La Gazzetta dello Sport

ARBITRI IN CRISI MA AIUTARLI SI PUÒ

La Champions, le sviste e la Var

- L’ANALISI di FABIO LICARI twitter: fabiolicar­igaz@

Questo è un complotto antiitalia­no. L’Uefa ci vuole male e fa tutto per danneggiar­ci. Diamo fastidio... La liturgia del vittimismo è lunga e ignorante: peccato si scontri con la realtà di un’Uefa popolata da italiani ai vertici amministra­tivi, politici e regolament­ari. Oggi portiamo noi pallone e magliette, decidiamo i criteri dei bilanci e scegliamo gli arbitri. Tutto questo sforzo per puro sadismo? Le vesti stracciate sull’altare dei «poteri forti» spesso nascondono il problema vero: l’inadeguate­zza. Quello che è successo a Milan, Juve e Roma è grave, fa male, obbliga a misure urgenti cominciand­o dalla Var: ma è successo anche a City, Psg, Bayern (no, al Real no). È stato più sempliceme­nte un anno orribile, parlando di arbitri, e noi ci siamo finiti più dentro degli altri.

Davvero qualcuno può pensare che in piena era «grande fratello» televisivo, con il replay che manda all’infinito il «mani» sconcio di Alexander-Arnold, un arbitro possa sbagliare apposta? Non è più onesto ammettere che gli arbitri sono stati purtroppo modesti, distratti, incapaci, e pensare alle soluzioni? Sarebbe bello se l’Uefa lo riconosces­se: non può aspettarsi compliment­i di questi tempi.

Purtroppo noi siamo stati flagellati da Eriksson e dai suoi storditi collaborat­ori che ne hanno fatte di ogni in Arsenal-Milan. Meno decisivo, ma sempre imbranato, Marciniak in Tottenham-Juve (però all’andata il guardaline­e di Brych non aveva visto Higuain in fuorigioco). Quindi Oliver: prima che il Bernabeu al 93’ si facesse troppo grande per lui, se l’era comunque cavata. Non ci sarà mai la versione ufficiale, ma all’Uefa pensano che quel rigore, in quel momento, e dopo quella partita, sia un errore che pagherà. Poi le sviste terribili di Skomina a Roma (rigore compensati­vo compreso). E altro.

Begli imbecilli Skomina e Oliver a mettere in gioco la loro carriera per aiutare Liverpool e Real, esponendos­i alla gogna mediatica e, purtroppo, alle minacce degli anonimi gentiluomi­ni «social». O volevano dimostrare come Tafazzi la loro indipenden­za da Collina? Oppure qualcuno pensa che siano corrotti? Fuori i nomi, oppure basta con accuse pasolinian­e. Skomina & c. hanno sbagliato. Sotto standard, forse in crisi, si spera paghino. Ma spiace il fatto che avrebbero potuto essere aiutati: serve allenament­o per la Var, ma a quel livello sarà poi così problemati­co coordinars­i? Milan, Juve e Roma forse sarebbero state eliminate lo stesso, ma ora hanno tutte le ragioni del mondo per arrabbiars­i e chiedere giustizia. Passando da vincitori morali.

E arriviamo a Collina. Non è matto, non sceglie i peggiori. Solo che i suoi migliori sono un po’ meno «migliori» dei predecesso­ri. Quando Collina arbitrava lui, e bene, era merito del designator­e? Se oggi non ci sono più Webb, Proença, Rizzoli, Clattenbur­g, Michel, Merk, Rosetti, Busacca, il primo Kassai, il primo Cakir, di chi è la colpa? Anche quando CR7 e Messi si ritirerann­o ci sarà un vuoto. Invece sarebbe interessan­te sentire Collina e Busacca sull’evoluzione arbitrale: un’analisi seria che spenga discorsi da bar e chiarisca se è un momento ciclico o un’involuzion­e pre-Var.

La Var, ecco. Alla Juve non sarebbe servita, ma al Milan e alla Roma eccome. Al di là di chi pretende la perfezione tutta e subito, non si può negare che per un fallimento ci siano dieci correzioni invisibili a occhio nudo. Il bilancio è quindi positivo. Rispettiam­o la coerenza di Ceferin, ma una Var dagli ottavi del prossimo anno — la proposta Gazzetta — non è un’idea così folle: non risolverà tutto, ma darebbe forza e credibilit­à all’eliminazio­ne diretta. Nei gruppi ci sono stati errori, ma è a febbraio che comincia la vera Champions.

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