La Gazzetta dello Sport

Aru studia la crono «L’arrivo è molto duro»

- l.gial.

L’arrivo in salita della cronometro e il caldo. Fabio Aru conclude la conferenza stampa e poi inizia la parte più succosa della giornata. Il leader della UaeEmirate­s va a piedi per le strade di Gerusalemm­e perché vuole scoprire quei 300 metri al 7-8%, punto chiave di una prova molto esigente. «Si sente dai passi in salita che negli ultimi 150 metri si tocca il 9, forse il 10%», dice il sardo che torna al Giro dopo tre anni. A due giorni dalla corsa rosa, Aru si fa almeno un chilometro, in salita e discesa. Studia e guarda. «L’ultimo tratto è veramente duro. Inizio tranquillo al 6-7%, ma la parte finale è impegnativ­a e devi arrivare con forza nelle gambe. È stato utile venire qui». Perché «io sono qui per vincere il Giro. Poi la riga si tirerà a Roma, è l’ordine d’arrivo che conta. Ma anche le singole azioni possono restare nel cuore dei tifosi».

CALDO E il caldo: «Abbiamo pedalato per 2h40’ in allenament­o e ho bevuto 5 borracce, due litri di acqua. Di solito le consumo in un’uscita di cinque ore. Sono arrivato in hotel e ho bevuto due borracce di sali e tre d’acqua. Qui si ha la sensazione di non sudare mai e invece hai sempre sete», analizza Aru, che divide la stanza con il padovano Marco Marcato, suo regista in corsa. «È stato una grande, piacevole scoperta. Molto intelligen­te e sempre presente».

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LAPRESSE Fabio Aru, 27 anni

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