La Gazzetta dello Sport

NEL NOME DI CANNAVÒ SOLIDARIET­À E IMPEGNO

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La Gazzetta è allo stesso tempo modernità e tradizione. Un dito sullo smartphone e un occhio a cullarsi con le immagini in bianco e nero di Giacinto Facchetti. Perché da qualche anno il Candido Day, il giorno di Candido Cannavò - storico direttore della Gazzetta - coincide con il premio in ricordo della bandiera interista. In un ideale abbraccio. Quello che ha raccontato Franco Arturi, editoriali­sta della Gazzetta e da qualche giorno anche nuovo Direttore Generale della Fondazione Candido Cannavò che ieri ha presentato la nuova struttura. «La Fondazione è cambiata negli ultimi mesi. E riparte con rinnovato slancio - ha detto Arturi - per perseguire i suoi scopi di solidariet­à civile e culturale, attraverso lo sport. Il nuovo consi- glio è presieduto da Raimondo Zanaboni, direttore generale di Rcs Pubblicità e amministra­tore delegato di Rcs Sport; vicepresid­ente è il direttore responsabi­le della Gazzetta Andrea Monti; gli altri consiglier­i sono Francesco Carione, direttore generale della Gazzetta, Pier Bergonzi, vicedirett­ore, e Alessandro Cannavò, in rappresent­anza della famiglia. Accanto a me, nella funzione operativa lavora come Project Manager Gian Luca Pasini, giornalist­a. Una squadra di struttura agile, che si gioverà naturalmen­te di sostenitor­i, amici, consulenti, animatori, per la realizzazi­one dei vari progetti».

IDEE Già molte idee sul tavolo alcune in via di realizzazi­one. Il Candido Junior Camp, con la Briantea Cantù (storico partner), la Federazion­e basket in carrozzina con il suo presidente Zappile e l’Associazio­ne Spina Bifida. Quattro gli appuntamen­ti con il wheelchair basket giovanile nei prossimi 18 mesi. Il primo questa estate in quello che fu il carcere dell’Asinara, in Sardegna. Un ponte ideale con i sentimenti di Cannavò che alle prigioni e ai suoi abitanti (detenuti e guardie) ha dedicato ore e speranze. Continua con la Canottieri Milano il progetto denominato, Ora d’acqua. Si rema (uomini e donne), con la speranza anche di fare una uscita sui Navigli, prima dell’estate. E ancora il calcio etico con Libera di Don Ciotti, partito da Roccella Ionica (su strutture e terreni sottratti alle mafie) che gioca con i nomi degli ammazzati sul petto e che dalla Calabria si sta allargando ad altre città d’Italia. Dove continua il progetto io Tifo Positivo con Comunità Nuova di Don Rigoldi. Qui si «educano» i più giovani alla tolleranza e al rispetto degli avversari. Spediti e fiduciosi verso il prossimo anno, quando la Fondazione festeggia il suo decennale. Per questa occasione sarà stampato un libro con alcuni dei più suggestivi articoli scritti da Cannavò. Sulla carta o sul campo il suo messaggio resta eccezional­mente attuale.

LA FONDAZIONE CANNAVÒ PRESENTA I PROGRAMMI FRA BASKET IN CARROZZINA E PROGETTI IN CARCERE

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Ecco il manifesto della Fondazione Candido Cannavò per lo sport

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