La Gazzetta dello Sport

L’Atletico come il Real: è in finale Ci pensa Costa

●A Madrid decide l’ex Chelsea alla fine del primo tempo. L’Arsenal fa tanto possesso, ma sterile

- Filippo Maria Ricci CORRISPOND­ENTE DA MADRID

È

la legge degli anni pari. Dal 2010 l’Atletico Madrid ogni due stagioni arriva a una finale europea. Quella di Lione del 16 maggio sarà la quinta, dopo le due di Europa League (2010 e 2012) e le due di Champions (2014 e 2016). Le prime due vinte, le altre due perse.

DEVOTI DEL CHOLISMO È la quarta che porta in dote Diego Simeone, e capirete perché l’allenatore argentino nella parrocchia colchonera è intoccabil­e, il cholismo una devozione, il fatto di non giocare un calcio vistoso come fanno in tanti qui in Spagna un dettaglio insignific­ante. Ieri Simeone era in tribuna, squalifica­to, a soffrire, sbracciars­i, scalciare, agitarsi. In panchina suo «fratello», il truce «Mono» Burgos. Dall’altra parte c’era Arsène Wenger, che ha salutato l’Europa battezzand­o uno stadio per lui nuovo. Lascia l’Arsenal senza Champions League e con 2 finali continenta­li perse in 22 anni. L’Atletico ha allungato a 12 la striscia di partite casalinghe senza prendere reti nelle varie competizio­ni, e dopo l’1-1 dell’andata il gol di Diego Costa è stato più che sufficient­e per andare a Lione.

ARSENAL LEZIOSO È stata la vittoria della cinica praticità sulla sterile estetica. A Londra l’Arsenal aveva bombardato Oblak ed era stata bruciata da Griezmann, ieri ha tenuto palla a lungo mettendoci però 52 minuti a fare un tiro e 63’ per farne uno nello specchio. In tutto il primo tempo nemmeno una conclusion­e, e nell’unica incursione veramente pericolosa Lacazette a un metro da Oblak ha girato a sinistra, tornando indietro. Una svolta quasi simbolica del possesso bello e inutile, fine a se stesso dei Gunners. Soprattutt­o se poi di fronte hai una squadra che la palla non la vuole, che fa della ruvida praticità il proprio manifesto, intenziona­ta solo a colpire in contropied­e con rapida verticalit­à.

L’UNICO GOL Diego Costa ne ha sprecato uno clamoroso, generato da un lancio lungo di Oblak sul quale l’ex Chelsea si avventa con feroce determinaz­ione, vince tre corpo a corpo, fa persino sedere Ospina soltanto per poi sparare incredibil­mente fuori la palla. Col copione che non mutava, Arsenal lezioso, Atletico pericoloso (girate appena a lato di Koke e Griezmann, bella volée di Partey), nel recupero del primo tempo l’ennesimo rilancio madrileno è stato gestito male dalla difesa londinese, palla a Griezmann e magica apertura a sinistra dove c’era Diego Costa che stavolta non ha sbagliato.

OTTIMO ROCCHI L’Arsenal aveva perso Koscielny dopo pochi minuti, rottura del tendine d’Achille destro che gli farà perdere anche il Mondiale, e nella ripresa se n’è andato anche Wilshere, il più positivo. Mkhitaryan ha migliorato le cose per gli inglesi ma se c’è una squadra che sa difendersi e soffrire senza problemi è l’Atletico, attitudine simbolizza­ta dall’enorme partita di Godin e dalla miglior gara stagionale di Costa. Rintanato e pronto a ripartire l’Atletico ha condotto al termine la seconda parte firmando il suo 12° 1-0 stagionale. Chiudiamo con l’arbitro: in giorni di roventi polemiche in giro per l’Europa, va segnalata l’ottima serata di Rocchi.

 ?? GETTY IMAGES ?? Diego Costa, 29 anni, il primo da sinistra, festeggia l’1-0 con Griezmann
GETTY IMAGES Diego Costa, 29 anni, il primo da sinistra, festeggia l’1-0 con Griezmann

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy