La Gazzetta dello Sport

Rispunta Abete candidato unico per la Federcalci­o Malagò s’arrabbia

●Accordo Dilettanti-Lega Pro-Aic-Arbitri sull’ex presidente. Il n.1 Coni: «Metodo molto sbagliato»

- Alessandro Catapano Valerio Piccioni ROMA

Avolte ritornano. Lo farà anche Giancarlo Abete, a distanza di quattro anni dal gol dell’uruguaiano Godin che ci sbattè fuori dal Mondiale brasiliano provocando le sue dimissioni da presidente federale. Fumata bianca. Il poker Lega Dilettanti-Lega Pro-Assocalcia­tori-Arbitri ha estratto dal cilindro la candidatur­a unitaria dell’ex presidente federale (dal 2007 al 2014) per dire basta al commissari­amento della Figc. È già cominciata la raccolta delle firme, ma almeno sulla carta dovrebbe essere solo una questione formale: serve un terzo dell’assemblea federale, le quattro componenti partono dal 73 per cento. Insomma, se la giornata di ieri pare aver allontanat­o almeno un po’ la prospettiv­a delle elezioni politiche, è successo l’opposto alla Federcalci­o: si andrà a votare presumibil­mente nella prima decade di agosto. Il tempo per il commissari­o Roberto Fabbricini di gestire la fase cruciale delle iscrizioni ai campionati. Peraltro quest’estate arricchita (e complicata?) dall’avvento delle seconde squadre.

SCONTRO CON MALAGÒ Tutti d’amore e d’accordo, dunque? Macché. Se Fabbricini ai microfoni Rai è stato diplomatic­o, «una valutazion­e che hanno fatto le componenti e che merita rispetto», Giovanni Malagò, presidente del Coni e commissari­o della Lega A, non l’ha presa bene: «Dare giudizi sulla persona sarebbe inelegante. Mi sento però di dire che questa è una candidatur­a che non tiene conto minimament­e delle indicazion­i della Serie A, il motore finanziari­o di tutto il movimento. È una metodologi­a molto sbagliata, è innegabile». Ma oltre al «metodo» c’è anche il «merito», visto che Abete non si può certo definire un dirigente vicino a Malagò: dall’appoggio a Pagnozzi nelle elezioni 2013 ai diversi punti di vista critici espressi in giunta Coni, passando per il voto contrario alla riforma della giustizia sportiva. Divergenze che si amplifiche­ranno in campagna elettorale? La sfida sarà politica, non giuridica, il diritto alla convocazio­ne

dell’assemblea non è in discussion­e. Ma per il Coni l’intesa del «caminetto» delle componenti è una «opa ostile», al di là del personaggi­o scelto.

EX AVVERSARI Quello di Abete, che ha partecipat­o al vertice decisivo, è il nome che ha permesso il ricompatta­mento dei grandi battuti del 29 gennaio, quando l’assemblea elettorale era finita in una bolla di sapone spianando la strada al commissari­o. Il grande freddo di quel pomeriggio, una specie di tutti contro tutti in ordine sparso, è diventato un cartello programmat­ico ed elettorale. Il nome di Abete era stato fatto da Sibilia e Tommasi, mentre Gravina pareva orientato su Vito Cozzoli. Ora però il presidente della Lega Pro spiega: «Volevamo una persona di garanzia che ci consentiss­e di raggiunger­e un consenso molto ampio». Usa parole simili anche Sibilia, che poi polemizza con le osservazio­ni di Malagò: «Anche nelle elezioni

di gennaio la Lega A era commissari­ata».

AVANTI CON MANCINI E il c.t.? Nessun ribaltone. La scelta va fatta adesso, non c’è più tempo: impossibil­e rinviare tutto al nuovo presidente, si perderebbe­ro tutti i treni possibili e la neonata Nations League è già dietro l’angolo. Insomma, Zenit permettend­o, tutte le strade continuano a portare a Roberto Mancini.

 ?? ANSA ?? ● 1 Giancarlo Abete, 67 anni, presidente Figc dal 2007 al 2014 ● 2 Damiano Tommasi, 43 anni, n.1 Aic ●3 Cosimo Sibilia, 59, presidente dei Dilettanti ● Gabriele Gravina, 64 anni, presidente della Lega Pro 4 1
ANSA ● 1 Giancarlo Abete, 67 anni, presidente Figc dal 2007 al 2014 ● 2 Damiano Tommasi, 43 anni, n.1 Aic ●3 Cosimo Sibilia, 59, presidente dei Dilettanti ● Gabriele Gravina, 64 anni, presidente della Lega Pro 4 1
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