La Gazzetta dello Sport

Dumoulin «Bene così Sì, sto arrivando»

●Tom sorride: «Ma i primi 10 e Froome non sono fuori gioco»

- INVIATO A OSIMO ci.sco.

«Stavolta ero davvero molto vicino a Yates, come in questo Giro non ero ancora stato. E spero che nei giorni successivi lo sarò ancora di più. Sì, sto arrivando». Tom Dumoulin vince la maglia rosa della gentilezza fermandosi subito dopo la fine del controllo antidoping, nonostante ci sia un folto capannello di tifosi in cerca di foto e autografi. «Quanto sono lontani i bus? Più di 2 chilometri? Allora parliamo qui, dai». Il 27enne della Sunweb, campione in carica e primo olandese di sempre a vincere il Giro, resta 2°, ora a 47” dal primato. E ha dato la sensazione di essere in crescita, facendo pensare che la questione della rosa di Roma sia ristretta ormai a lui e a Yates.

Tom, il finale era più adatto a Yates però stavolta lei era lì, come giudica la prestazion­e?

«Era buono anche per me. La gente tende a dimenticar­lo, ma io so andare forte su traguardi esplosivi (ha ragione: la prima vittoria in un grande giro la ottenne su Froome alla Vuelta 2015 alla Cumbre del Sol, uno strappo duro, ndr). Sono contento di come sono andato».

Yates l’ha impression­ata?

«È dall’inizio del Giro che va un po’ meglio di me. Io però non posso essere infelice, perché ho dato tutto, anche se non sono riuscito a chiudere il gap».

La differenza di 47” in classifica come la valuta?

«Non è molto, però se perdessi tempo sullo Zoncolan e pure il giorno successivo, allora diventereb­be molto molto difficile. Ma Aru, chiunque sia nella top10 ora e lo stesso Froome non sono fuori dai giochi. Può succedere tanto nel weekend che ci aspetta e nella terza settimana. Non dimenticat­e che l’anno scorso si decise tutto all’ultimo giorno e i primi tre a Milano furono racchiusi in 40 secondi».

Si sente in crescita?

«Mi sento meglio adesso che in Sicilia, per esempio. Spero di restare così, ma un grande giro è pieno di alti e bassi. Qualche volta stai bene per due giorni di fila, come per me gli ultimi due giorni, e poi ne puoi avere un paio di m… Bisogna arrangiars­i».

Che distacco pensa di poter dare a Yates nella crono di martedì sui 34,2 km da Trento a Rovereto?

«Non lo so. Simon nella crono di Gerusalemm­e era andato molto forte (7°, aveva perso appena 20” dall’olandese su 9,7 km, ndr). Quando c’è una prova contro il tempo, non guardo né ragiono mai sui tempi, ma penso soltanto ad andare a tutta dall’inizio alla fine. Ma prima, nel fine settimana, ci sono due tappe durissime».

Come si è sentito dopo la caduta di martedì?

«All’inizio della giornata non avevo grandissim­e sensazioni, ma via via è andata meglio».

Lo sa che in Olanda si dice che lei sia venuto al Giro avendo la testa anche al Tour de France?

Sorride. «In verità è dal primo giorno che sto dicendo di essere venuto qui per vincere per la seconda volta di fila (l’ultimo è riuscirci resta per ora Indurain, 1992-1993, ndr). È ciò per cui lotterò fino alla fine».

«STO MEGLIO CHE IN SICILIA: MA UN GIRO È PIENO DI ALTI E BASSI» TOM DUMOULIN, 27 ANNI FOTO ANSA

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