Lo scudetto? Parola all a difesa
Colaci-Grebennikov «Ace a 100 all’ora decidono il titolo»
●I liberi di Perugia e Civitanova pronti a fermare la potenza al servizio dei big che si giocano il tricolore
Il potere della battuta. La bravura nel limitare il primo fondamentale d’attacco di Perugia e Civitanova. Il primo nodo da sciogliere per decidere la squadra campione d’Italia che uscirà da gara-5 della finale scudetto in programma domenica al PalaEvangelisti è il servizio. Nelle altre 4 gare è sempre stato il termometro del rendimento delle due squadre. Zaytsev e compagni in 4 partite hanno raccolto 32 ace – con una media di 8 a match – contro i 29 di Juantorena e soci (7,25 di media). Il ruolo chiave per ridurre notevolmente l’incidenza di questo fondamentale è quello del libero. A Jenia Grebennikov, 27enne francese alla 3a stagione a Civitanova, e Massimo Colaci, 32enne al 1° anno a Perugia, il compito di reggere l’impatto con battute spesso sopra i 110 km/h oppure servizi tattici studiati per mettere in difficoltà gli avversari. «E’ difficile gestire il servizio della Sir – sorride Jenia Grebennikov che nella serata post gara-4 si rilassava guardando gara-3 della finale del campionato tedesco Friedrichshafen-Berlino –. Sono battute in grado di mettere in difficoltà chiunque».
CAMBIO PALLA «E’ il fondamentale principale nel volley moderno – spiega Massimo Colaci, libero alla prima stagione a Perugia –. Se l’avversario trova continuità in questo fondamentale diventa poi difficile arginarlo». Entrambi concordano nell’importante dell’avvio di gara: «Bisogna partire bene per togliere fiducia alla Sir» racconta Grebennikov. «Il cambio palla sulle battute di Juantorena e Sokolov toglie continuità nel gesto a questi campioni. Se a Osmany consenti di ripetere il gesto con continuità ti fa ammattire» ribatte Colaci.
DIGIUNO Una voglia matta quella di Civitanova di mettere il silenziatore a Perugia perché in stagione il club campione d’Italia uscente non è ancora riuscito ad alzare un trofeo: «Dobbiamo vincere. E’ banale dirlo ma è così. Siamo reduci da tre finali perse (Mondiale per club contro Kazan, finale di Supercoppa e Coppa Italia contro Perugia, ndr) - continua Grebennikov che ritroveremo con la maglia francese al Mondiale italiano di settembre - e credo sia venuto il momento di rompere questo digiuno».
POTENZA E TATTICA Grebennikov, che ha un passato anche da giocatore di hockey ghiaccio, ha le idee chiare sulla batteria di avversari che dovrà arginare: «Tutti i giocatori di Perugia sono da temere. A partire dai due fenomeni, Zaytsev e Atanasijevic che vanno di potenza. Ma anche quelle tattiche di Anzani e Podrascanin non sono da meno. Dobbiamo accettare di prendere qualche ace, di soffrire senza perdere la testa». Anche Max Colaci si prepara alla battaglia consapevole che Juantorena e Sokolov non sono da meno in battuta senza dimenticare Stankovic che in gara-4 è stato la spina nel fianco di Perugia. «Le battute in salto sopra i 100 km/h mettono in difficoltà, è quelle di Sokolov e Juantorena lo sono. Altrimenti temo di più un servizio tattico di una battuta in salto non potente. Uno come Cester, con la sua salto-float, è capace di girare dei set. E noi in semifinale contro Trento abbiamo sofferto tanto un servizio simile come quello dello sloveno Kozamernik».
PUBBLICO Nell’11° capitolo della saga Perugia-Civitanova c’è anche il fattore pubblico. «In questi playoff abbiamo sempre vinto in casa e sempre perso fuori. I tifosi ci danno una marcia in più» sorride Colaci. «Giocare al PalaEvangelisti è sempre una bolgia – conclude Grebennikov –. Ma gioco anche per questo. Amo questi ambienti caldi».
LA CHIAVE L’azzurro: «In casa non abbiamo mai perso nei playoff. Il pubblico ci spinge»
Il francese: «Siamo alla quarta finale in stagione. Tre perse, è ora di cambiare»