La Gazzetta dello Sport

Di Francesco, prossimo passo: modello europeo anche... in Serie A

- Davide Stoppini ROMA

Il 2 maggio non è l’ultimo chilometro della maratona. È l’inizio, è il dito che indica la via, è il caposquadr­a che, per dirla con le sue parole, è entrato in un’altra dimensione. No, «è tutta la Roma che ora ha una dimensione diversa»: musica e testi di Eusebio Di Francesco, il protagonis­ta della campagna europea, il faccino dietro gli occhiali che specchiano idee, pensieri, parole, opere e omissioni. Lui più di Dzeko, di Alisson, di Kolarov, di De Rossi. Di Franchampi­ons, si può dire così?

RANKING SU O forse è meglio rimanere sul classico: per aspera ad astra. Perché la Roma e il suo allenatore hanno sempre superato un avversario che immaginava­no e temevano superiore, nella migliore delle ipotesi alla pari, in questa Champions. Pensate: prima a sorpresa in un girone con Chelsea e Atletico Madrid. A seguire la qualificaz­ione contro lo Shakhtar, e non certo da testa di serie numero uno. Poi l’impresa con il Barcellona, fino al rimpianto Liverpool, contro una società che ha il doppio dei ricavi in bilancio, che in estate viene a fare la spesa a Trigoria portandosi via Salah e a gennaio prova un altro blitz pure per Alisson. Ecco: Di Francesco è riuscito lì dove aveva fallito Fabio Capello. È andato meglio di Luciano Spalletti e, molto più sempliceme­nte, ha scavalcato tutti: mai la Roma aveva vinto sei partite di Champions in una sola stagione. Per arrivare allo stesso totale, non basta neppure mettere insieme le precedenti tre partecipaz­ioni: 2015-16 (1 vittoria su 8 gare), 2014-15 (1 su 6) e 2010-11 (3 su 8). Logico allora che il ranking Uefa oggi racconti di un 21° posto, a fronte del 37° di inizio stagione. Ma oltre i numeri, c’è la forte percezione di una squadra che è cresciuta di pari passo con il suo allenatore. Quel tecnico che – si ricorderà – al debutto in Champions lo scorso settembre contro l’Atletico Madrid veniva criticato pubblicame­nte da Dzeko e ora, spinto dallo stesso bosniaco, è arrivato a sfiorare l’imbarco per Kiev. «Questa Roma sta diventando una squadra di uomini, stiamo imparando dagli errori per venire fuori dalle gare come uomini e calciatori migliori – ha commentato l’allenatore –. Ora dobbiamo cercare di non perdere quanto fatto quest’anno».

FASE DUE E qui viene il difficile. È la fase due, il prossimo obiettivo di Di Francesco: trasferire al campionato, contro avversari meno affascinan­ti e per un periodo di stress molto più lungo, la stessa determinaz­ione messa in campo in Europa. «A dicembre, dopo il match col Qarabag, ci siamo seduti, siamo stati tutti poco bravi, io e i giocatori. L’errore non va ripetuto». Solo così – ed evitando qualche mossa autolesion­istica dell’intero mondo Roma, società compresa – potrà partire l’operazione scudetto.

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Eusebio Di Francesco, 48 ANSA

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