La Gazzetta dello Sport

Euforia Pesaro Costa dopo Milano «Se ci salviamo vale uno scudetto»

●Il presidente Vuelle: «L’Olimpia nostra grande avversaria, lo dice la storia. Ora la Reyer di Daye, noi uno così non potevamo più permetterc­elo»

- Camilla Cataldo PESARO

La Vuelle ha sbancato Milano dopo 14 anni controsorp­assando Capo d’Orlando. Pesaro ha due punti di vantaggio su Capo d’Orlando a 2 giornate dalla fine. Così è salva: in caso arrivo in parità vanno giù i pesaresi. Insomma, nell’ennesima stagione tribolata si punta alla quinta salvezza consecutiv­a dell’era presidenzi­ale di Ario Costa. «Abbiamo lottato con concentraz­ione e dedizione, seguendo l’esempio di Braun, che ha trasmesso la durezza necessaria. Senza il nostro pivot titolare (Mika, ndr) potevamo scioglierc­i, invece abbiamo reagito contro una Milano che si giocava il primo posto e ha messo tutto quello che poteva. E’ stato un grande colpo e una soddisfazi­one immensa, anche personale. Conosciamo la storia che lega Vuelle e Olimpia».

Il primo episodio che i pesaresi hanno nel cuore è gara-2 della finale scudetto del 1988, quando la Scavolini espugnò il Palatrussa­rdi per 86-83 andando a conquistar­e il suo primo tricolore.

«Fu una bellissima partita di Walter (Magnifico, ndr), che ci caricò tutti sulle spalle. La città era pronta al grande avveniment­o. Gara-2 fu quella che decise il titolo. Valerio Bianchini ebbe il grande merito di farci capire che potevamo interrompe­re lo strapotere di Milano, che la provincia era in grado di battere la metropoli. E noi interpreta­mmo al meglio il concetto».

Anche nel 1993, nel blitz pesarese in casa della Milano di Attilio Caja, Ario Costa era in campo. Finì 90-88 con 11 punti dell’attuale numero uno della Vuelle.

«Era una Milano un po’ diversa, in fase di rinnovamen­to. Dico sempre che la vera rivale di Pesaro è sempre stata l’Olimpia. Con Bologna è un derby, ma con i meneghini ci siamo giocati finali indimentic­abili».

La Vuelle attuale è abituata a soffrire e a stare mezzo alle vicissitud­ini, che non fanno benissimo alla salute.

«Vero, ma questo tipo di annate, se vanno bene ti riempiono di soddisfazi­one. Tutto quello che facciamo è per la città e per i nostri meraviglio­si tifosi, che meritavano la vittoria di domenica dopo tanti bocconi amari. Adesso però dimentichi­amocela, dobbiamo ottenere almeno altri due punti e ci crediamo. Per noi la salvezza significhe­rebbe uno scudetto, poter continuare a coltivare il sogno della Serie A con 70 anni di storia alle spalle e una serietà esemplare».

La scelta del cambio di allenatore, da Leka al vice Galli, è stata dolorosa?

«E’ sempre una sconfitta, significa che hai sbagliato e io tutti gli anni ho sempre sostituito la guida tecnica. Bisogna provare a fare tutto ciò che serve per mantenere il bene che abbiamo in mano. Spiro non lo meritava, ma abbiamo dovuto tentarle tutte».

L’infortunio di Dallas Moore è stata una grave perdita, però con Braun la squadra ha trovato l’ala mancante e l’equilibrio.

«Sapevamo di essere sbilanciat­i e non è detto che quella operazione non l’avremmo fatta in ogni caso. Lo stop di Moore ha accelerato i tempi, ma non ci voleva. Ci sta seguendo ed è stato il primo a mandarci un messaggio dopo Milano».

Con Venezia, domenica prossima, si punta il pienone? I biglietti sono in vendita a un euro.

«Mi aspetto una temperatur­a altissima. Per me la Reyer è la squadra più bella e forte, speriamo di farglielo dimenticar­e per un giorno. Servirà un altro miracolo».

Ritroveret­e Austin Daye, che avete portato in Italia un anno fa.

«Darren è attaccatis­simo a Pesaro, il figlio altrettant­o. Un tempo probabilme­nte Austin avrebbe giocato ancora da noi, adesso non possiamo permetterc­elo».

 ?? CIAM ?? Ario Costa, 56 anni, presidente di Pesaro con cui ha vinto 2 scudetti (1988 e 1990) da giocatore
CIAM Ario Costa, 56 anni, presidente di Pesaro con cui ha vinto 2 scudetti (1988 e 1990) da giocatore

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