ARBITRI IN CRISI MA AIUTARLI SI PUÒ
La Champions, le sviste e la Var
Questo è un complotto antiitaliano. L’Uefa ci vuole male e fa tutto per danneggiarci. Diamo fastidio... La liturgia del vittimismo è lunga e ignorante: peccato si scontri con la realtà di un’Uefa popolata da italiani ai vertici amministrativi, politici e regolamentari. Oggi portiamo noi pallone e magliette, decidiamo i criteri dei bilanci e scegliamo gli arbitri. Tutto questo sforzo per puro sadismo? Le vesti stracciate sull’altare dei «poteri forti» spesso nascondono il problema vero: l’inadeguatezza. Quello che è successo a Milan, Juve e Roma è grave, fa male, obbliga a misure urgenti cominciando dalla Var: ma è successo anche a City, Psg, Bayern (no, al Real no). È stato più semplicemente un anno orribile, parlando di arbitri, e noi ci siamo finiti più dentro degli altri.
Davvero qualcuno può pensare che in piena era «grande fratello» televisivo, con il replay che manda all’infinito il «mani» sconcio di Alexander-Arnold, un arbitro possa sbagliare apposta? Non è più onesto ammettere che gli arbitri sono stati purtroppo modesti, distratti, incapaci, e pensare alle soluzioni? Sarebbe bello se l’Uefa lo riconoscesse: non può aspettarsi complimenti di questi tempi.
Purtroppo noi siamo stati flagellati da Eriksson e dai suoi storditi collaboratori che ne hanno fatte di ogni in Arsenal-Milan. Meno decisivo, ma sempre imbranato, Marciniak in Tottenham-Juve (però all’andata il guardalinee di Brych non aveva visto Higuain in fuorigioco). Quindi Oliver: prima che il Bernabeu al 93’ si facesse troppo grande per lui, se l’era comunque cavata. Non ci sarà mai la versione ufficiale, ma all’Uefa pensano che quel rigore, in quel momento, e dopo quella partita, sia un errore che pagherà. Poi le sviste terribili di Skomina a Roma (rigore compensativo compreso). E altro.
Begli imbecilli Skomina e Oliver a mettere in gioco la loro carriera per aiutare Liverpool e Real, esponendosi alla gogna mediatica e, purtroppo, alle minacce degli anonimi gentiluomini «social». O volevano dimostrare come Tafazzi la loro indipendenza da Collina? Oppure qualcuno pensa che siano corrotti? Fuori i nomi, oppure basta con accuse pasoliniane. Skomina & c. hanno sbagliato. Sotto standard, forse in crisi, si spera paghino. Ma spiace il fatto che avrebbero potuto essere aiutati: serve allenamento per la Var, ma a quel livello sarà poi così problematico coordinarsi? Milan, Juve e Roma forse sarebbero state eliminate lo stesso, ma ora hanno tutte le ragioni del mondo per arrabbiarsi e chiedere giustizia. Passando da vincitori morali.
E arriviamo a Collina. Non è matto, non sceglie i peggiori. Solo che i suoi migliori sono un po’ meno «migliori» dei predecessori. Quando Collina arbitrava lui, e bene, era merito del designatore? Se oggi non ci sono più Webb, Proença, Rizzoli, Clattenburg, Michel, Merk, Rosetti, Busacca, il primo Kassai, il primo Cakir, di chi è la colpa? Anche quando CR7 e Messi si ritireranno ci sarà un vuoto. Invece sarebbe interessante sentire Collina e Busacca sull’evoluzione arbitrale: un’analisi seria che spenga discorsi da bar e chiarisca se è un momento ciclico o un’involuzione pre-Var.
La Var, ecco. Alla Juve non sarebbe servita, ma al Milan e alla Roma eccome. Al di là di chi pretende la perfezione tutta e subito, non si può negare che per un fallimento ci siano dieci correzioni invisibili a occhio nudo. Il bilancio è quindi positivo. Rispettiamo la coerenza di Ceferin, ma una Var dagli ottavi del prossimo anno — la proposta Gazzetta — non è un’idea così folle: non risolverà tutto, ma darebbe forza e credibilità all’eliminazione diretta. Nei gruppi ci sono stati errori, ma è a febbraio che comincia la vera Champions.