La Gazzetta dello Sport

Giovinazzi più veloce anche del mal di pancia

●Notte in bianco per Antonio (preallerta­to Kvyat), ma buon debutto sulla SF71H davanti a papà Vito: «E adesso Le Mans»

- INVIATO A MONTMELÒ lu.pe.

La rossa è il sogno di tutti i piloti. Figurarsi per chi è cresciuto col poster di Michael Schumacher nella camera. Mai e poi mai Antonio Giovinazzi si sarebbe perso questa giornata. Neppure dopo aver passato una notte quasi in bianco per un’indigestio­ne. La voglia di tornare a guidare la Ferrari era troppo forte e il pugliese è riuscito a godersi ogni minuto del suo test, dimentican­do la stanchezza e prendendoc­i gusto fino a completare 148 giri, cioè tutto il programma previsto dagli ingegneri del Cavallino. Si è anche tolto la soddisfazi­one di firmare il secondo miglior tempo assoluto con gomme hypersoft, a soli 68 millesimi dalla Mercedes di Valtteri Bottas, che invece montava le supersoft.

PAPÀ OSSERVA A bordo pista c’era il padre Vito, arrivato a Barcellona apposta per vederlo, e ansioso fin dalle prime ore del mattino. «Credo che fosse più teso ed emozionato di me – sorride Giovinazzi –. Non mi aveva mai visto dal vivo guidare la Ferrari, vestito con la tuta rossa, e ci teneva in modo particolar­e. È sempre un privilegio e una sensazione speciale salire su questa macchina, soprattutt­o per un italiano. Mi sono divertito tantissimo». Per Giovi era la prima volta al volante della SF71H, a parte un breve test a Fiorano con le gomme da bagnato della Pirelli. Mentre l’anno scorso aveva provato la SF70H ai test in Bahrain. «Non stavo benissimo, però ho potuto fare lo stesso un buon lavoro, provando diversi assetti e tanti particolar­i. Mi mancava guidare, l’ultima volta era stato sei mesi fa con la Haas nelle libere di Abu Dhabi. Invece qui ho provato sia l’Alfa Romeo-Sauber (135 giri martedì; n.d.r.) sia la Ferrari, togliendom­i la ruggine».

ALLERTA KVYAT Siccome non era scontato che Antonio ce la facesse, Maranello ha allertato per precauzion­e anche Daniil Kvyat, ex pilota di Toro Rosso e Red Bull, che da quest’anno lo affianca nel lavoro di sviluppo al simulatore. Il russo è salito sul primo aereo per la Spagna e verso mezzogiorn­o era già in circuito, ma poi è rimasto a osservare al muretto. In pista c’erano anche Charles Leclerc, l’altro pupillo della Ferrari che sta impression­ando con la Sauber, e il predestina­to Lando Norris sulla McLaren. Mentre Robert Kubica ha macinato 123 giri sulla Williams raccoglien­do migliaia di dati: «Ho fatto del mio meglio per cercare di aiutare la squadra a risolvere i problemi. Ci sarà molto lavoro per gli ingegneri in fabbrica».

ORA LE MANS Per Giovinazzi, che da oggi tornerà al simulatore di Maranello per fare confronti in vista di Montecarlo e delle prossime gare, c’è l’intima convinzion­e di potere ambire a un posto su Sauber o Haas per il 2019, dopo il secondo posto iridato in GP2 del 2016 e i 2 GP disputati in Australia e Cina 2017. «Intanto a giugno correrò la 24 Ore di Le Mans, una gara storica che mi affascina, aspetto con eccitazion­e i test che la precedono. Pensate che quest’anno volevo andare a vederla da spettatore, invece sarò al via con la Ferrari 488 GTE».

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Antonio Giovinazzi, 24 anni, seconda stagione da riserva Ferrari

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