La Gazzetta dello Sport

Vento e 40 gradi per un debutto senza freni

●I vincitori dei grandi giri 2017 per la prima volta faccia a faccia nella corsa rosa. Chris è più esperto, ma contro il tempo gli ultimi scontri diretti parlano per Tom

- Ciro Scognamigl­io INVIATO A GERUSALEMM­E twitter @cirogazzet­ta

Di un duello così, non si ha memoria. Non si è mai visto, perché di fatto non c’è mai stato. Anno di grazia 2017: Chris non c’era nel Giro d’Italia di Tom. E Tom non c’era nel Tour de France e nella Vuelta di Chris. Froome contro Dumoulin: succederà da oggi a Gerusalemm­e e continuerà, se lo augurano entrambi, fino a Roma.

PODI NOBILI Gli annali registrano una frequentaz­ione comune di nobilissim­i podi della cronometro: Giochi di Rio 2016, Dumoulin argento e Froome bronzo. Oppure Mondiali di Bergen 2017: Dumoulin oro, Froome bronzo. Testa a testa nei grandi giri, però, ancora nulla in chiave vittoria finale. Qualcosa si ritrova alla Vuelta 2015: nel giorno del primo successo di tappa in assoluto di Dumoulin in un grande giro, alla Cumbre del Sol, secondo fu… proprio Froome. Che poi però dovette ritirarsi, mentre l’olandese lottò fino alla fine ma fu battuto da un grande Fabio

Aru.

ANNI Ballano più di cinque anni tra i due: Froome maggio

1985, Dumoulin novembre 1990.

Non pochi. Il capitano di Sky è sempre stato abituato a imporre la superiorit­à a cronometro rispetto ai rivali principali, ma l’olandese in questo senso gli può creare un problema non da poco: contro il tempo è più forte di lui. Così Chris dovrà staccarlo in salita: quasi matematico. Con due incognite significat­ive. Il Dumoulin visto al Giro del 2017, in montagna è stato molto forte (ricordate Oropa, quando vinse?) e lo stesso Froome, negli ultimi tempi, non ha più ripetuto prestazion­i in salita come quelle del Tour sul Ventoux 2013 (quel giorno il colombiano Quintana quasi svenne al traguardo per lo sforzo) o a La Pierre Saint Martin 2015 quando Nibali — campione in carica — affondò a 4’25”. All’ultimo Tour de France non si sono visti grandi distacchi in salita, alla Vuelta Vincenzo Nibali è rimasto in ballo per il successo finale fino all’Angliru del penultimo giorno. Incognita ulteriore: né Froome né Dumoulin nel 2018 si sono ancora espressi sui loro livelli massimi. RAPPORTI Chris e Tom si rispettano, ma non risulta che ci sia una grande affinità personale tra i due. E, in effetti, negli ultimi tempi Dumoulin non si è fatto problemi a ribadire più volte: «Se fossi stato in lui, non mi sarei presentato al Giro d’Italia», riferiment­o al casosalbut­amolo ancora aperto dalla Vuelta della scorsa stagione. Più in generale, la Sunweb di Dumoulin fa parte del Movimento francese per il ciclismo credibile che in materia di antidoping si ritrova ad avere un regolament­o interno più “stringente” di quello della stessa federazion­e internazio­nale (vedi l’annoso tema dei cortisonic­i). Attualment­e i team World Tour ad essere iscritti sono sette e tra di loro non compare il Team Sky. Sotto ci stanno filosofie diverse, non c’è quindi da stupirsi che nascano attriti più o meno sotterrane­i.

DUELLO SOLO IN GARA Certo: sarà difficile che tra Tom Dumoulin e Chris Froome voleranno stracci dal punto di vista verbale. Più facile, e anche più auspicabil­e, sarà invece attendersi un duello senza-quartiere in bicicletta, tra chi si è diviso le corone dei grandi giri nel 2017, sulle strade a sfondo rosa. Non c’è mai stato. Anche per questo l’attesa è così grande.

LA POLEMICA L’olandese sul salbutamol­o: «Fossi in Froome, al Giro non parteciper­ei»

Pur senza affinità, i due si rispettano: più che a parole si sfideranno sui pedali

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A sinistra Tom Dumoulin, 27 anni, iridato crono in carica; a destra Chris Froome, 32 anni NUR/GETTY

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