La Gazzetta dello Sport

Dumoulin «Sono più sicuro di un anno fa Ma siamo in tanti a poter vincere»

●L’olandese insegue il bis e accende la sfida: «Mi piace il percorso dalla partenza, ho fiducia». E su Froome ribadisce: «Al posto suo non avrei corso»

- Antonino Morici INVIATO A GERUSALEMM­E

«ASPETTO DI RITROVARE I TIFOSI ITALIANI: PAZZI E MERAVIGLIO­SI»

TOM DUMOULIN SUL PUBBLICO DEL GIRO

Martedì sera Tom Dumoulin è arrivato a Hebron Road, a due passi dal quartiere ebraico e dalla Città Vecchia che conserva come uno scrigno il Golgota, il Muro del Pianto e la Spianata delle Moschee. Ha sistemato la valigia nell’hotel della Sunweb e ha preso una decisione. «Non potevo restare chiuso in albergo, ho preso la bici e via. Non ho resistito».

Non male come prima uscita. Qualcuno l’ha riconosciu­ta?

«No, nessuno. Ho fatto un giro attorno alle mura, poi sono entrato dentro le vie strette della Città Vecchia e mi sono accorto che tutti guardavano la mia bici, così diversa dalle altre».

Venerdì (domani, ndr) di sicuro sarà più riconoscib­ile. Numero 1 sul dorsale e maglia di campione del mondo a cronometro.

«Bello, non mi è mai successo di partire da campione in carica. Il percorso mi piace. Sale, scende, gira a destra, poi a sinistra: ondulata come piace a me. Ma occhio a Rohan Dennis...».

Tra i favoriti c’è anche Froome, bronzo al mondiale a cronometro di Bergen. Che cosa pensa del fatto che sia al via nonostante tutto quello che è accaduto?

«Se mi fossi trovato nella situazione di Chris, non sarei stato qui perché la mia squadra aderisce al Movimento per un ciclismo credibile e ha regole che prevedono la sospension­e in casi come questi. È una sua decisione correre il Giro, non lo giudico, ma io non l’avrei fatto. Che cosa succederà se vincerà lui? Magari passeranno settimane prima di avere qualche certezza. Partire con questi dubbi non fa bene a nessuno ed è frustrante per tutto il ciclismo».

Per Fabio Aru i favoriti sono Dumoulin e Froome.

«Questo è tutto da dimostrare. Di sicuro Chris ha quattro Tour più una Vuelta, io invece ho “solo” un Giro d’Italia. In ogni caso non siamo soli, sono tanti quelli che possono vincere».

Che cosa si aspetta adesso dai tifosi italiani?

«La stessa follia di un anno fa. Sono pazzi e meraviglio­si. Conoscono il ciclismo e rispettano tutti i corridori. Io sono innamorato dell’Italia».

Non ha cambiato il programma dello scorso anno: Abu Dhabi, Strade Bianche, Tirreno-Adriatico, Sanremo, Liegi-BastogneLi­egi. Ma ha raccolto meno piazzament­i rispetto al 2017.

«Vero. Volevo subito lasciare il segno, dimostrare al mondo che potevo vincere sempre. Solo che un giorno volavo, l’altro non andavo proprio; una volta cadevo, come alla TirrenoAdr­iatico nella tappa del Sassotetto, un’altra avevo problemi meccanici. Così a un certo punto mi sono fermato e mi sono detto: “Ok Tom, ora rilassiamo­ci”. E tutto è tornato alla normalità. Ho ritrovato la fiducia che avevo perso».

Indossare la maglia rosa, essere ricevuto da Re Willem, riempire di tifosi in festa Maastricht. Questa corsa le ha cambiato la vita un anno fa?

«Io non sono cambiato. È cambiato il modo in cui la gente mi guarda. Certo, l’esperienza aiuta, ti migliora da tutti i punti di vista. So che arriverann­o momenti brutti, so di dover soffrire, ma so anche di poterli superare. Saranno tre settimane di avventura, alti e bassi come un anno fa. E non vedo l’ora di cominciare e... no, non ho più paura di andare incontro a certi contrattem­pi (ride ricordando la sosta forzata nella tappa dello Stelvio per espletare un bisogno fisiologic­o, ndr). Al Giro avremo un cuoco in ogni tappa, sul cibo siamo tranquilli».

È sicuro anche della squadra che avrà a disposizio­ne?

«Devi credere in te stesso. Credere nei tuoi compagni. Abbiamo un gruppo bilanciato anche stavolta. E anche se non siamo all’altezza di Mitchelton-Scott e Sky, sono fiducioso. Era così anche dodici mesi fa, e sappiamo com’è andata a finire. Ora sono ancora più tranquillo. Perché voglio rifarlo».

Froome ha visionato Zoncolan, la crono di Rovereto, parte della Tolmezzo-Sappada. Lei non ha fatto ricognizio­ni. Zero. Perché?

«È più importante stare qualche giorno in più con la famiglia. So che mi darà molti più benefici rispetto al fatto di conoscere ogni strada. Ho tecnici molto preparati, mi fido. È una scelta, la stessa dello scorso anno. Ma nessuno si stupì...».

 ?? LAPRESSE ?? Tom Dumoulin, 27 anni, in trionfo a Milano lo scorso anno, primo olandese a vincere il Giro
LAPRESSE Tom Dumoulin, 27 anni, in trionfo a Milano lo scorso anno, primo olandese a vincere il Giro
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Tom Dumoulin nel 2017 ha vinto anche il Mondiale della crono. Domani aprirà il Giro con la maglia iridata
BETTINI IRIDATO DELLA CRONO Tom Dumoulin nel 2017 ha vinto anche il Mondiale della crono. Domani aprirà il Giro con la maglia iridata

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