La Gazzetta dello Sport

Chaves un calvario Prende 25 minuti Scoperta Mohoric

- Luca Gialanella INVIATO A GUALDO TADINO (PERUGIA)

«Un capitano, c’è solo un capitano». Ma non è certo una canzone di gioia quella che racchiude l’essenza di una maratona appenninic­a durissima, 3700 metri di dislivello e 244 chilometri, la più lunga del Giro. Perché nella tappa che parte da Penne, Esteban Chaves ci lascia... le penne. La Mitchelton-Scott della maglia rosa Yates avrebbe voluto far corsa parallela con il britannico e il colombiano almeno fino allo Zoncolan di sabato. Esteban più forte in salita, lo scalatore che poteva mettere in ginocchio chiunque. E invece il suo Giro finisce dopo 6 chilometri, la partenza subito in salita verso Farindola e Rigopiano, uno dei versanti del Gran Sasso, e lui che comincia a perdere un metro dopo l’altro, è in coda al gruppo, e le radioline dei rivali iniziano a gracchiare, «si stacca, si stacca». Effetto del giorno di riposo? Allergia? Fatica a respirare? Mal di gola? O, più sempliceme­nte, una «cotta» vecchia maniera, come quella del giovane Cadel Evans in rosa a Passo Coe nel Giro 2002? La verità la conosce soltanto lui. In ogni caso, tre giorni fa, a Campo Imperatore, che dista pochi chilometri in linea d’aria dalla zona di Rigopiano, la coppia extra-small aveva dato spettacolo; adesso Yates si ritrova sempre rosa, ma paradossal­mente molto più solo, lui che sulle salite lunghe e arcigne del Giro è ancora tutto da scoprire. Si va a prendere anche

3” al traguardo volante davanti a

Pinot, per far capire la sua determinaz­ione. Però adesso la missione è più complicata.

APPLAUSO Abruzzo, Marche, Umbria. Sono il cuore del Giro, la ragione per cui questa è la corsa più dura del mondo. Tappe spaccagamb­e su tracciati tortuosi dove la pianura è inesistent­e. Occasione di imboscate in ogni punto. E per fortuna il cielo è stato più clemente negli ultimi trenta chilometri. In ogni caso, sforzi così restano nelle gambe. Ironia del destino: Chaves, vincitore sull’Etna mano nella mano con Yates, arriva a 25’25” mentre Simon e due compagni stanno festeggian­do la vittoria a squadre del Gran Sasso. L’applauso che si leva dal pubblico per il colombiano è un premio che Esteban porterà dentro di sé: il suo sorriso e la profondità di pensiero sono arrivati ai tifosi. Tornerà al Giro, per vincerlo.

FUGA Dopo il riposo, si riparte a tutta velocità. Ed è la sfortuna di Chaves. Al terzo chilometro se ne vanno in 13, tra cui Mohoric, Hermans, Sanchez, Martin, Ballerini, Mosca. Se ne aggiungono altri quattro, con Ciccone. Ritmo infernale. Quando Chaves si sfila, la squadra di Pinot è la prima ad accelerare in testa al gruppo. Poi i ragazzi di Dumoulin e infine, per la prima volta in modo deciso, il Team Sky di Chris Froome. Si passa da Rigopiano, l’omaggio ai 29 angeli dell’albergo crollato sotto la slavina l’anno scorso: anche questo è il cuore del Giro, la memoria, la solidariet­à. E Angelo Ciccone, l’abruzzese che porta sulla pelle la maglietta con i 29 nomi, vince il Gpm di Fonte della Creta, km 21. Qui Chaves ha già 2’25”, la sua corsa è finita.

VOLATA Tanti piccoli indiani indiavolat­i sull’Appennino. È questa l’immagine dall’alto del gruppo, che chiuderà la giornata a oltre 40 orari di media. Il braccio di ferro con Chaves (aiutato dalla Quick Step di Viviani) ha come primo risultato la fine della fuga di Mohoric e Sanchez. E si conclude nella zona di Comunanza, a 113 km dall’arrivo: il distacco da 1’16” sale subito a 1’56” e poi a 2’18”. I 4 Quick Step alzano bandiera bianca, e Puccio, fedelissim­o compagno di Froome, cresciuto in Umbria (su queste strade), è implacabil­e nel ritmo in testa. Per Chaves saranno tre ore di dolore e sofferenza.

TALENTO Nel finale ci prova Frapporti, ma è di Matej Mohoric l’azione decisiva. Il 23enne sloveno ha iniziato con Sagan nella Cannondale e corre nella Bahrain-Merida di Nibali: nel 2012 oro in linea e argento crono al Mondiale juniores; a Firenze 2013 oro under 23 in linea davanti a Meintjes. Capito? Mohoric se ne va con Villella a 40 km dall’arrivo, lo stacca in discesa, disegna le curve come si cuce un abito di alta sartoria. È il palcosceni­co giusto per questo talento cresciuto pian piano, che ora sogna in grande. E in volata non dà spazio a Denz. Il Giro lo incorona. Un giovane Sagan, per il divertimen­to che mette in bici e fuori.

COLPO DI SCENA La tappa nel cuore del Centro Italia si rivela durissima e fa una vittima inattesa

Ora il colombiano, vincitore sull’Etna, aiuterà il capitano unico Yates

●Il compagno della maglia rosa, 2° in classifica, attaccato subito dopo il via dagli altri big. Vittoria al giovane predestina­to sloveno

«AMORE DURO, AMORE CRUDO: È IL MIO RAPPORTO CON L’ITALIA»

«L’IMPORTANTE È CHE YATES SIA ANCORA IN MAGLIA ROSA»

«L’OBIETTIVO DELLA SQUADRA NON CAMBIA, SI VA AVANTI COSÌ»

ESTEBAN CHAVES MITCHELTON-SCOTT

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Esteban Chaves, 28, scuro in volto appena tagliato il traguardo a quasi 25’ dagli altri big BETTINI
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Era 2° in classifica Chaves all’arrivo di Gualdo Tadino
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