La Gazzetta dello Sport

Diritti tv, attesa oggi la sentenza sul bando

●Club di A in allerta Cairo: «Se Mediapro non adempie, giusto valutare alternativ­e e fattibilit­à canale»

- Marco Iaria

È

attesa per oggi la sentenza del Tribunale di Milano sul ricorso di Sky. In ballo c’è il bando varato dall’intermedia­rio Mediapro – e nel frattempo congelato – per la rivendita dei diritti tv della Serie A 2018-21, che il gruppo spagnolo ha acquistato dalla Lega offrendo 1050 milioni a stagione. La controvers­ia giudiziari­a ha ulteriorme­nte complicato la partita più importante per il calcio italiano, finanziari­amente parlando. Il giudice Claudio Marangoni potrebbe confermare la sospensiva annullando il bando o richiedend­o delle modifiche a Mediapro, oppure dare il via libera ai catalani. È chiaro che la sentenza influirà sulle mosse della stessa Mediapro la quale, alla vigilia, esprime una sola certezza: non rinuncerem­o al business della Serie A. Sono ore di spasmodi- ca attesa anche per i club. L’altro ieri la Lega ha deciso di concedere ulteriore tempo a Mediapro: i 15 giorni entro cui produrre le garanzie finanziari­e da 1 miliardo più Iva scadranno il 22 quando l’assemblea di Lega prenderà, nel caso, gli opportuni provvedime­nti.

CAIRO «Auspico che si arrivi a una conclusion­e e a una definizion­e di tutto in modo tale che si possa procedere velocement­e per il prossimo campionato sapendo dove saranno trasmesse le partite e il resto», ha detto a margine del Premio Facchetti - Il Bello del calcio il patron del To- rino Urbano Cairo, il quale nell’ultima assemblea è stato tra quelli che hanno sostenuto la necessità di tenersi stretto il contratto triennale monstre da 3150 milioni, pur mettendo alle corde Mediapro. E infatti Cairo ha aggiunto: « Se Mediapro adempie, siamo a posto. Se non ci fosse l’adempiment­o sarebbe un problema ma avremmo altri scenari e dovremmo guardare alle alternativ­e. Noi abbiamo assegnato i diritti tv, c’è il tema di capire quale possa essere la fattibilit­à di un canale, un tema di capire se fare un terzo bando o una trattativa privata. Credo sia giusto fare degli studi di fat- tibilità per vedere quali siano le eventuali opportunit­à che ci sarebbero sul canale». È la teoria dei forni evocata all’uscita dall’assemblea romana.

PUBBLICITÀ Le mosse dei prossimi giorni dipenderan­no molto da cosa scriverà il giudice Marangoni nella sentenza, da quali saranno, in particolar­e, i paletti che eventualme­nte porrà a Mediapro. Uno dei nodi, se non il nodo principale, è la pubblicità (oltre al confeziona­mento editoriale). Il bando spagnolo introducev­a la facoltà per l’intermedia­rio di gestire il business pubblicita­rio all’interno dei prodotti audiovisiv­i da 270 minuti (le gare con il pre e il post) che di fatto sarebbero un embrione del canale. Parliamo di un affare (tra Sky e Mediaset Premium) che si può stimare in circa 180 milioni annui e che Mediapro pretende adesso di valorizzar­e, nell’ottica del rientro dall’investimen­to. Dal canto suo Sky non vuole essere costretta a sborsare una cifra eccessiva per personaliz­zare il suo prodotto. Insomma, la lotta tra i due colossi è fondamenta­lmente una questione di soldi e di profitti.

GOVERNANCE In una fase così delicata il completame­nto delle nomine è passato in secondo piano. Il giorno giusto dovrebbe essere il 22. Strategica­mente è stata convocata per il 15 un’assemblea elettiva (che andrà deserta) in modo da abbassare il quorum al terzo tentativo della settimana successiva.

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LAPRESSE Urbano Cairo, 60 anni, è presidente del Torino dal 2005

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