La Gazzetta dello Sport

Soluzione Cuadrado L’allegro chirurgo che sistema la Juve

●Da titolare o no, da ala o terzino, il colombiano porta sorrisi, combatte l’immobilism­o, decide le gare

- Matteo Dalla Vite

Perché adesso — e dopo aver provocato il momentaneo 2-2 contro l’Inter — qualcuno lo chiama NumberJuan, gioco di parole da numero uno che mette ulteriorme­nte in risalto il peso specifico di un giocatore tagliente. Pure da terzino destro. Di Juan Cuadrado si è ulteriorme­nte capita l’importanza al suo ritorno in campo dopo 96 giorni di assenza coatta: 31 marzo, rientro in Juve-Milan sostituend­o Matuidi, pareggio di Bonucci allo Stadium e gol del 2-1 che fa a fette gli incubi e un pari che sarebbe stato problemati­co. Il colombiano è questo: l’affettatri­ce dei sogni altrui. L’allegro chirurgo.

MOSSA BIS Ed è poi questa l’immagine che arriva dall’ultima partita di San Siro contro l’Inter: ha mortificat­o Santon e provocato quel pareggio poi trasformat­o da Higuain in vittoria (quasi) scudetto. Una sola volta Allegri ha sbagliato con lui: mettendolo da seconda punta a Marassi contro il Genoa, un anno fa. Mossa avventata, con Juan che partiva addirittur­a da sinistra. Da quel giorno, Cuadrado è tornato nel suo posto, a destra, che fosse titolare o subentrant­e, ala o laterale. E il suo apporto non è mai mancato. Anche, appunto, da terzino destro: nella battaglia di San Siro di sabato scorso, Juan ha mostrato ancora una volta le proprie virtù di quando applica le consegne all’anarchia di cui comunque non si priva mai. Partita quasi perfetta e questa mossa di metterlo basso e largo avvenne già una volta quest’anno: a Lisbona contro lo Sporting, gara decisiva per il passaggio del turno, De Sciglio che si infortuna, dentro Costa e Cuadrado che arretra di venti metri, un elastico tattico che non gli impedisce di dare l’assist per l’1-1 di Higuain.

IMPANTANAT­E Insomma: la decisività di Cuadrado (uno al quale il sorriso non manca mai) è un marchio, una garanzia. Altro esempio: 5 novembre, per un’ora la Juve è sotto di un gol in casa contro il Benevento. Higuain fa l’1-1 e Cuadrado infila il 2-1 dopo essersene mangiato uno. Cuadrado è scintille, inventiva ma soprattutt­o è l’uomo che scombussol­a i piani delle partite impantanat­e: il 20 settembre mise in scena una delle sue migliori gare contro la Fiorentina allo Stadium, sabato sera ha graffiato la notte infilando il 2-2 che ha donato ferocia alla Juve e spezzato la resistenza-Inter.

QUEL RIGORE... Solo una volta, da quando è alla Juventus, un suo gol non ha portato punti: successe in Champions League contro il Bayern Monaco due edizioni fa, e anche quella partita scappò negli ultimi attimi. Juan, in Champions, ha saputo fare gol splendidi (a Lione, un’edizione fa) e decisivi, all’Olympiacos quest’anno: fiammate, strappi, colpi, avversari affettati, rientri, corse. Per questo nel lasso di tempo in cui è mancato per pubalgia (con conseguent­e operazione) la sua assenza ha... pesato un bel po’. Nei due giorni liberi postInter, Juan è andato con la famiglia a Montecarlo e ha cenato con il connaziona­le Falcao. Nel suo curriculum dei colpi letali è mancato un tassello. «Il rigore finale di Benatia - disse Allegri dopo la notte del Bernabeu -? Come quello all’andata su Cuadrado...». Niente decisività: ma non fu colpa di Juan.

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LAPRESSE Juan Cuadrado, 29 anni, alla Juve dal 2015

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