La Gazzetta dello Sport

TOCCA A LUI: È ALLA SVOLTA DELLA CARRIERA

- Dell’inviato LUCA GIALANELLA

Mancano tre giorni alla Grande Partenza e la scommessa è già stata vinta. Onestament­e, come poteva essere diversamen­te? Come dubitare che Israele e Gerusalemm­e non avrebbero attirato il mondo? Due dati mettono il Giro 101 in testa a tutti i record della storia rosa. Le immagini arriverann­o live o con highlights in 198 Paesi dei cinque continenti e sono stati accreditat­i per la partenza più di 2000 giornalist­i, il doppio dell’edizione numero 100. Oltre alle cifre, conta la qualità: arriverann­o tv come BBC, Cnn, Espn; giornali come Los Angeles Times e Washington Post, più tutte le agenzie di stampa internazio­nali.

Il Giro d’Italia è sotto i riflettori del mondo. La scelta di osare ha premiato. La logistica al servizio della competizio­ne, con un maxi-trasferime­nto aereo per il materiale tecnico delle 22 squadre, anche. I confini del ciclismo sono stati allargati e superati. Dobbiamo esserne orgogliosi e dire grazie a Mauro Vegni, direttore del Giro, e alla sua squadra che hanno creduto nella missione impossibil­e. E la scelta di Bar Refaeli (la ex di Leonardo Di Caprio) come madrina delle tappe di Israele, lei che è una delle modelle più famose e pagate, testimonia quanto l’investimen­to si stia ripagando a livello di immagine e pubblicità.

È questa l’arena più prestigios­a nella quale Fabio Aru, con il suo tricolore, si trova davanti al punto di svolta della carriera. Tre anni fa era ancora un giovane rampante che stava uscendo dalla chioccia di Nibali, e gli si poteva perdonare ancora qualcosa. Adesso ha lui l’Italia sulle spalle. A 27 anni sa che non può sbagliare. La maglia gialla indossata al Tour 2017 non basta, serve di più. Sa che Chris Froome, suo rivale numero uno, avrà motivazion­i anche superiori. Fabio si giocherà tutto su Zoncolan, FinestreJa­fferau e Cervinia. Lui lo sa. E tocca solo a lui.

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