Cholo senza cuore «Il ciclo Wenger? Io penso alla gara»
●Simeone, squalificato oggi, non si commuove per il tecnico dell’Arsenal all’addio. Al suo posto Burgos
Uno parla d’amore, l’altro di passione. Il francese con romanticismo, perché la sua lunghissima love story con l’Arsenal sta per chiudersi: «E non penso a quando sarà effettivamente finita, ma solo a terminarla nel migliore dei modi, perché ovviamente una cosa è andarsene lasciando l’Arsenal in Champions e l’altra è farlo senza aver raggiunto questo obiettivo». L’argentino usa altri toni. Simeone è all’Atletico da quasi 6 anni e mezzo, «gliene mancano meno di 16 per arrivare a 22», dice ridendo Wenger, ed è un’unione costruita sul fuoco del desiderio, blindata dalla passione. DIEGO IN TRIBUNA Il Cholo cita tre volte la necessità della «comunione tra squadra e gente», intesa come popolo. Anche perché lui stasera sarà lì, tra i tifosi. Squalificato per il turpiloquio rivolto all’arbitro che aveva espulso Vrsaljko all’alba del match londinese. Ieri Thomas Partey ha rivelato che Simeone prevedeva qualcosa del genere e aveva preparato i suoi a una gara in inferiorità numerica. Segreti di spogliatoio rivelati incautamente dal ghanese: «Diciamo che avevo previsto che ci potessero essere situazioni difficili e non mi sono sbagliato», ha detto Simeone infastidito, dalla spifferata del suo giocatore e dal ricordo. E come vivrà la partita in tribuna? «Male. Sono triste per questa situazione e sicuramente dovrò migliorare in futuro, l’ho già detto. Poi… no vabbé, è meglio che taccia». Gli chiedono se pensa di cambiare il modo di vivere le partite e se quando si rivede in tv si vergogna un po’: «Non cambierò mai, e se si riguardano le immagini di Londra in tv si possono interpretare in modo differente: la seconda parte da sola può sembrare esagerata, ma se è unita alla prima non lo è, stavo solo protestando».
BURGOS, IL ROCKER Al posto del Cholo ci sarà il «Mono» Burgos, 49 anni, ex portiere, ex cantante rock, grande ombra di Simeone: «Non cambia nulla. Viviamo le partite allo stesso modo, con la stessa passione, la stessa intensità, ci conosciamo da quando eravamo piccoli e siamo uniti da un pensiero comune e da un legame fortissimo: ci basta uno sguardo per capirci». Di Burgos qui a Madrid si ricorda sempre uno screzio con Mourinho durante un derby: «Io non sono come Tito Vilanova – disse il «Mono», avvicinandosi minaccioso al portoghese – Io ti stacco la testa». Il riferimento di Burgos era al dito nell’occhio infilato da Mou al compianto Vilanova alla fine di un Clasico incandescente, Mou tornò sui suoi passi rapido come un contropiede del suo Madrid. FORTINO METROPOLITANO All’andata è finita 1-1, Arsenal arrembante, Atletico più cholista che mai, arroccato, salvato da Oblak («Il miglior portiere del mondo», ha detto ieri il Cholo) e letale con Griezmann. L’Arsenal deve segnare e l’Atletico in casa non prende gol da lunghissime 11 partite… Wenger recupera Mkhitaryan, che dovrebbe entrare per Welbeck, Simeone userà Partey come terzino destro con il capitano Gabi che rientrerà a centrocampo. Vitolo in vantaggio su Correa. E quasi certamente Diego Costa davanti: uno che col Chelsea ha lottato contro l’Arsenal, senza esclusione di colpi. E uno che preferisce il fuoco alle belle parole. Si rivede anche Filipe Luis, in panchina, a due mesi da un infortunio che sembrava più grave.
THE END «Spero che questa lunga love story finisca bene», dice Wenger. Simeone ha altre idee: «Sinceramente, con tutto il rispetto, non mi sono intrattenuto a pensare all’epilogo di questa loro storia, io penso soltanto alla partita». E il Cholo vuole travolgere l’Arsenal con una passione che sia rock come il «Mono» Burgos. Nessuno spazio allora per i sentimentalismi.