La sfida al Verona a tradizioni invertite Ora San Siro può essere «fatal» all’Hellas
●Dal 1973 al 1990, dal 2013 all’aprile 2016. Il Bentegodi incubo rossonero, stavolta può succedere il contrario
Dopo la partita d’andata Gattuso confessò di non essere Padre Pio e ammise l’impossibilità di fare miracoli. Rino parlò di figuraccia e chiese – umilmente – scusa ai tifosi del Milan. Dopo il pareggio d’esordio a Benevento e la vittoria contro il Bologna al debutto a San Siro ecco la prima sconfitta della nuova gestione. Non una sconfitta qualunque ma una vera e propria batosta. Clamorosa anche nei dettagli: gol d’apertura di Caracciolo, un difensore cresciuto nel settore giovanile interista, raddoppio di Kean, juventino prestato al Verona e tris di Bessa, altro vivaio nerazzurro. Fatale e inesorabile. Dopo un lungo elenco di fatidiche cadute rossonere, domani pomeriggio ci sta una vendetta: Milano rischia di essere «fatal» al Verona. Una sconfitta o un pareggio condannerebbero l’Hellas alla matematica retrocessione: viceversa i numeri terrebbero accesa la speranza solo in caso di vittoria. Anche nel 1992 il Verona si trovò a viaggiare a maggio verso Milano: quella non era la penultima ma l’ultimissima trasferta stagionale. L’Hellas già retrocesso giocò a San Siro il 17 del mese: Liedholm sulla panchina veronese e Ancelotti all’ultima nel centrocampo rossonero. Finì 4 a 0, doppietta di Carlo. Molto più spesso era stata la «Fatal Verona»: la tradizione era iniziata nel 1973, all’ultima giornata di uno dei tornei più equilibrati di sempre. Il 20 maggio il Milan era la capolista, Lazio e Juve inseguivano dietro di un punto. Il Milan di Rocco aveva celebrato a Salonicco la vittoria della Coppa delle Coppe e chiesto – invano – uno spostamento della partita di Verona al giorno dopo. L’Hellas chiuse con uno storico 5-3, Cuccureddu a Roma segnò il gol che alla Juve regalò il quindicesimo scudetto.
SENZA ECCEZIONI La replica andò in scena nel ’90, penultima giornata e Milan a distanza di un punto dall’inseguitrice Napoli. Il gol di Simone fece credere nel destino sbagliato: sembrava che il Milan stesse per scucire lo scudetto all’Inter. Ma fatal era ancora Verona: Sotomayor pareggiò i conti, l’arbitro Lo Bello cacciò Rijkaard e Van Basten in cinque minuti e più tardi anche Costacurta e lo stesso allenatore, Sacchi. Il gol di Pellegrini all’89 sancì la condanna milanista, la vittoria dello scudetto del Napoli (una settimana più tardi) e non evitò la retrocessione dell’Hellas. Alla prima giornata del 2013-’14, debutto dell’ultimo Allegri, il Milan passò con Poli e fu ripreso dal doppio Toni. La regola non fa eccezione 2 anni dopo: Brocchi si gioca le ultime chance europee ma cade sul campo del Verona con un piede e mezzo in B. Menez illude, Pazzini e la punizione di Siligardi allo scadere stendono di nuovo le ambizioni rossonere. Un’onda lunga fino alla gara d’andata.