La Gazzetta dello Sport

«Fatalità unica Sulle commozioni cerebrali fatti passi avanti»

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Vincenzo Ieracitano, ex medico della Nazionale, è il presidente della Commission­e Medica Fir e membro del gruppo di studio di World Rugby sulle concussion.

● Come fare prevenzion­e? «Faccio una premessa. Quello di Rebecca è un caso unico, un'assoluta fatalità. Le parole chiave sono cultura, riconoscer­e e rimuovere. Le conseguenz­e dell'accelerazi­one-decelerazi­one del cervello all'interno del cranio dopo uno scontro non si possono notare al momento. Tutti, in campo e fuori, non devono sottovalut­are i segnali riconducib­ili a una commozione cerebrale. Dunque: 1 conoscere i segnali, 2riconosce­rli e 3- rimuovere il giocatore dal campo».

● Quali sono i protocolli di prevenzion­e a livello mondiale?

«Il Protocollo HIA (Head Injury Assesment), permette di riconoscer­e i segnali che i medici usano per far uscire dal campo un giocatore, dopo 10 minuti di controllo, anche con l'aiuto del video per il replay dello scontro. Disorienta­mento e incapacità di camminare stabilment­e sono sintomi esemplific­ativi».

● Quali i passi avanti fatti? Ad alto livello tanti. Prima dell'HIA il 56% dei giocatori tornava in campo nonostante la concussion. Dopo i nostri test sono scesi al 12%. Con l'uso dei video siamo all'8%. Non basta».

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Vincenzo Ieracitano

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