELLA RESA NAPOLI
Juve di nuovo a +4 nella corsa-scudetto
La sconfitta a Firenze ha azzerato le speranze di scudetto del Napoli. Credo che le cause siano molteplici: 1) Probabilmente la scelta di uscire dalle coppe non è stata utile ai fini della «missione». 2) La società non ha dato all’allenatore ricambi di qualità. 3) Le dichiarazioni di alcuni giocatori non hanno contribuito alla serenità dell’ambiente pur infiammando la piazza. 4) La mancata reazione della squadra nei momenti più difficili, come è avvenuto con la Roma e a Firenze. 5) La controproducente ricerca a tutti i costi di un alibi, arbitrale o giornalistico, che spinge a cercare i motivi della sconfitta altrove e non in se stessi. Pasquale Di Mattia (Roma)
Non è un primo maggio da incubo come trent’anni fa esatti, quando il Napoli perse in casa contro il nuovo emergente Milan di Berlusconi, consegnandogli in pratica quello scudetto che era ancora cucito sulle maglie di Maradona e compagni. Ma comunque è un primo maggio pieno di delusione perché molti tifosi, come il signor Di Mattia, pensano che la sconfitta di Firenze abbia azzerato le ultime speranze tricolori del Napoli. Non tutto è perduto, ma a questo punto è normale cercare le cause che hanno allontanato, forse definitivamente, la squadra di Sarri dal sogno-scudetto dopo il crollo a Firenze.
Come sempre, infatti, non c’è mai soltanto un motivo per spiegare vittorie e sconfitte, specialmente in una corsa lunga come il campionato. E allora, analizzando tutta la stagione, è giusto ricordare che il bilancio non può essere positivo, perché con il bel gioco che tutti gli hanno riconosciuto il Napoli sarebbe dovuto andare più lontano in Coppa Italia e soprattutto in Europa. Fuori subito al playoff di Champions League, contro lo Shakhtar poi eliminato dalla Roma, e fuori troppo presto dall’Europa League, il Napoli non ha imitato l’esempio dell’Atletico Madrid, secondo in campionato, ma semifinalista in Europa League appunto. Più o meno volontaria, la doppia uscita dalle coppe non è servita per risparmiare energie preziose per il campionato e qui il discorso si lega ai ricambi mancati, un po’ per volontà di De Laurentiis, che non ha voluto prendere Politano a gennaio, un po’ per scelta di Sarri, che non ha quasi mai utilizzato Ounas, ha impiegato troppo poco Diawara e ha rinunciato in fretta a Giaccherini. È vero che la Juve ha più campioni anche in panchina, ma spremere sempre gli stessi è costato caro specialmente a Mertens, tra i migliori all’inizio, tra i più spompati alla fine. E poi, al di là dell’organico, c’è il fattore-testa che conta più del fatturato, perché nei momenti difficili è la testa che fa la differenza, non soltanto dei tifosi illusi dal successo a Torino, ma soprattutto dei giocatori. Guarda caso il Napoli ha straperso in casa contro la Roma, scendendo in campo pochi minuti dopo il successo in extremis della Juventus sul campo della Lazio, che per la prima volta aveva portato i bianconeri in vantaggio di 4 punti. E ha straperso domenica, il giorno dopo il discusso successo della Juventus contro l’Inter, precipitando di nuovo a meno 4 dalla vetta. Una squadra più forte mentalmente avrebbe reagito diversamente a Firenze, rimettendo pressione alla Juve che deve ancora giocare sul campo della Roma. Invece Koulibaly si è fatto espellere subito, anche se le colpe non sono soltanto sue, ma di tutti. Ecco perché, evitando la caccia agli alibi, soltanto ripartendo da un’onesta autocritica, come ha fatto Sarri subito dopo lo 0-3, il Napoli potrà fare ancora meglio in futuro. E non c’è bisogno di una sforzo di fantasia per immaginare che cosa ci sia di meglio per chi arriva secondo.