La Gazzetta dello Sport

IN SERIE A LA VAR HA RISOLTO IN POSITIVO IL 90% DEI CASI

● Il commissari­o di Lega: «Ceferin ne è cosciente Mi ha detto che serve del tempo»

- Stefano Arcobelli INVIATO A COURMAYEUR (AO)

Le bufere del calcio irrompono a un certo punto nella mattinata ad altissima quota di Giovanni Malagò, arrivato sul Monte Bianco per partecipar­e alla festa del fondista d’argento valdostano Federico Pellegrino, uno dei tifosi juventini che fa ancora i conti con la beffa Real del Bernabeu. Anche il presidente del Coni, reduce dai rimpianti gialloross­i dell’Olimpico con annessi strali, parla prima di rientrare a Milano per riprendere in Lega il lavoro di commissari­o.

Malagò, dall’aria pura alle tossine post Champions: protesterà col presidente Uefa, Ceferin?

«Per dovere e rispetto istituzion­ale sono stato in Uefa a parlare con Ceferin, che stimo molto per il suo pragmatism­o e concretezz­a. Dopo aver parlato dell’organizzaz­ione di uno dei gironi dell’Europeo 2020 a Roma e della partita inaugurale all’Olimpico, dove è coinvolto anche il Coni per l’Olimpico, abbiamo affrontato il tema della Var. A nome delle società di Serie A ho chiesto come mai la Uefa non l’ha ancora adottata, consideran­do l’incredibil­e importanza delle coppe europee e gli interessi sportivi ed economici che muove».

Risposta?

«Ceferin mi ha spiegato che è solo una questione di tempi: “Non ci sono solo le squadre, bisogna far crescere il livello di conoscenza, di capacità degli arbitri, e organizzar­e una formazione di Var per le 55 nazioni in Europa con la stessa velocità di quella di una singola federazion­e come quella italiana è molto più complicato”. Però l’obiettivo è quello, la strada mi sembra segnata, me lo auguro per il prossimo futuro, quanto meno per le fasi finali della Champions, quando gli arbitri cioè diventano “selezionat­i”, e dirigerann­o quelli con skill e curriculum riconosciu­ti, e magari hanno avuto la possibilit­à dell’esperienza fatta ai Mondiali e saranno in grado di gestire il problema Var. Quello che è sicuro, ed è sotto gli occhi di tutti il dato obiettivo, è che con la Var certi disastri arbitrali delle ultime partite sarebbero stati evitati».

E in Italia, dopo le polemiche di Inter-Juve, quale finale di campionato si aspetta?

«In vista delle ultime giornate, sarà scontato ma va ripetuto, alla classe arbitrale chiedo equilibrio e saggezza anche per certi aspetti e valutazion­i: non ci scordiamo che la Var non è una scienza, punto. Ci sono gli elementi umani che devono entrare nell’ordine delle idee, di chiamarla e di valutarla».

Ma ha evitato strascichi più pesanti...

«Ci sono stati episodi, al punto che è stata messa in discussion­e la stessa Var, ma nel 90% dei COMMISSARI­O LEGA SERIE A casi in questo ultimo campionato il nuovo strumento ha risolto in positivo dei casi che invece sarebbero stati considerat­i in altro modo. Lo dico ai tifosi e all’opinione pubblica: sarà la proverbial­e e tradiziona­le cultura italiana, se ci sono nove elementi positivi non vengono sottolinea­ti, o non vengono sottolinea­ti quanto meriterebb­ero, se c’è una volta un caso in negativo si leggono certe pagine e titoli cubitali... Questo succede non solo nel calcio, ma in tutto quello che avviene in Italia: se facciamo bene qualcosa è considerat­o scontato, se facciamo qualcosa che va male, per carità, è legittimo ma piovono polemiche da tutte le parti e questo riguarda tutti i settori, da tutte le parti».

Si riferisce alle parole forti del sindaco di Napoli De Magistris sui furti di Stato di calcio e dei palazzi dei poteri corrotti?

«Non ho mai fatto giudizi - salvo che per questioni Coni - su persone che rappresent­ano la politica. Perché essendo funzionari­o pubblico, qualsiasi cosa mi viene strumental­izzata».

Ora si sollecitan­o elezioni subito per la Federcalci­o: come risponde?

«Non sono falso: ci sono dei diritti ma ci sono cose che hanno a che fare con il buon senso. Qui ognuno può dare dei giudizi. Per le elezioni Figc non siamo ancora pronti, non è solo un problema di nomi, non è che ho imposto io il commissari­amento, anzi, il commissari­amento è stato un atto dovuto. In tutti i modi è stato chiesto di evitarlo, ho supplicato che si evitasse perché sembrava evidente la direzione intrapresa che avrebbe portato a questo tipo di stallo, ma oggi con la stessa onestà e franchezza penso non solo sia prematuro - ferma restando la legittimit­à - ma sbagliato se veramente accadesse questo fatto e non si risolvesse­ro i problemi. Mancini? Si cascherebb­e, andremmo più nel ridicolo che nel grottesco».

GIOVANNI MALAGÒ

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