TOCCA A LUI: È ALLA SVOLTA DELLA CARRIERA
Mancano tre giorni alla Grande Partenza e la scommessa è già stata vinta. Onestamente, come poteva essere diversamente? Come dubitare che Israele e Gerusalemme non avrebbero attirato il mondo? Due dati mettono il Giro 101 in testa a tutti i record della storia rosa. Le immagini arriveranno live o con highlights in 198 Paesi dei cinque continenti e sono stati accreditati per la partenza più di 2000 giornalisti, il doppio dell’edizione numero 100. Oltre alle cifre, conta la qualità: arriveranno tv come BBC, Cnn, Espn; giornali come Los Angeles Times e Washington Post, più tutte le agenzie di stampa internazionali.
Il Giro d’Italia è sotto i riflettori del mondo. La scelta di osare ha premiato. La logistica al servizio della competizione, con un maxi-trasferimento aereo per il materiale tecnico delle 22 squadre, anche. I confini del ciclismo sono stati allargati e superati. Dobbiamo esserne orgogliosi e dire grazie a Mauro Vegni, direttore del Giro, e alla sua squadra che hanno creduto nella missione impossibile. E la scelta di Bar Refaeli (la ex di Leonardo Di Caprio) come madrina delle tappe di Israele, lei che è una delle modelle più famose e pagate, testimonia quanto l’investimento si stia ripagando a livello di immagine e pubblicità.
È questa l’arena più prestigiosa nella quale Fabio Aru, con il suo tricolore, si trova davanti al punto di svolta della carriera. Tre anni fa era ancora un giovane rampante che stava uscendo dalla chioccia di Nibali, e gli si poteva perdonare ancora qualcosa. Adesso ha lui l’Italia sulle spalle. A 27 anni sa che non può sbagliare. La maglia gialla indossata al Tour 2017 non basta, serve di più. Sa che Chris Froome, suo rivale numero uno, avrà motivazioni anche superiori. Fabio si giocherà tutto su Zoncolan, FinestreJafferau e Cervinia. Lui lo sa. E tocca solo a lui.