La Gazzetta dello Sport

Sollievo Cagliari: solo 6 mesi di stop per Joao Pedro

●Il Tribunale antidoping nega l’intenziona­lità Il giocatore: «Sono rinato». Giulini: «Giusto così»

- Valerio Piccioni ROMA

Mancava solo lo spumante. I quattro anni di squalifica chiesti dalla procura antidoping di Nado Italia sono diventati sei mesi. È l’entità della sospension­e decisa dalla prima sezione del Tribunale nazionale antidoping presieduta da Adele Rando per Joao Pedro, il brasiliano del Cagliari, trovato positivo nei controlli delle partite con Sassuolo (11 febbraio) e Chievo (17 febbraio) all’idroclorot­iazide, appartenen­te alla classe dei «diuretici e agenti mascherant­i». «Per me è come una rinascita, hanno creduto che non c’è stata malafede da parte mia, questa è già una vittoria», dice il calciatore circondato dalla sua famiglia, dai suoi legali e dal presidente del Cagliari, Tommaso Giulini, che è venuto apposta a Roma per dimostrare la vicinanza del club: «Abbiamo sempre sostenuto il giocatore: si è trattato soltanto di una leggerezza». Eduardo Chiacchio, l’avvocato che difendeva Joao Pedro insieme con i suoi colleghi Ernesto De Toni, Alberto Porzio e Gaetano Mari, sintetizza lo stato d’animo generale: «Siamo molto soddisfatt­i. La sentenza dimostra che è stata riconosciu­ta una colpa lieve». La squalifica terminerà il 15 settembre, il giocatore ha infatti già scontato due dei sei mesi.

DAL BRASILE In pratica, il Tribunale ha sposato in pieno la versione dell’integrator­e contaminat­o. Joao Pedro è comunque colpevole perché i tesserati sono «ritenuti responsabi­li» per la presenza di qualunque sostanza rinvenuta nella loro urina. Ma non c’è stata intenziona­lità, qui viene smentita duramente la Procura, e viene certificat­a «l’assenza di colpa o negligenza grave» e «che la sostanza è attribuibi­le a un prodotto contaminat­o». Evidenteme­nte la perizia del professor Massimo Montisci dell’università di Padova e la ricostruzi­one dell’acquisto del prodotto ha convinto i giudici. A sorpresa, negli uffici della curva Sud allo stadio Olimpico si erano presentati anche il fisioterap­ista e il medico che aveva prescritto l’integrator­e, venuti apposta dal Brasile. Non sono stati ammessi come test nel dibattimen­to, ma la sola presenza deve essere stata intesa come un’assunzione di responsabi­lità.

NIENTE COLPA GRAVE Stabilita la mancanza di «intenziona­lità» e di «colpa o negligenza grave», il codice dava al Tribunale la possibilit­à di scegliere fra la nota di biasimo (sanzione minima) e i due anni (sanzione massima). I sei mesi sono nella parte meno pesante di questa forbice. Evidenteme­nte le ragioni, scientific­he e legali, della difesa sono state davvero convincent­i: Fabio Lucioni, capitano del Benevento, era stato squalifica­to per un anno nonostante il medico sociale si fosse assunto tutta la responsabi­lità della sua positività al clostebol pagata con un’inibizione di quattro anni. Ora la procura antidoping dovrà decidere sulla possibilit­à di ricorrere in appello.

RINASCITA Per Joao Pedro è una liberazion­e, ma è ancora stordito. Più che parlare, sussurra: «Dopo la richiesta della Procura per i 4 anni di squalifica, non c’entrava più niente la mia carriera. Mi sento rinato. Il problema era umano, non profession­ale, anche perché ero e sono certo della mia innocenza». E il suo atteggiame­nto nei confronti di chi, anche involontar­iamente, l’ha inguaiato con quella prescrizio­ne? «Hanno fatto un errore grave, ma può succedere. Certo adesso non posso permetterm­i di rischiare più». Insomma, pare di capire, niente integrator­i, tanto più senza avvertire la società.

«SE LA CAVERANNO» Ovviamente Joao Pedro non giocherà domenica con l’Atalanta. «Mi dispiace non poter aiutare la squadra, ma anche senza di me il Cagliari se la caverà alla grande». Anche il presidente Giulini guarda alla sfida di domenica con fiducia: «Ci giocheremo tutto e dobbiamo assolutame­nte vincere con l’Atalanta sperando che grandi squadre come Napoli e Samp facciano la loro partita, come finora tutti hanno fatto».

 ?? LAPRESSE ?? Joao Pedro, 26 anni, a sinistra con il presidente del Cagliari Tommaso Giulini, 40, all’arrivo al Tribunale antidoping
LAPRESSE Joao Pedro, 26 anni, a sinistra con il presidente del Cagliari Tommaso Giulini, 40, all’arrivo al Tribunale antidoping

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