Di Francesco, prossimo passo: modello europeo anche... in Serie A
Il 2 maggio non è l’ultimo chilometro della maratona. È l’inizio, è il dito che indica la via, è il caposquadra che, per dirla con le sue parole, è entrato in un’altra dimensione. No, «è tutta la Roma che ora ha una dimensione diversa»: musica e testi di Eusebio Di Francesco, il protagonista della campagna europea, il faccino dietro gli occhiali che specchiano idee, pensieri, parole, opere e omissioni. Lui più di Dzeko, di Alisson, di Kolarov, di De Rossi. Di Franchampions, si può dire così?
RANKING SU O forse è meglio rimanere sul classico: per aspera ad astra. Perché la Roma e il suo allenatore hanno sempre superato un avversario che immaginavano e temevano superiore, nella migliore delle ipotesi alla pari, in questa Champions. Pensate: prima a sorpresa in un girone con Chelsea e Atletico Madrid. A seguire la qualificazione contro lo Shakhtar, e non certo da testa di serie numero uno. Poi l’impresa con il Barcellona, fino al rimpianto Liverpool, contro una società che ha il doppio dei ricavi in bilancio, che in estate viene a fare la spesa a Trigoria portandosi via Salah e a gennaio prova un altro blitz pure per Alisson. Ecco: Di Francesco è riuscito lì dove aveva fallito Fabio Capello. È andato meglio di Luciano Spalletti e, molto più semplicemente, ha scavalcato tutti: mai la Roma aveva vinto sei partite di Champions in una sola stagione. Per arrivare allo stesso totale, non basta neppure mettere insieme le precedenti tre partecipazioni: 2015-16 (1 vittoria su 8 gare), 2014-15 (1 su 6) e 2010-11 (3 su 8). Logico allora che il ranking Uefa oggi racconti di un 21° posto, a fronte del 37° di inizio stagione. Ma oltre i numeri, c’è la forte percezione di una squadra che è cresciuta di pari passo con il suo allenatore. Quel tecnico che – si ricorderà – al debutto in Champions lo scorso settembre contro l’Atletico Madrid veniva criticato pubblicamente da Dzeko e ora, spinto dallo stesso bosniaco, è arrivato a sfiorare l’imbarco per Kiev. «Questa Roma sta diventando una squadra di uomini, stiamo imparando dagli errori per venire fuori dalle gare come uomini e calciatori migliori – ha commentato l’allenatore –. Ora dobbiamo cercare di non perdere quanto fatto quest’anno».
FASE DUE E qui viene il difficile. È la fase due, il prossimo obiettivo di Di Francesco: trasferire al campionato, contro avversari meno affascinanti e per un periodo di stress molto più lungo, la stessa determinazione messa in campo in Europa. «A dicembre, dopo il match col Qarabag, ci siamo seduti, siamo stati tutti poco bravi, io e i giocatori. L’errore non va ripetuto». Solo così – ed evitando qualche mossa autolesionistica dell’intero mondo Roma, società compresa – potrà partire l’operazione scudetto.