Dovizioso, un leader senza moto: ha respinto due offerte Ducati
● Andrea, che piace a Suzuki e Honda, rifiuta 5 milioni: ne vuole 7. Lo sostituirà Miller con Iannone alla Pramac?
In testa al Mondiale, eppure ancora senza contratto per il 2019. È un po’ il paradosso di Andrea Dovizioso, impegnato in un braccio di ferro con la Ducati per il rinnovo. «Ma io sono molto tranquillo. Vada come vada, cadrò in piedi», sorride il Dovi. Per il resto, profilo basso. «Parlare troppo adesso sarebbe controproducente, non ha senso. Al momento giusto spiegherò tutto». Intanto, incassa i complimenti di Marc Marquez, che quando gli viene chiesto chi vorrebbe avere come compagno nel 2019 sulla Honda, dopo l’annuncio di ieri dell’accordo tra Ktm e Johann Zarco («Gran sfida, se mettessimo Marc su una Ktm cosa farebbe? Non dico che sono forte come lui, ma voglio portarla in alto», dice il francese), non ha dubbi: «Io ho sempre detto che voglio un compagno forte. E in questo momento i soli due che non hanno firmato sono Pedrosa e Dovizioso». Con buona pace di Jorge Lorenzo, seduto lì vicino. «Marc poteva dirlo o no, lo ha fatto e va bene così», chiosa Andrea. Che piace alla Honda, ma ancor più alla Suzuki, persino più dell’ipotesi Lorenzo, per sostituire Andrea Iannone.
RIMESCOLAMENTO Dovizioso, Lorenzo, Iannone. Ma non solo, perché qualora tra Dovi e Ducati dovesse andare male, potrebbe innescarsi una mini rivoluzione che coinvolgerebbe l’assetto della Pramac, la squadra junior Ducati che, con l’ingaggio invernale di Pecco Bagnaia, si era affacciata a questo Mondiale con un progetto 2019 già definito: il leader della Moto2, appunto, al fianco di Jack Miller, che in questo avvio sta facendo ottime cose. «Il nostro primo obiettivo è chiudere un accordo con Andrea, a tutto il resto pensiamo ancora poco», dice categorico il Direttore Corse, Gigi Dall’Igna. Di sicuro, mentre in inverno ci si immaginava una trattativa rapida, con l’annuncio magari qui a Jerez, la realtà è diversa. «Dovi ha già un’opzione sul tavolo, ma non c’è nulla di strano se un pilota, che è stato secondo un anno fa, cerca di alzare il livello della discussione — spiega Dall’Igna —. Ma sono fiducioso che troveremo un accordo, noi lo vogliamo e credo che lui qui abbia trovato quello che cercava».
TIRA E MOLLA Alla prima offerta, all’incirca sui 4 milioni, avanzata in Texas, e rifiutata dal pilota, la Ducati in questi giorni ne avrebbe fatta seguire un’altra che si sarebbe spinta a 5 milioni. Ma anche questa non è stata accettata, mentre si sussurra di una richiesta di Dovizioso intorno ai 7 milioni. «A un piano B penseremo eventual- mente, qualora la trattativa dovesse protrarsi troppo», ammette Dall’Igna, che in questi giorni tornerà a sedersi al tavolo assieme al d.s. Paolo Ciabatti per discutere con Simone Battistella, manager di Dovizioso.
GARA DECISIVA? Dai discorsi futuri della rossa, per il momento resta tagliato fuori Lorenzo, che ammette di «non essere nella situazione migliore per negoziare. Aspetto di risalire». Certo che questa di Jerez, dove l’anno scorso colse il suo primo podio con la Ducati, potrebbe rappresentare l’ultima occasione per pensare a un futuro in rosso. Perché in Ducati non hanno più pazienza di aspettare, dopo un investimento pesantissimo di 25 milioni, ma neppure Jorge sembra essere così convinto. «Se credo ancora nella Ducati? Finora hanno provato moltissimo a fare una moto che giri di più e si adatti al mio stile. Il fatto di provarci per me è sufficiente, anche se i risultati non sono stati al 100%». Dopo un 2017 chiuso in rialzo, le prime 3 gare hanno visto un netto passo indietro, con Jorge capace di collezionare solo 6 punti contro i 46 di Dovizioso, e la situazione sembra difficilmente recuperabile. «Questa moto, che sembrava molto buona ai test di Sepang, mi dà più problemi della GP17. Ci sono stati pochi momenti buoni, non sono mai stato veloce. Ma lotto con quello che ho, anche perché credo che per ora la moto resterà così», chiude Jorge. Che via della Ducati avrebbe come unica vera opzione la Suzuki (ieri Rins ha detto che resterà lì). Anche se, nel paddock, più di un manager inizia a chiedersi: e se, invece, decidesse di fermarsi?
RIVOLUZIONE In Ducati stanno comunque pensando a cosa fare qualora, oltre a Lorenzo, perdessero anche Dovizioso. Danilo Petrucci qui è chiamato al riscatto («Ad Austin ho preso una bella sveglia, serve una decisa raddrizzata») per dimostrare di meritarsi il team ufficiale, ma a Borgo Panigale avrebbero sondato pure la situazione di Cal Crutchlow e valutano l’idea di promuovere subito Miller. Cosa che, se avvenisse, riaprirebbe le porte per un ritorno in Pramac di Iannone al fianco di Bagnaia. Il team di Paolo Campinoti il prossimo anno schiererà una moto 2019 e una GP18 e, con Pecco al debutto («Di sicuro Bagnaia non avrà la GP19», dice Dall’Igna), servirebbe un pilota di esperienza. Iannone, nel dubbio, è già andato a bussare alla porta.
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LA FIRMA
Le stagioni che Zarco disputerà con la Ktm; 2019-20. Rins resta invece con la Suzuki IL MIO 2019? IO SONO TRANQUILLO, VADA COME VADA, CADRÒ IN PIEDI
ANDREA DOVIZIOSO PILOTA DUCATI