La Gazzetta dello Sport

«Gigi in campo, io no: all’inizio ci rimasi male Ma è il più forte di tutti i tempi e già si vedeva»

●Nista, in panchina in Parma-Milan ‘95 «Era un big match, Scala ebbe coraggio E ora decida ciò che più lo rende felice»

- Marco Calabresi

C’è una domenica mattina che cambia per sempre la vita di Gigi Buffon. Nella notte tra il 18 e il 19 novembre 1995, Gigi e Alessandro Nista, oggi preparator­e dei portieri del Napoli, avevano anche dormito nella stessa stanza. E nella stessa stanza tornarono dopo aver ricevuto la notizia da Nevio Scala: «Col Milan gioca il ragazzino».

Dica la verità: ci rimase male?

«Non feci i salti di gioia. Ma cercai di digerire velocement­e la delusione, per poi fare la cosa più giusta: accompagna­rlo alla partita. Anche se lui non ne aveva bisogno».

Lo vide agitato?

«Macché, aveva una serenità incredibil­e, figlia della consapevol­ezza di avere grandi qualità, sommata all’incoscienz­a dell’età».

Un po’ di incoscienz­a la ebbe anche Nevio Scala...

«Una grandissim­a prova di coraggio, anche se io in settimana non ero stato bene e venivo da un infortunio alla schiena. La nostra era una squadra di campioni, ne aveva tanti anche il Milan. Era una partita sentitissi­ma, eppure Scala lanciò Gigi».

Ma c’era la sensazione di allenarsi con un fenomeno?

«Arrivai a Parma a settembre per fare il vice di Luca Bucci, quando Giovanni Galli lasciò la squadra. Buffon si allenava già con la prima squadra, e devo dire che la prima impression­e fu subito quella di trovarci di fronte qualcosa di straordina­rio. Aveva qualità tecniche e fisiche fuori dalla norma».

Di solito, però, il ragazzino in prima squadra fa il timido.

«Lo considerav­o il mio fratellino, ma Gigi è sempre stato più grande della sua età e molto più maturo. Il rapporto con i compagni in prima squadra fu da subito paritario. E non gli si poteva non voler bene».

Le impression­i dei compagni erano uguali alle sue?

«Sì, anche parlando con il resto della squadra che aveva conosciuto Gigi sin dal ritiro estivo, erano tutti d’accordo su una cosa: questo è un fenomeno».

Cosa spera che dica oggi in conferenza stampa?

«Non spero niente, perché questa è una cosa tutta sua. Si parla di un uomo scolpito nella pietra: sa cosa è meglio per lui e per la società. Quello che gli auguro, è di prendere una decisione che lo renda felice, come felice lo è stato finora, toccando tutti i livelli più alti per un calciatore profession­ista. Quello che lascerà agli sportivi è qualcosa di irripetibi­le».

È il portiere più forte di tutti i tempi?

«Secondo me sì. Si può parlare di Zoff, di Jascin e di tanti altri portieri. Ma rapportand­olo ai tempi moderni, Gigi è il più forte in assoluto».

Dove vede meglio Buffon nel post-carriera?

«Credo abbia delle qualità morali che gli possono permettere di ricoprire qualsiasi ruolo. Ha dimostrato un grande attaccamen­to alla maglia della sua squadra, ma anche ai colori azzurri. Avrà l’imbarazzo della scelta. Qualsiasi cosa farà, sono sicuro avrà gli stessi risultati ottenuti da calciatore».

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IPP Alessandro Nista, 52 anni, oggi preparator­e del Napoli

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