La Gazzetta dello Sport

ANDREA «ERRORE LORO, MA CHI ARRIVA DA DIETRO DEVE GESTIRE»

Nel parapiglia post caduta, Dovizioso ha provato a ripartire con una moto semidistru­tta e soprattutt­o non sua: era la Ducati di Lorenzo

- INVIATO A JEREZ p.i.

La rabbia, ad Andrea Dovizioso è passata veloce. Il dispiacere no, anche perché, per Andrea «non era impossibil­e stare con Marquez». Già sabato, nelle quarte libere, montando la carena con le ali Dovi aveva trovato buone sensazioni, confermate dalla qualifica. Credeva al podio, e la gara lo stava dimostrand­o: 8° alla prima curva, 3° al 9° giro, con un ritmo che gli aveva permesso di recuperare oltre 1” a Marquez. Ma è stato quando davanti si è trovato la GP18 gemella di Lorenzo che per Dovi le cose hanno iniziato a farsi complicate. Fino al disastro della Dry Sack. «A quel punto della gara era ormai tropo tardi per pensare di riprendere Marquez, ho provato per 10 giri a passare Jorge, ma non ce la facevo, lui a centrocurv­a si piantava e non voleva farmi passare, chiudeva la porta e allungava. Eravamo in crisi con l’anteriore, lo dimostrano le tante cadute, dovevo stare attento. Ma avevamo fatto un lavoro esagerato, era tutto perfetto, invece è arrivata questa botta, non ci voleva».

COLPEVOLI Sull’incidente con Pedrosa e Lorenzo, Dovi ha pochi dubbi: «Hanno entrambi fatto un errore. Dani era il terzo e tu stando dietro puoi gestire la situazione. È vero che fa una linea normale, ma è entrato più veloce del solito, mentre Jorge non ha guardato, come invece ho fatto io, e per ripartire il più rapido possibile ha tagliato la linea. L’errore più grande è però di Dani, perché comunque noi eravamo davanti e siamo

noi a decidere la linea. Ma alla fine è un incidente di gara, non erano da penalizzar­e, però a me scoccia, ho preso 0 punti invece di 20». Per Davide Tardozzi, team manager ed ex pilota, è «un incidente molto particolar­e, nel quale fatichi a dire che la colpa è dell’uno o dell’altro. È una valutazion­e soggettiva».

CRESCITA Quanto a Gigi Dall’Igna, dopo avere analizzato i video («Secondo me Dani è entrato molto più veloce del solito e sembra che avesse perso il retrotreno ancor prima di toccare Giorgio. Se per un errore o evitare il contatto però non posso dirlo») è già tempo di guardare avanti. «Questo è stato un bel disastro, sì, però preferisco guardare al fatto che qui le nostre moto andavano bene. Dovi girava col passo di Marquez su una pista che non gli piace e dove nel 2017 le Honda avevano dominato: dal punto di vista tecnico ci siamo avvicinati. E mi spiace per Petrucci. Speravo nel suo podio. Se lo meritava lui e lo meritavamo noi».

STALLO La Ducati nei test di oggi qui girerà solo con il team Pramac, mentre Dovizioso e Lorenzo saranno al Mugello giovedì (e venerdì Michele Pirro), con novità che si spera possano far fare alla rossa un salto in avanti. Ma sul tavolo c’è soprattutt­o la questione rinnovo con Dovizioso. Qui ci sono stati diversi incontri tra l’a.d. Claudio Domenicali, il diesse Paolo Ciabatti e Simone Battistell­a, manager di Andrea, ma senza passi in avanti, con entrambe le parti ferme sulle proprie posizioni: si parla di una proposta di 5 milioni, contro una richiesta di 6. «Noi abbiamo fatto ad Andrea la miglior offerta possibile — spiega Dall’Igna —, la palla ora è nel suo campo. Credo sia stato fatto quello che Ducati Corse poteva in questo momento, per dimostrarg­li che vorremmo veramente che restasse».

PESSIMISTA Un braccio di ferro che più il tempo passa e più non si sa come potrebbe finire: «A questo punto sono più pessimista della gara passata — butta lì il Direttore Generale della rossa —. Ancora non penso a un piano B, ma non possiamo stare troppo tempo fermi. C’è un tempo in cui è ragionevol­e e giusto perseguire l’obiettivo, ma senza intestardi­rsi se non trovi la soluzione». Quasi un ultimatum.

Oggi i test Irta a Jerez, giovedì la rossa al Mugello con novità importanti

Il rinnovo di Dovi è ancora lontano

E a Borgo Panigale ora c’è pessimismo PER ME PEDROSA È ENTRATO IN CURVA UN PO’ PIÙ VELOCE DEL SOLITO

UN DISASTRO, MA ALMENO LE NOSTRE MOTO GIRAVANO BENE

GIGI DALL’IGNA D.G. DUCATI CORSE

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